Alberto Moravia in Africa

I misteri dell’Africa nera in A quale tribù appartieni?

إشكالية النسخ الصوتي في ترجمة أسماء العلم القديمة

Alberto Moravia en Afrique : les mystères de l'Afrique noire dans Quelle est votre tribu ?

Alberto Moravia in Africa: The Mysteries of Black Africa in Which Tribe Do You Belong To?

Samia Saidani

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بحث إلكتروني

Samia Saidani, « Alberto Moravia in Africa  », Aleph [على الإنترنت], 9 (2) | 2022, نشر في الإنترنت 12 mai 2022, تاريخ الاطلاع 23 novembre 2024. URL : https://aleph.edinum.org/6003

Questo articolo tratta il tema dell'Africa Nera e dei suoi misteri rivelati dallo scrittore italiano moderno Alberto Moravia durante i suoi viaggi organizzati in Africa, attraverso il libro "A quale tribù appartieni? "in cui Alberto Moravia scoprì l'Africa nera e i suoi misteri. Ci siamo concentrati nel nostro articolo sulla scoperta e il fascino dello scrittore italiano per il viaggio e in particolare sul continente africano, seguendo un approccio socio-culturale ci siamo anche concentrati, nel nostro articolo, sui misteri scoperti dallo scrittore italiano nel contesto della diversità civile e culturale e l'accettazione dell'altro.

Cet article traite le théme de l’Afrique noir et ses mystères révelés par l’écrivain italien moderne Alberto Moravia l’ors de ses voyages organisés en Afrique, à travers le livre « A quel tribu appartiens tu ? » dans lequel Alberto Moravia a decouvert l’Afrique noir et ses mystéres. Nous avons focalisé dans notre article sur la découverte et la fascination de l’écrivain italien pour le voyage et notament sur le continent africain, suivant une approche socio-culturelle nous avons mis aussi l’accent, dans notre article, sur les mystéres découvert par l’écrivain italien dans le cadre de la diversité civilisationnelle et culturelle et l’acceptation de l’autre.

This article deals with the theme of black Africa and its mysteries revealed by the modern Italian writer Alberto Moravia during his organized trips to Africa, through the book « To that tribe do you belong? » In which Alberto Moravia discovered black Africa and its mysteries. We have focused in our article on the discovery and fascination of the Italian writer for travel and in particular on the African continent, following a socio-cultural approach we have also focused, in our article, on the mysteries discovered by the Italian writer in the framework of the diversity of civilizations and cultures and the acceptance of the Other.

يتناول هذا المقال موضوع القارة السمراء و الغازها التى كشف عنها الكاتب الايطالي الحديث البرتو مورافيا في ادب الرحلات خلال رحلاته الى افريقيا من خلال كتابه « الى اي قبيلة تنتمي ».و لقد ركزنا في بحثنا هذا على مدى ولع الكاتب بالسفر و الترحال بالخصوص فى القارة الافريقية و اتباعا لنهج اجتماعي و ثقافي تناولنا كذلك ضمن هذا المقال اعجاب الكاتب و انبهاره بالقارة السمراء كما اشار في كتابه الى البعض من الغازها و خفاياها في ضل تقبل الاخر و التعايش في خضم التنوع الثقافي و الحضاري.

Introduzione

In quest’articolo, cerchiamo di studiare uno degli scrittori italiani più famosi in Italia e nel mondo “Alberto Moravia” conosciuto con i suoi viaggi in quasi tutto il mondo soprattutto in Africa su cui ha scritto tre libri di viaggio in cui descrivò il continente nero , mettendo in evidenza sia: la cultura, gli africani, la natura , la vita in Africa, che: le tribù , le città africane , I mercati africani…ecc.

Seguendo un approccio socio-culturale proviamo di analizzare il libro A quale tribù appartieni?” di Alberto Moravia e tirare fuori la natura del contatto di Moravia con l’Africa e gli africani anzichè i misteri che ha scoperto lo scrittore italiano in un’Africa considerata come suo continente.

1. Alberto Moravia e il viaggio

Alberto Moravia fu uno degli grandi itellettuali italiani che face parte dalla sfera degli scrittori post-moderni, nato il 28 novembre a Roma nel 1907, visse un’infanzia terribile con la malattia « la tubercolosi ossea » ed era costretto a letto per lunghi periodi, e dopo che ebbe curato dalla malattia, cominciò a scrivere romanzi, saggi letterari, politici e racconti di viaggio, ha scritto anche per il teatro.L’intellettuale italiano è conosciuto con i suoi viaggi in quasi tutti i continenti del mondo: l’Europa, l’America, l’Asia e l’Africa, ed era il reporter dei giornali italiani in questi paesi, ha viaggiato in India a cui ha dedicato un volume intitolato « un’idea dell’India »poì si è trasferito in Cina dove ha scritto anche « la rivoluzione culturale in Cina »oltre a questi ha vaggiato nell’Unione Sovietica a cui ha composto un volume « un mese in URSS » e tanti viaggi meravigliosi in Africa, che infatti era la sua destinazione molto apprezzata e amata secondo lui: « l’odore dell’Africa è indimenticabile ».1

L’Africa per Moravia era il continente meraviglioso, a cui ha dedicato una trilogia letteraria composta da « A quale tribù appartieni? » nel 1972, « lettere dal sahara »nel 1981, « passeggiate africane » nel 1987. tutti quanti referiscono al continente nero descrivendolo .

Alberto moaravia partì in Africa senza pregiudizi, neanche idee di spiegare altremente la situazione africana e giudicarla, e fra i suoi referimenti che l’hanno spinto a viaggiare lì: il grand tour dei viaggiattori settecenteschi ma anche la sua volontà di vedere e di conoscere l’altro, questo lo afferma Alberto Cadioli:

« gli elementi di referimento ci sono tutti:il grand tour dei viaggiattori sette-ottocenteschi, desideri di conoscere il mondo e di vedere attraverso popoli nuovi un altro diverso da sé, pur nella consapevolezza che, specchiandosi in esso, avrebbero conosciuto meglio se stessi… ».2

anzichè lo scrittore moravia era molto appassionato da due scrittori europei il francese Standhal con la sua opera « il rosso e il nero » e l’inglese Stern Laurence con la sua opera « il viaggio sentimentale » ed era afascinato dal modo con cui hanno scritto le loro opere « il modo impressionistico », e fra i libri che ha avuto cari « les promenades dans Rome » di standhal su quale afferma lo stesso Alberto Cadioli:

« …non per nulla Moravia si richiama a stendhal, che osserva l’Italia -in particolare Roma delle promenades dans Rome, libro particolarmente caro allo scrittore… ».3

C’erano tanti motivi che hanno spinto lo scrittore italiano a viaggiare soprattutto in Africa e che più tardi li troviamo in questi racconti, quando lo scrittore Moravia parlava della sua volontà di conoscere l’altro e di vederlo.Lo stesso Moravia ha affermato in diverse occasioni la sua volontà di conoscere l’altro; la sua cultura ed il suo mondo a cui appartieni, insomma, il passaggio da una civiltà a un’altra, queste sono state le ragioni del viaggio in URSS di cui ne decchiarò Moravia:

« …lo stesso Moravia, prendendo come esempio UN MESE IN URSS, afferma di aver pubblicato un libro sull’Unione Sovietica, perché m’interessavano il disgelo, lo stalinismo, il passaggio di una civiltà all’altra … ».4

A parte la curiosità e la volontà di scoprire e conoscere un altro diverso di lui, Moravia attestò nel suo intervista con Elkann Alain che nel viaggiare non si annoiava mai, si affascinò di una cosa che è « l’ignoto » :« no, non mi annoiavo affatto, mi annoiavo a roma, del resto ancora oggi viaggiare mi distrae, mi sblocca, mi arrichisce… ».5

Moravia ha riconosciuto che il viaggio per lui, ha una grande necessità mentale e intelettuale, non solo gli permette di cambiare idee, ma anche di sbloccarsi e soprattutto di arrichirsi la sua mente.

Nei suoi viaggi, Moravia adottò un modo raffinato di descrivere tutto ciò che viene cadere sui suoi occhi « l’impressionismo »il modo con cui lo scrittore francese Standhal ha descritto Roma nel suo libro « les promenades dans Rome » su quale dicchiarò Moravia :

« …la mia ambizione sarebbe di scrivere dei viaggi in maniera impressionistica, nella tradizione di Sterne e Standhal… ».6

Lo stesso Moravia raggiunge : « …Standhal non è mai stato in Africa ; ma sono sicuro che se ci fosse stato, ne avrebbe parlato, come ha parlato dell’Italia :impressionisticamente, senza cercare di spiegarla e giudicarla, limitandosi ad evocarla e a descriverla … ».7

Da queste due dichiarazioni, dimostriamo che il Moravia ha avuto come esempio da seguire i due grandi scrittori europei : Sterne e soprattutto Stendhal, adottando la sua maniera di scrivere « la maniera impressionistica » con cui ha descritto l’Italia, raggiunge, che se fosse lo scrittore francese Stendhal stato in Africa avrebbe descriverla così senza darne dei giudizi, limitandosi a descriverla.

Infine, si può concludere dicendo che Alberto Moravia è stato un grande maestro del genere

prosa di viaggio, scrivendo sui tutti i paesi in cui fosse stato, dedicandosi una grande parte della sua scrittura alla narrativa, quello che afferma Tornitore nella postfazione al libro

viaggi-articoli :1930-1990 : « all’incirca una pagina di reportage ogni tre di narrativa. ».8

1.1. Il viaggio in Africa

L’Africa è stata una delle destinazioni più amate dallo scrittore Moravia, era il reporter di qualche giornale italiano , cioè ha viaggiato in qualità di inviato speciale di questi giornali, ha pubblicato dei reportages « servizi » sulla « Gazetta del popolo » negli anni trenta, poì sulla « Nuova stampa » negli anni quaranta, sull’ « europeo » negli anni cinquanta, alla fine sul « corriere della sera » tutti gli anni che seguono fino alla morte.

Lo scrittore italiano viaggiò in diversi paesi africani : paesi del sahel, paesi dell’Africa sub-sahariana ma anche nell’Africa centrale, ed altri paesi come Nigeria, Kenya, Tanzania…ecc.Tutti i viaggi che Moravia ha fatto nel continente nero l’hanno affidato un grande rapporto con l’Africa, a cui ha dedicato tanti libri : A quale tribù appartieni ? nel 1972, lettere dal sahara nel 1981 e passeggiate africane nel 1987, e la donna leopardo nel 1991.e dopo aver viaggiato in africa Moravia si innamorò di questo continente, questo lo afferma nel suo libro sotto forma di intervista con Alain Elkann dichiarando : « per me l’Africa è la cosa più bella che esista al mondo »9

Lo scrittore Moravia ha avuto un grande rapporto con l’Africa , non solo d’amore ma anche di una grande voglia di essere in Africa che trasmetteva un’aria di grandiosità e nobiltà ad ogni momento , quello che ha ricordato Lorenzo Cappellini con una telefonata con Moravia, dicendo :

« Ero a Nairobi da qualche giorno per preparare la Land Rover che porterà me e l’amico Alberto Moravia attraverso il Kenya , l’Uganda e la Tanzania per oltre due mesi.Una mattina mi telefona Alberto da Roma tutto festoso :‘‘ che bello !non vedo l’ora di arrivare a Nairobi…sto passeggiando per il centro dove non vedo che negozi con grandi cartelli per i saldi…che noia ! !ma il pensiero che domattina atterrerò in Kenya mi eccita molto…’’.10

Moravia in Africa non si è interessato della situazione politica, storica néanche quella economica dei paesi africani, affermando che lui è uno scrittore che scrive per i giornali non un giornalista dicendo :

« non sono un giornalista ma uno scrittore che scrive per i giornali, gli aspetti economici, sociali, storici dei paesi non mi interessano più che tanto, sono appena accenati, come, nel resto , nella mia narrativa… ».11

Non solo l’amore per l’Africa che ha impedito Moravia di non revelare gli aspetti storici, economici, e politici africani, ma c’è un grande mistero che è la bellezza, su quale attesta Moravia : « bellezza !ecco la parola che da sola spiega il mio silenzio, su tanti aspetti dell’Africa nera che gli africanisti considerano, del resto a ragione, importanti ».12

Quindi, Moravia ha solo tentato di descrivere la bellezza e la spontanieta del continente nero senza mettere in considerazione altri aspetti storici e politici e economici dell’Africa, ma anche la bellezza dell’Africa l’ha spinto a viaggiare tante volte lì.

Essendo in Africa Moravia ha scritto su i suoi viaggi ed i trasferimenti tra diversi paesi africani, ma ciò su focaliziamo è il primo volume « A quale tribù appartieni ? » publicato sul corriere della sera nel 1972, è una raccoltà di articoli scritti tra il 1963 e il 1972 nei paesi successivi : Nigeria, Kenya, Ghana, Tanzania, Mali, Costad’Avorio, Camerun, Togo e Ciad.13

 A quale tribù appartieni ? (Alberto Moravia :1972) riprende il titolo di un articolo del libro riferito sul suo viaggio in Uganda nel quale Moravia racconta la storia della tribù Caramoja malvista dagli abitanti della capitale Campala.  Aggungendo :

« questo libro è stato scritto nel modo seguente :viaggiando in Africa per svago e desiderio di estraneamento, senza fare inchieste né ricerche né nulla di tutto ciò che, quando si ha intenzione di scrivere su un viaggio, si fa apposta.In Africa ho voluto portare soltanto me stesso, così com’ero con la cultura e l’informazione di cui già disponevo e niente di più. Se ho letto dei libri dull’africa l’ho fatto per curiosità non per crearmi una competenza d’altronde impossibile. Insomma si tratta di un libro di impressioni ;cioè della storia di una felice e invaghita disponibilità.così il fine che il libro , modestamente, si propone non è di informare, né di istruire, né tanto meno di giudicare ma di ispirare al lettore lo stesso interesse e la stessa simpatia che mi hanno spinto a viaggiare per il continente nero”.14

Fra queste righe, troviamo risposte a tante inchieste sia sul motivo dei viaggi in Africa, che è il desiderio di andarsene, lo scrittore aggiunge che le sue letture già fatte sull’Africa erano letture di curiosità non hanno obiettivo né di creare dei pregiudizi oppure delle idee sull’ Africa, né di informare e giudicare l’Africa che Moravia ha descritto impressionisticamente tentando di ispirare al lettore le stesse impressioni e interessi vessute da Moravia nel continente nero.Inoltre, lo stesso Moravia rimpiange l’Africa di non andare prima nella sua giovinezza perchè è andato quando aveva cinquant’anni dicendo dell’Africa : « la rivelazione della terra in cui avrei dovuto andare prima , invece ci sono andato molto tardi nella vita  ».15

2.Alberto Moravia e l’Africa : l’Africa è l’espressione di un’alterità che spinge sulla sua identità

In Africa, Alberto Moravia incontrò l’altro, quest’altro che è l’Africa e l’africano , nei suoi libri sull’Africa , lo scrittore ha tentato di descrivere il suo incontro con il continente nero anziché l’africano, riflettendo situazioni, prospettive, attese , problemi e contrasti.Questo incontro con l’africano è paragonato ad una scoperta dell’alternativa dal Moravia , e riconoscimento della complementarietà tra gli europei e gli africani, come attesta Moravia nel suo primo libro in Africa “A quale tribù appartieni ?” :

« Riconoscendo nell’africano non già la propria alternativa, il proprio complemento ma una cosa inanimata e insignificante da sfruttare, da vendere, da adoperare, l’europeo ha in realtà, prim’ancora dell’africano, avvilito la parte naturale e primitiva di se stesso. »16

Moravia ha riconosciuto che l’africano è la sua seconda metà, e schiavizzandolo e sfruttandolo, in realtà l’europeo schiavizzato e sfruttato se stesso, cioè lo scrittore non ha considerato l’africano un altro diverso di lui , al contrario è la sua seconda parte naturale e primitiva, dicchiarando :

« l’Africano non è diverso dell’Europeo, non è un’ altro è semplicemente l’altra faccia dell’Europeo, il suo complemento, la sua alternativa, sfruttando e schiavizzando, opprimendo l’Africano, l’Europeo ha in realtà sfruttato schiavizzato oppresso l’altro se stesso. ».17

Infine, Moravia ha revelato una dicchiarazione molto importante in cui nega il razzismo, e incoraggia alla diversità e l’accetto dell’altro tale qual’è. In questo senso Moravia agguinge che l’africa rappresenta per lui un’alterità che spinge a interrogarsi sulla sua identità : 

« l’Africa preistorica è espressione di un’alterità che spinge a interrogarsi sulla propria identità[…] lapidariamente Moravia afferma : « l’Africano […]è la metà irrazionale e primitiva dell’Europeo razionale e civilizzato. »18

3.I misteri dell’Africa nera in A quale tribù appartieni?

Nel suo primo racconto dedicato all’Africa lo scrittore italiano Alberto Moravia, descrivò il continente nero, mettendo in luce la vita sociale degli africani, la loro ricchissima cultura, il modo di vita…ecc, inoltre Moravia ha revelato qualche mistero di questo continente, che noi cerchiamo di sottoleniarli seguendo una profonda lettura del suo racconto.

3.1. Le città africane

Fra I primi misteri che hanno appassionato Moravia in Africa, erano le città africane con la loro specifità, ogni città ha le sue cose particolari :architettura, strade, mercati, la gente cittadina , lo stile neo-Africano…ecc, lo scrittore ne ha parlato di :Accra, Lagos, Timbuctù, Kano, Nairobi, Zanzibar, Kigoma, Mombasa, Tabora …ecc, ma in quest’articolo proviamo di presentare solo qualche città ; quella di Accra la capitale del Ghana, Nairobi la capitale di Kenya, Zanzibar una città di Tanzania .Afferma Moravia :

« […] la città somiglia a un ‘enorme zuppa di cavoli della specie detta cavoli neri, nella quale nella quale stiano a bollire numerosi pezzi di pasta bianca. I cavoli sono gli alberi i tropici dalla verdura grassa cascant, pesante, di un verde scuro screziato di ombre nere, i pezzi di pasta, gli edifici di cemento armato, nuovi fiammanti, che ormai sorgono numerosi in tutta la città[…] le strade di questa parte residenziale di Accra girano tra i giardini esuberanti e fioriti come i viali di un solo grande parco ;in questi strade si vedono pochi passantie molte macchine di marche americane e inglesi […] il centro di accra non è certo moderno una stradona sgangherata da cittadina del Far West con due file di edifici disperati e disuguali, qui un palazzo moderno tutto vetri, lì una baracca con il tetto di lamiera ondulata, più in là un lungo edificio a due piani, più in là ancora, magari, una capanna del tetto di paglia19[… ]

In queste testimonianze, Moravia descrivò la città di Accra, la prima città che ha visitato in africa nel marzo 1963(Ghana), una grande città con dei grandi contrasti tra ricchi e poveri, provocato dal disatro del dominio dell’economia occidentale su quella tradizionale, perciò nelle vicinanze tra i grandi palazzoni delle baracche e capanne in rovina, e nelle strade di questa città si vedono tante macchine di marche inglesi e amricane che provano una traccia straniera che provoca il contrasto tra questo mondo occidentale e il mondo africano tradizionale, i due mondi diversissimi, senza nessun mondo di tipo medio- borgese che colletra di loro, questo definisce la fase di transizione che tutta l’africa stava passando da un mondo miserabile che manca di tutto, adoperando il neocapitalismo che sta avventando in Africa in modo rapido, attesta Moravia :

« tra queste due città, l’una moderna e lussuosa, l’altra decrepita e miserabile, manca del tutto qualsiasi zona intermedia di quartieri di abitazione di tipo medio borghese ; allo stesso modo che è mancata tanto ad Accra che in tutta l’Africa la fase di tansizione tra il colonialismo di ieri e il neocapitalismo di oggi, si è passati dai militari con il casco di sughero ai banchieri vestiti di grigio ; alla capanna atavica al grattacielo, senza transizione, bruscamente.Il giovane funzionario che lavora negli uffici modernissimi con l’aria condizionata ha forse un padre il quale abita in una capanna nella savana e spinge al pascolo le greggi tenendo in una mano il vincastro, e nell’altra la lancia per diffondersi dagli animali selvatici. »20

Quindi, il grande passo che i paesi africani hanno trascroso passando dai paesi colonizzati ai paesi neocapitalisti con il modello neo-africano senza un periodo di transizione, provocando tanti contrasti che si vedono nelle città africane, sia nell’architettura ( grandi edifici, grattacieli#capanne, barache)nelle strade(strade fra giardini fioriti # strade nelle terre deserte polverose) ma anche il modo di vestire della gente ( i funzionari in camicie sbracciate e pantaloni bianchi#venditrici nascoste sotto cappelli di paglia con degli abiti polverosi…ecc).

Un’altra città africana misteriosa visitata del Moravia nello stesso anno1963, Kano ; una città che si trova nel nord di Nigeria , che ha uno stile diverso di quello di Accra, una città con uno stile barbarico-arabo, al centro della città una moschea le case con un solo piano, fabricati con la paglia, si vedono qualche bambino nudo, qualche donna che si cacciano dietro i loro abbigliamenti con il velo, descrivendo :

« Ricordo soprattutto uno di questi mercati periferici nelle vicinanza di Kano, nel nord della Nigeria, città grande con un suo bellissimo stile tra barbarico e arabo che, vista dal minareto della moschea, appare rotonda come un orbe o come un cattino […]le case di un solo piano, fabbricate con fango impastato con la paglia …hanno muri lisci, le muraglie-onde prive di apertura, ermetiche, con qulche rara porticina o finestrella qua e là[… ] qualche bambino nudo ; qualche donna che, rannichiata sui gradini di una porta […] qualche uomo accovacciato nel sole e nelle mosche »21

Accanto alla città di Accra , c’è anche la città di Kano in cui la vita delle città africane rivela tutta sua terribile povertà e contrasti sociali, economici e culturali , ambidue modelli di città che revelano vari misteri dell’Africa nera .

3.2. I mercati d’Africa 

Un altro mistero dell’Africa revelato da Moravia nel libro, è il mercato, che è considerato l’emblema dell’Africa ma più è stato considerato il cuore delle città africane, che presentava un organismo da diversi domini (politico, religioso, culturale…ecc).Tante volte, il mercato non si trova al centro della città, ma fuori, lontano dell’abitato :

« Mercati d’Africa, belli e strani nei quali si sente visitandoli che la loro funzione oltrepassa di molto il vendere e comprare e che senza di essi la vita umana in Africa davvero si spegnerebbe e tornerebbe al livello ferino ne ho visitati parecchi, di questi mercati, e ho dovunque sempre trovato la stessa atmosfera febbrile, eccitata, festiva, e panica come di fiera che sia al tempo stesso riunione religiosa, assemblea politica incontro magico, scambio culturale, scatenamento erotico… »22

E uno dei mercati più famosi in Africa quello della città di Lagos in Nigeria che ha appassionato Moravia, in cui ha scoperto tanti misteri dell’Africa e tra i mercati ne citiamo :

3.3. La magia 

In Africa, il mondo magico è ancora completo e intatto e funzionante, e nel mercato di Lagos, Moravia , è stato sorpreso di aver visto tale centinaia di merci esposte sui banchi in quasi tutto il mercato che, gli africano se servono di questi merci per diverse operazioni di magia bianca o nera, una merce che ha attirato Moravia, su quale afferma :

« Al mercato di Lagos , dopo aver percorso nell’afa umida e impura da immane bucato varie corsie di banchi e bancarelle traboccanti di merci e vittuaglie tutte ugualmente ammollite e disposte alla putrefazione dal calore tropicale, capito ad un tratto in uno spiazzo circondato di capanne nel quale è esposta sul suolo e sui banchi una mercanzia che attira la mia attenzione, è il cosidetto ‘‘ju-ju’’, ossia gli oggetti di cui si servono gli africani per le innumerevoli operazioni della magia, oggetti che si possono comprare al mercato e che debbono essere molto richiesti, perchè in questo spiazzo ci sono almeno una ventina di venditori che tutti offrono la stessa merce infernale »23

Agguinge Moravia sulla merce infernale chiamata ‘‘ju-ju’’ :

« E che cos’è questo ‘‘ju-ju’’ ? Ecco qua. Prima di tutto, ordinati in due file tanti grossi toip affumicati e infilzati in stecche come i fichi della Calabria ; poi, in una grande cesta, tanti camaleonti secati ; infine, sui banchi, piatti e cestelli colmi di una minutaglia repellente sulla quale l’occhio teme di fermarsi : teschi di scimmie , di cani, di cavalli ; zampe di gazelle e di antilopi, occhi, zoccolie setole ; dischi di argilla e bastoncelli ; escrementi e frantumi putrefatti e irriconoscibili.Tutta questa mondezza ha un suo signifiacato, una sua destinazione, un suo prezzo, una sua utilità. L’africano va al mercato, compra il topo o il teschioo il camaleonte e poi lo porta a casa e se ne serve per le operazioni della magia bianca o nera, cioè benefica e malefica. »24

Gli africani se servono di questi oggetti per le operazioni di magia bianca o nera, quindi, la magia è considerata uno dei grandi misteri del contiente nero, con cui la gente africana è bloccata delle credenze magiche e festicistiche, ma anche è considerata da Moravia una espressione della preistoria che ha un fondo di paura che in Africa è ancora dominante e invadente e scatenate :« la magia è l’espressione di questa paura della preistoria ; essa è tanto laida, tetra, e dimenziale quanto il mal d’Africa è afrodisiaco anche se disgregante e annientatore.In realtà la magia è l’altra faccia del mal d’Africa. »25

3.4. La danza africana 

Alberto Moravia continua la sua visita nel mercato di Lagos , con il quale scopre un altro mistero dell’Africa che è la danza misteriosa e paurosa degli africani con delle maschere particolari che fanno paura : 

« queste maschere sono molto note, ormai ; non c’è salotto di Parigi o di Londra che non abbia la sua maschera appesa alla parete. Mi limiterò a ricordarne una sola tra le tante . Ecco in un grande prato rognoso, nella periferia di Lagos, un cerchio di sfaccendati.mi avvicino e vedo che, al suono di un tamburo di legno picchiato alle palme alle due estremità da un decrepito e scheletrico vegliardo una maschera sta danzando o meglio saltellando ora su un piede ora sull’altro.Il corpo della maschera è rivestito di paglia legata alle gambe, alla vita e alle spalle[…]il volto è ricoperto da una calza di seta nera sulla quale sono cuciti grappoli di conchiglie bianche. Ad ognuno di quei salti la paglia si muove e si apre ma non svela il corpo del danzatore che, in tal modo appare non esistere affatto. »26

Infatti, la danza degli africani è considerata un fatto quotidiano. è un mezzo per associarsi e fondersi con gli altri, e una manifestazione individuale e collettiva di tipo religioso e sociale della loro esistenza, quindi gli afriacni danzano la loro vita daperttutto ;nei campi, nei cantieri, nelle strade, nei mercati ; come quello di Lagos in cui il danzatore mascherato ha colpito il respiro di tutta la gente impersonando la paura e rivoltando la loro attenzione mettendo un costume bizzaro, e lo scrittore Moravia considera la danza un prezioso dono degli africani per tutta l’umanità grazie alla sua spontanietà e natura e le sue origine preistoriche :

« D’altra parte bisogna dire che la danza non è che l’aspetto più appariscente del contagioso ritmo primitivo che l’africano ha introdotto nel mondo moderno.Questo ritmo che a noi pare ormai invisibile e connaturato alla civiltà industriale viene invece direttamente dai tempi preistorici, arcaici.Esso è il dono più prezioso che l’Africa abbia fatto all’umanità e, al tempo stesso, il segno più chiaro dell’influenza degli africani sul costume contemporaneo. »27

3.5. Le tribù africane 

Accanto alle città africane, Moravia revela un altro mistero dell’africa nera, che fino ad oggi, rappresenta il continente nero :la tribù a, che in qualche parte in Africa è considerata il modello sociale ; l’africano appartiene ad una famiglia che a sua volta appartiene ad una tribù, già ai conturni dal lago ‘‘Tanganyka’’ in Tanzania, ci sono centodieci tribù africane e , ogni tribù ha le sue regole, così quelle di Yoruba e Kramoja , come quelle di i Masai e i Samburu…e tante altre.

In altri termini, la curiosità del Moravia gli ha portato a cercare di conoscere qualche tribù africana, fra di loro le tribù dei ‘‘Masai’’e quella dei ‘‘ samburu’’ sono dei pastori e non coltivano la terra, che vivevano nella località di Nairobi in Kenia, e all’incontro della gente delle tribù ; dicchiara Moravia :

« Ed ecco avverto al mio fianco la presenza di qualcuno.non mi tocca ma sento che c’è. Allora mi volto.è una donna giovane, forse può avere venti anni . La testa piccola e rotonda, pettinata con tante lunghe e bene distinte treccioline fittamente annodate ricorda le sculture di Benin :ha il nitore dell’opera d’arte congiunto con il colore rugginoso e la rozzezza del ferro.Le treccioline rigano tutto il sommo del capo ma di dietro scompaiono soto una calotta di sterco di vacca seccato[…]sono cerchi e cerchi di metallo scuro, forse rame, che patano dalla gola si restringono intorno il collo e poi si allargano di nuovo, fino a formare come una pettina mettalica che le ricopre le spalle e il sommo del petto. Le orrechie fermano la mia attenzione ; il lobo è stato forato e il foro allargato fino a far diventare il lobo stesso[…]Le guardo il corpo ; indossa una tunichetta rosso scuro che le si incolla sulle forme prepotenti, ha le gambe e piedi nudi[…]accanto a lei sta un giovane completamente nudo salvo un piccolo cencio rosso stretto intorno i fianchi[…]sul capo le stesse treccioline della donna, ma ricadenti sulla fronte ; la stessa calotta di sterco di vacca…ecc ».28

Aggiunge sulla tribù dei Samburu :

« La macchina si arresta ; come ho immaginato, è un gruppo di capanne della tribù dei Samburu […]c’è uno steccato o meglio un arruffio di rovi intorni lo spiazzo.Lo varchiamo per una apertura che forse è una porta e ci troviamo in uno spazio tutto pesticciato e pieno di orme di animali.Intorno anoi tre capanne. Sembrano, queste capanne a prima vista tre enormei crisalidi dalle quali il bruco, trasformato in farfalla, sia volato via […]mi sorprende la bassezza dell’orifizio d’ingresso..Chinandomi non senza ribrezzo perché le capanne sembrano abbandonate e possono essere diventate il rifugio di qualche rettile o di qualche animale selavtico[…]così la capanna è fatta come una chiocciola ;oppure come certi nidi che si trovano in Africa sui baobab e hanno la forma di una scarpa … »29.

All’incontro della tribù e la sua gente, Moravia, si confirma della differenza che c’è tra lui e l’africano: un modo di vestire diverso, una cultura completamente diversa, una civiltà anche diversa ; descrivendo questa gente che sono nudi che mettono solo qualche rame di cerchi introno il corpo, tinti con il rosso, fanno delle treccioline che è un modo di identificazione per gli africani delle tribù, ancora che hanno costumi e tradizioni diverssissimi(le orrechie forati e la gola ricoperta da cerchi di metallo…ecc)essa chiamata una cultura tribale in cui l’Africa nera sta annegando.

Ed così infatti : Visitando queste capanne della tribù dei ‘‘samburu’’, cui la gente della tribù vivono nella natura minacci degli animali selvatici, moravia gli viene in mente di pensare ad essere uno dei samburu con sua moglie ambidue nudi, vestiti di cerchi di rame : 

« mi viene fatto di pensare : eccomi accovacciato, ignudo, dipinto di rosso, vestito di cerchi di rame insieme con mia moglie anche lei, nuda e vestita di cerchi di rame in questo covo ; eccomi qua, sono tornato indietro di ventimila anni ;e questa è la mia casa . Addesso dopo aver divorato un pezzo di carne cruda o una poltiglia di miglio, mi coricherò sul giaciglio di canne, ascolterò per un poco il silenzio della notte africanae poi mi addormenterò. E domani mattina sarò in piedi sul far dell’alba e uscirò della capanna e spingerò le mie pecore fuori del recinto verso la pericolosa parateria visitata dai leoni e dai leopardi.avrò in una mano la clava nell’altra la lancia ;e il mio corpo sarà dipinto per metà di rosso.. ».30

Questa immaginazione viene fatta da Moravia dopo aver affermato della differenza tra questi due mondi ; a cui appartieni e a quello che viene di scoprire , e l’enorme difficoltà per l’africano di saltare per arrivare allo stesso livello con gli europei ;affermando :

« que cerchi di rame, quella tintura rossa, quelle trecce, quello sterco di vacca sono invece il prodotto di una cultura straniera, probabilmente espressiva di un rapporto ancora diretto e non mediato con la natura, quanto dire che quell’uomo e quella donna per me è come se fossero mascherati mentre in realtà sono soltanto indecifrabili.in altri termini tra loro e me c’è un abisso di dieci, quindicimila anni ; com’è possibile colmarlo ?. ».31

Oltre alla tribù dei Samburu , Moravia ha citato anche la tribù dei Masai, a Nairobi in Kenia, in cui lo scrittore incontra una ragazza chiamata Shirly, che gli ha parlato da sua parte di questa tribù dicendo :

« sono una tribù di pastori che vivono nel nord del Kenia.Alti snelli, eleganti, ben formati, infaticabili alla caccia , i Masai sono completamente refrattari alla civiltà europea. Al contrario dei Kikuyu, non si convertono alla religione degli europei, non vestono alla maniera degli europei, non accettano usi e costumi europei. Il carattere dei Masai, aggunge Shirly senza che gliel’abbia chiesto, è molto simpatico, allegro, spensierato, leggero, i Masia sono fatui, vanitosi, distratti e infantili ; ridono e scherzano tutto il tempo[…] questi pastori si nutrino di sangue e di latte ».32

Accanto alla tribù dei Samburu, c’è anche quella dei Masai, che presentano altri usi e costumi : un gruppo di pastori che si nutrino dalle loro bestie : vacche e pecore (sangue e latte) e che non accettano tutto quello europeo, quindi, le due tribù di cui abbiamo scelto di parlare, presentano tante tribù africane che Moravia ha scoperto nella cultura tribale dell’ Africa, che revelano grandi misteri del continente nero.

3.6. La schiavitù

E tra l’altro , Moravia revela un altro mistero dell’Africa, che è la schiavitù oppure il commercio della carne umana ; a Zanzibar in Tanzania, nei secoli passati, in cui la città è stata un grande mercato di schiavi, oggi le coste di Zanzibar, danno l’impressione di un paradiso terrestre, un paradiso che era un inferno :

« Zanzibar per secoli, è stato il massimo mercato di schiavi di questa parte del mondo, la malinconia e la decadenza prodotte dell’abolizione del commercio degli schiavi, nel 1897 così la bellezza poetica e stagionata del quartiere arabo era per dirla con terminologia marxista, la sovrastruttura di una struttura economica fondata sul commercio della carne umana ».33

In una sua visita in questa città, Moravia descrive il mercato :

« il commercio degli schiavi si svolgeva in modi crudeli che forse gioverà ricordare. I negri, razziati da quei mercanti arabi di cui s’è detto nei loro pacifici villaggi del centro dell’Africa , venivano fatti marciare a piedi , incatenati come bestie […]ma una volta arrivati a Zanzibar erano lavati, ripuliti, unti di olio profumato e adornati , secondo il sesso e l’età, di stoffe, di monili d’oro e d’argento, di piume di turbanti[…] strada faccendo, il mercante esaltava a gran voce le qualità della sua merce umana ; e la piccola processione si fermava ogni volta che un compratore chiedeva di esaminare parte a parte uno degli schiavi ».34

Gli schiavi erano considerati come bestie, incatenati, poi, lavati e profumati per essere venduti, dopo aver esaminati (la bocca, i denti, i capelli, le gambe ma anche le parti intime), questo un mistero è doppio della parte degli schiavisti e dalla parte degli schiavi : gli schiavisti che sono razzisti da parte, dall’altra parte gli schiavi che hanno una certa reposabilità in questa tragedia a causa dei Re e capi delle tribù africane che li vendono.

Infine, la schiavitù resta un punto nero nella storia dell’Africa e come dicchiara Moravia :

« ma quando tutto è stato detto, la schiavitù, resta pur sempre un mistero, come è un mistero il male assoluto, lo scacco totale, questo mistero sordido e sinistro proietta la sua ombra gellida sulle calde e languide bellezze di Zanzibar… ».35

3.7. La preistoria 

Nel libro « A quale tribù appartieni », Moravia tenta di revelare tanti misteri del continente nero, accanto a tutti quelli già citati, c’è anche la prestoria, quest’aria in cui lo scrittore si tuffava in Africa, questa scoperta preistorica, come Moravia ama definire :

 « l’Africa preistorica è espressione di un ‘alterità che spinge a interrogiarsi sulla propria identità. »36

la preistoria per Moravia rappresenta il nome emblema della sua alterità, da sua parte è composta di : savana, foresta e magia che abbiamo già cittato.

Insomma, i due aspetti preistorici sono : il ripetersi del paesaggio africano (la fauna e la flora) e l’informità del limite (del finito) di qualsiasi figura o forma ; la preistoria è la savana che fascia l’Africa per migliaia di chilometri da ovest a est :

« la savan è una sterminata steppa color verde pallido sparsa, a perdita d’occhio, di una sola speccie di albero, la piccola acacia africana, irta di spine coi rami disposti a ombrelloe di una specie di cespuglio di forma rotonda, color verde scuro. Si corre e si corre in macchina, per strade o per strade o per piste, per centinaia di chilometri e la steppa non finisce mai, non fa che ripetere se stessa ».37

La preistoria è la savana in cui vivono la fauna e la flora, essa è anche la foresta con il color nero che si tende sotto la savana, che non fa che ripetersi 

« la foresta come la savana, non fa che ripetersi, fino all’ossessione. Il motivo dominante è l’intrico nero degli alberi, degli arbusti, delle liane e dei rampicanti che si leva, come una muraglia, ai due lati della strada e quasi impedisce la vista del cielo, ridotto ad una striscia azzurra parallela alla striscia rossa della strada ».38

La savana e la foresta si ripetono in africa fino all’ossessione, con migliaia di kilometri di verdura, di tronchi, di rami penzolati, degli alberi, degli arbusti, con sempre delle terre rosse come il sangue o come delle lunghe e nuove ferite ancora vive che formano il paesaggio africano.

Accanto al paesaggio africano (savana e foresta) c’è anche la fauna, degli animali meravigliosi che danno il vero senso alla natura africana :

« Ecco vedo un elefante. Sì, è proprio un elefante che, per così dire, se ne sta per conto suo, vivendo la sua vita naturale sotto i nostri occhi, selvaggio, ignaro della nostra presenza, libero. [...] Ma l’elefante intraveduto da lontano conferisce di colpo con la sua sola presenza, un carattere preistorico al paesaggio. Prima il lago Edoardo era per me una specie di mare grigio e malinconico, uggioso e afoso. Ma appena ho intraveduto la figuretta scura e remota con le sue cinque zampe − quattro zampe e proboscide − di colpo, il lago Edoardo è diventato un paesaggio del Quaternario ».39

L’incontro di Moravia con gli animali non era isolato, ma sinonimo a molti altri per esempio coi leoni del Serengheti in Kenya, col gorilla, con l’elefante, con gli ippopotami nel Camerun zebbre e le giraffe, i cocodrilli, i tigri e gli elefanti. Infatti , tutti danno l’impressione di una vita preistorica misteriosa che regna in Africa. L’incontro sempre sorprendente con l’animale manifesta la natura africana, che è quella preistorica, ma proprio è dare forma e senso all’informe e soprattutto evidenza al mistero, come afferma Simone Casini nel suo articolo sul Moravia in Africa dicendo : 

« l’apparizione improvvisa dell’animale meraviglioso − in questo caso un elefante − sembra finalmente dar forma all’informe, significato all’insignificante, evidenza al mistero, rivelando la vera natura della Natura africana e trasformandola in Preistoria »40

Conclusione

Alberto Moravia è stato uno dei grandi scrittori e intelletuali del secolo scorso, è conosciuto con i suoi viaggi in quasi tutto il mondo, soprattutto in Africa, un continente al quale l’autore italiano ha dedicato tanti libri tale : A quale tribù appartieni ? nel (1972), di cui ne abbiamo parlato in quest’articolo, infatti il libro è una raccolta di articoli e interventi scritti sull’Africa, in cui Moravia ha revelato tanti misteri di questo continente.

Seguendo un approccio socio-culturale e inserendosi profondamente nella lettura dell’opera, si avverte che l’opera è un tissuto di grandi avventure in Africa, descrivendo : i popoli africani, le città africane, le tribù, i mercati, le tradizioni, il modo di vestire ma anche della natura preistorica, composta da fauna e flora splendida e meravigliosa. In questo articolo di ricerca , abbiamo cercato di revelare qualche mistero che lo scrittore italiano ha scritto sul continente nero tale le città africane in cui Moravia scopre il vero viso dell’Africa misteriosa che sono i mercati ; punti di tutti tipi d’incontro in Africa, in cui si trovano tanti misteri : la magia, la danza accanto alle città africane e alla cultura neo-africana, c’è anche un altro modello sociale della vita in Africa , che è la tribù, di cui abbiamo scelto due « i samburu » e « i masai » che sono due modelli di una cultura tribale con il loro modo di vita, che sono sparsi in tutta l’Africa, altri misteri revelati dal Moravia nell’opera sono la preistoria in cui il continente sta vivendo(la savana, la foresta(il paseasggio) e gli animali ) troviamo anche la schiavitù malgrado è stata un punto nero e un mistero di tanti secoli precedenti della storia dell’Africa, ma Moravia ha voluto presentarla nella sua opera africana . Dopo tanti viaggi e articoli sull’Africa , Moravia afferma che l’Africa ha un valore storico inestimabile per lui dicendo : « che tutti gli altri paesi del mondo hanno una storia ;l’Africa, lei, ha invece un’anima che tiene il luogo della storia »41

1 AlbertoMoravia, Alain Elkann, vita di Moravia, Bompiani, Milano, 2007, p. 221.

2 Cadioli Alberto, nell’introduzione a A quale tribù appartieni ?, Bompiani, Milano, 1972, p.IV

3 Siciliano Enzo, nell’introduzione a Viaggi-articoli1930-1990, Bompiani, Milano, P. IX

4 Tornatore Tonino, nella postfazione a Viaggi-articoli1930-1990, Bompiani, Milano, cit, p. 1802.

5 Moravia Alberto- Elkann Alain, vita di Moravia ( 2007), op.cit., p. 96.

6 Moravia Alberto, Breve autobiografia letteraria in opere 1927-1947, Bompiani, Milano, 1986, pp., XXIII .

7 Moravia Alberto, lettere dal sahara, Bompiani, Milano, 1981, p. 8.

8 Tornitore Tonino, postfazione in A.Moravia : viaggi-articoli 1930-1990, (1994), op.cit., p .1801.

9 Moravia Alberto-Elkann Alain, vita di Moravia, (2007), op.cit., p.215.

10 Cappellini Lorenzo- Moravia Alberto, In Africa, (2016), Minerva, Bologna, p.13.

11 Moravia Alberto, breve autobiografia letteraria in opere1927-1947, op. cit., P. XXXIII.

12 Moravia Alberto, passeggiate africane(1987), introduzione di Dacia Maraini, Milano, Bompiani, p. XI.

13 Moravia Alberto, A quale tribù appartieni ?, (1972), Milano, Bompiani, 1972, p. V-VI.

14 Moravia Alberto, nella copertina del libro “A quale tribù appartieni?”(1972).

15 Moravia Alberto, Passeggaite africane:il fascino del mister, ( 1987), op.cit., p. XII.

16 Moravia Alberto “A quale tribù appartieni?”, 1972.p. 94.

17 Ivi. , p. 94.

18 Ivi. , p. 120.

19 Ivi. , .p 120.

20 Moravia Alberto, A quale tribù appartieni ?, (1972), cit, p. 6-7.

21 Ivi, p. 23.

22 Moravia Alberto, 1972, op.cit, p. 22.

23 Ivi., p. 14.

24 Ivi., p. 14-15.

25 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 14.

26 Ivi., cit, p. 15.

27 Ivi., cit, p. 17.

28 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 38-39.

29 Ivi. cit, p. 40-41.

30 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 41-42.

31 Ivi., cit, p. 39.

32 Ivi., cit, p. 55.

33 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 34.

34 Ivi., cit, p

35 Ivi., cit, p. 36.

36 Ivi., cit, p. IX.

37 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 12.

38 Ivi., cit, p. 13.

39 Ivi. p. 123.

40 Casini Simone, Moravia in Africa, “Medea”, II, 1, 2016, DOI: http://dx.doi.org/10.13125/medea-2409.p28.

41 Moravia Alberto, Passegiate africane:Il fascino del mister, (1987), cit., p. XII.

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1 AlbertoMoravia, Alain Elkann, vita di Moravia, Bompiani, Milano, 2007, p. 221.

2 Cadioli Alberto, nell’introduzione a A quale tribù appartieni ?, Bompiani, Milano, 1972, p.IV

3 Siciliano Enzo, nell’introduzione a Viaggi-articoli1930-1990, Bompiani, Milano, P. IX

4 Tornatore Tonino, nella postfazione a Viaggi-articoli1930-1990, Bompiani, Milano, cit, p. 1802.

5 Moravia Alberto- Elkann Alain, vita di Moravia ( 2007), op.cit., p. 96.

6 Moravia Alberto, Breve autobiografia letteraria in opere 1927-1947, Bompiani, Milano, 1986, pp., XXIII .

7 Moravia Alberto, lettere dal sahara, Bompiani, Milano, 1981, p. 8.

8 Tornitore Tonino, postfazione in A.Moravia : viaggi-articoli 1930-1990, (1994), op.cit., p .1801.

9 Moravia Alberto-Elkann Alain, vita di Moravia, (2007), op.cit., p.215.

10 Cappellini Lorenzo- Moravia Alberto, In Africa, (2016), Minerva, Bologna, p.13.

11 Moravia Alberto, breve autobiografia letteraria in opere1927-1947, op. cit., P. XXXIII.

12 Moravia Alberto, passeggiate africane(1987), introduzione di Dacia Maraini, Milano, Bompiani, p. XI.

13 Moravia Alberto, A quale tribù appartieni ?, (1972), Milano, Bompiani, 1972, p. V-VI.

14 Moravia Alberto, nella copertina del libro “A quale tribù appartieni?”(1972).

15 Moravia Alberto, Passeggaite africane:il fascino del mister, ( 1987), op.cit., p. XII.

16 Moravia Alberto “A quale tribù appartieni?”, 1972.p. 94.

17 Ivi. , p. 94.

18 Ivi. , p. 120.

19 Ivi. , .p 120.

20 Moravia Alberto, A quale tribù appartieni ?, (1972), cit, p. 6-7.

21 Ivi, p. 23.

22 Moravia Alberto, 1972, op.cit, p. 22.

23 Ivi., p. 14.

24 Ivi., p. 14-15.

25 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 14.

26 Ivi., cit, p. 15.

27 Ivi., cit, p. 17.

28 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 38-39.

29 Ivi. cit, p. 40-41.

30 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 41-42.

31 Ivi., cit, p. 39.

32 Ivi., cit, p. 55.

33 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 34.

34 Ivi., cit, p

35 Ivi., cit, p. 36.

36 Ivi., cit, p. IX.

37 Moravia Alberto, (1972), cit, p. 12.

38 Ivi., cit, p. 13.

39 Ivi. p. 123.

40 Casini Simone, Moravia in Africa, “Medea”, II, 1, 2016, DOI: http://dx.doi.org/10.13125/medea-2409.p28.

41 Moravia Alberto, Passegiate africane:Il fascino del mister, (1987), cit., p. XII.

Samia Saidani

Université d’Alger 2جامعة الجزائر

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