Italo Calvino tra culture: dall’Algeria al Mediterraneo, sguardi incrociati e nuove coordinate critiche

إيتالو كالفينو بين الثقافات: من الجزائر إلى البحر الأبيض المتوسط، رؤى متقاطعة وإحداثيات نقدية جديدة

Italo Calvino entre cultures : de l’Algérie à la Méditerranée, regards croisés et nouvelles coordonnées critiques

Italo Calvino Across Cultures: From Algeria to the Mediterranean, Crossed Perspectives and New Critical Coordinates

Souad Khelouiati

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Souad Khelouiati, « Italo Calvino tra culture: dall’Algeria al Mediterraneo, sguardi incrociati e nuove coordinate critiche », Aleph [En ligne],  | 2023, mis en ligne le 24 décembre 2025, consulté le 25 décembre 2025. URL : https://aleph.edinum.org/15615

Il presente volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale dedicato a Italo Calvino, svoltosi in Algeria nel 2023 e organizzato congiuntamente dalle Università di Algeri 2, Badji Mokhtar di Annaba e di Blida 2 « Ali Lounici ». L’iniziativa nasce dal desiderio di interrogare l’opera calviniana attraverso prospettive plurali e situate, mettendo in dialogo la critica italiana e internazionale con le domande che emergono da uno spazio culturale mediterraneo e postcoloniale. Calvino, autore centrale del secondo Novecento, continua infatti a sollecitare letture molteplici perché coniuga sperimentazione formale e attenzione al mondo storico, riflessione teorica e inventività narrativa, etica della responsabilità e gusto della costruzione.

Alla base del progetto editoriale vi è la convinzione che l’“attualità” di Calvino non si esaurisca in una ricezione celebrativa, ma risieda nella sua forza euristica: nella capacità, cioè, di far lavorare insieme leggerezza e rigore, invenzione e razionalità compositiva, piacere del racconto e responsabilità dell’intellettuale. L’opera calviniana offre strumenti per pensare la storia e le ideologie, per descrivere i processi di costruzione della figura d’autore, per misurare le metamorfosi della modernità e per interrogare i dispositivi del racconto e i regimi dell’immaginazione. In questa prospettiva, la letteratura è intesa non soltanto come oggetto estetico, ma come pratica conoscitiva: un modo di nominare l’esperienza, di criticare le evidenze del senso comune e di rendere visibili le strutture che orientano il nostro rapporto con il reale.

Nel contesto algerino, queste questioni assumono una risonanza specifica. La presenza di Calvino nei percorsi universitari, nelle pratiche di traduzione e nell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda/straniera (L2/LS) invita a leggere l’opera come spazio di mediazione culturale: un luogo in cui si incontrano lingue (italiano, francese, arabo), tradizioni critiche e memorie storiche. La ricezione calviniana in un ambiente plurilingue rende inoltre particolarmente produttiva la riflessione sul rapporto fra lingua e potere, fra immaginazione e storia, fra istituzioni discorsive e possibilità di riscrittura. Gli Atti qui raccolti intendono quindi valorizzare, accanto alla dimensione strettamente letteraria, la circolazione transnazionale dell’opera e i suoi usi critici e didattici nel presente.

Dal punto di vista metodologico, il volume è organizzato in quattro sezioni, concepite come altrettanti fuochi tematici: « Calvino : histoire, idéologies et construction d’une figure d’auteur », « Poétiques, imaginaires et formes du récit chez Italo Calvino », « Didactique, L2/LS et traduction : Calvino en pratiques », « Regards comparés et résonances algéro‑méditerranéennes ». Tale architettura rende leggibile la pluralità dei metodi e degli oggetti, ordinandola secondo un movimento che va dalla ricostruzione storico‑ideologica e dalla definizione della figura pubblica dell’autore alle poetiche e alle forme del racconto; dalle dinamiche dell’immaginario alle pratiche didattiche e traduttive; fino ai confronti comparati e alle risonanze algéro‑mediterranee.

La prima sezione (« Calvino : histoire, idéologies et construction d’une figure d’auteur ») indaga la dimensione civile e storico‑politica dell’opera, nonché i meccanismi discorsivi che concorrono a costruire la notorietà auctoriale. In questa direzione si colloca il contributo di Youcef Immoune e Nawel Krim, dedicato all’esame critico della costruzione discorsiva della notorietà di Calvino nel discorso biografico, tra strategie di legittimazione e dispositivi di autorità. Soumaya Bourougaaoui propone una lettura dell’autore come intellettuale impegnato in politica, cultura e civiltà, mentre Mahmoud Hamdani offre una sintesi problematizzata del “pensiero calviniano”. Completa il quadro un’attenzione alle forme e ai contesti: Narimane Chebaiki studia l’epica in Il cavaliere inesistente, e Hayet Djedaidi analizza la rappresentazione della civiltà industriale italiana degli anni Cinquanta in La speculazione edilizia e La nuvola di smog.

La seconda sezione (« Poétiques, imaginaires et formes du récit chez Italo Calvino ») si concentra sulle strutture della narrazione, sulle figure dell’immaginario e sui dispositivi formali che attraversano l’opera. Nesma Abdoune esplora le figure materne nelle opere di Calvino, evidenziandone le configurazioni simboliche e le ambivalenze; Ali Aberkane studia la poetica della trasmutazione in Il castello dei destini incrociati; Wahiba Boulkour affronta la vertigine del racconto come questione poetica e cognitiva; Loubna Bennini indaga, infine, la dialettica fra visibile e invisibile, mostrando come l’immaginazione calviniana operi come soglia e come dispositivo di conoscenza.

La terza sezione (« Didactique, L2/LS et traduction : Calvino en pratiques ») mette in primo piano la dimensione operativa della lettura: Calvino come autore “da laboratorio”, capace di alimentare percorsi di insegnamento, di competenza interculturale e di traduzione creativa. Luciana Ingrosso propone piste didattiche a partire dall’intreccio tra immagini e parole in Amori difficili, con attenzione alle esigenze dell’italiano L2/LS; Zahira Larbi presenta un’Unità di Apprendimento attorno a « L’antilingua », con un focus sul linguaggio burocratico e sulla competenza interculturale in contesto universitario algerino; Imene Menai riflette sul valore metalinguistico di Calvino nella traduzione creativa di Raymond Queneau (I fiori blu); Merouane Addou e Maria Calpini discutono infine l’impiego dei testi calviniani nell’insegnamento dell’italiano come lingua straniera.

La quarta sezione (« Regards comparés et résonances algéro‑méditerranéennes ») amplia il campo, mettendo in dialogo Calvino con altri immaginari e altre scritture del Mediterraneo e del Novecento. Hacène Arab indaga le relazioni tra spazio e scrittura in Il barone rampante e L’Infante maure di Mohammed Dib, intorno alla figura della “bambina sugli alberi”, proponendo una lettura delle affinità e delle distanze fra due poetiche dell’altrove. Mohamed‑Karim Assouane, con un’attenzione rivolta alla cartografia del “sotterraneo” in Rachid Boudjedra, offre un controcampo utile per comprendere dinamiche di spazio, memoria e immaginario nella scrittura mediterranea. Souad Khelouiati e Hacene Belkacem, infine, mettono in prospettiva la Resistenza e l’impegno dell’intellettuale attraverso una lettura gramsciana di Calvino e Mammeri, interrogando le forme della responsabilità e i modi della mediazione culturale.

Ciò che emerge complessivamente è l’immagine di un autore che continua a funzionare come “operatore” culturale: punto di snodo tra tradizione e sperimentazione, tra storia e finzione, tra critica del presente e apertura di mondi possibili. Attraverso la varietà dei temi, dei metodi e delle lingue di scrittura, questi Atti invitano a rinnovare il dialogo tra la cultura italiana, quella internazionale e quella algerina, contribuendo ad ampliare il campo degli studi calviniani e a consolidare uno spazio comune di ricerca, di insegnamento e di confronto.

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