Italo Calvino e la vertigine del racconto

Wahiba Boulkour

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Wahiba Boulkour, « Italo Calvino e la vertigine del racconto », Aleph [على الإنترنت], نشر في الإنترنت 18 décembre 2025, تاريخ الاطلاع 19 décembre 2025. URL : https://aleph.edinum.org/15269

Italo Calvino ha sempre manifestato un grande interesse per il concetto di « molteplicità ». In molti dei suoi scritti, e in particolare nell’opera « Se una notte d’inverno un viaggiatore », Calvino presenta la sua visione della società e della realtà come un infinito groviglio, complesso e caotico. Questa realtà molteplice si manifesta attraverso una varietà di narrazioni multiple. Calvino utilizza spesso narrazioni ramificate e multiple per offrire diverse prospettive sugli stessi eventi o personaggi. Ciò crea una sorta di specchio che si frantuma, riflettendo le infinite interpretazioni e varietà dell’universo.

إيتالو كالفينو أظهر دائمًا اهتمامًا كبيرًا بمفهوم « التعددية ». في كثير من كتاباته، وخاصة في عمله « لو أن مسافراً في ليلة شتاء »، يقدم كالفينو رؤيته للمجتمع والواقع كشبكة لا نهائية، معقدة وفوضوية. يتجلى هذا التعدد في الواقع من خلال مجموعة متنوعة من السرديات المتعددة. يستخدم كالفينو كثيرًا السرديات المتفرعة والمتعددة لتقديم منظورات مختلفة عن نفس الأحداث أو الشخصيات. يخلق هذا نوعًا من المرآة التي تتشظى، تعكس التفسيرات والتنوعات اللانهائية للكون.

Italo Calvino a toujours manifesté un grand intérêt pour le concept de « multiplicité ». Dans beaucoup de ses écrits, et en particulier dans l’œuvre « Si par une nuit d’hiver un voyageur », Calvino présente sa vision de la société et de la réalité comme un enchevêtrement infini, complexe et chaotique. Cette réalité multiple se manifeste à travers une variété de récits multiples. Calvino utilise souvent des récits ramifiés et multiples pour offrir différentes perspectives sur les mêmes événements ou personnages. Cela crée une sorte de miroir qui se brise, reflétant les interprétations et les variations infinies de l’univers.

Italo Calvino has always shown a great interest in the concept of « multiplicity ». In many of his writings, and particularly in the work « If on a winter’s night a traveler », Calvino presents his vision of society and reality as an infinite tangle, complex and chaotic. This multiple reality manifests itself through a variety of multiple narratives. Calvino often uses branching and multiple narratives to offer different perspectives on the same events or characters. This creates a kind of mirror that shatters, reflecting the infinite interpretations and variations of the universe.

Introduzione

Nel 1984 Italo Calvino fu invitato da Harvard University a tenere le Charles Eliot Norton Lectures (a.a. 1985–1986). Preparò un ciclo di sei conferenze sui valori letterari da traghettare nel nuovo millennio: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Coerenza (Consistency). Colpito da un ictus e scomparso il 19 settembre 1985, non poté tenere le lezioni: ne redasse compiutamente cinque; la sesta rimase incompiuta. I testi confluirono poi in Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio (1988), pubblicate postume.

Obiettivo di questo contributo è mostrare come la categoria di « molteplicità », formulata nelle Lezioni americane, si incarni in Se una notte d’inverno un viaggiatore attraverso (i) l’architettura a incastro e la polifonia degli inizi, (ii) i dispositivi metanarrativi di specchio e di messa in abyme, (iii) la costruzione della Lettrice Ludmilla come figura seriale e differenziale. L’ipotesi di lettura è che la molteplicità funzioni non solo come scelta formale, ma come etica della lettura e della conoscenza del reale. Dopo una breve contestualizzazione dell’autore (1), l’analisi si concentra sull’opera e sui suoi dispositivi (2), con un approfondimento sulla moltiplicazione identitaria di Ludmilla (2.2).

1. Italo Calvino l’autore poliedrico

Italo Calvino, l’autore poliedrico, è nato nel 1923 a Cuba, dove i suoi genitori si erano trasferiti per ragioni di lavoro. Il padre era un agronomo, mentre la madre era una ricercatrice di botanica. Dopo la nascita del primogenito « Italo », la famiglia è tornata in Italia. Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella provincia di Imperia, più precisamente nella città di Sanremo, dove ha ricevuto un’educazione di stampo razionalistico e laico, poiché i suoi genitori, provenienti da famiglie con una tradizione repubblicana e mazziniana, erano antimonarchici e anticlericali.

Dopo aver conseguito la maturità, si è iscritto alla facoltà di agraria dell’Università di Torino, dove insegnava anche suo padre, ma non ha dimostrato alcun interesse per la materia e ha presto abbandonato gli studi.

Durante il periodo della Resistenza, ha aderito al Partito Comunista e dopo la guerra ha svolto attività politiche. Nel frattempo, ha iniziato a frequentare gli ambienti letterari di Milano e Torino. A Torino, si è iscritto alla facoltà di Lettere, laureandosi con una tesi sullo scrittore inglese Joseph Conrad. Ha scritto « Il sentiero dei nidi di ragno », pubblicato da Giulio Einaudi nel 1947, che ha ottenuto un certo successo di vendite. Nel 1950, dopo il suicidio di Cesare Pavese, Calvino è entrato a far parte dello staff di Einaudi, occupando il posto lasciato vacante da Pavese.

Iniziano così i suoi incontri con diversi intellettuali appartenenti a varie forze antifasciste. Calvino si è appassionato a documentare le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche e ha mantenuto la sua fedeltà al Partito, nonostante le rotture con molti amici, come Elio Vittorini.

Con i critici, Calvino ha avuto un rapporto piuttosto agitato e difficile, poiché questi ultimi cercavano di reprimere i suoi tentativi di scrivere romanzi e racconti di tipo neorealista. Si è quindi dedicato al genere fiabesco, e Vittorini ha pubblicato nella collana « Gettoni » « Il Visconte dimezzato ». Questo romanzo gli ha valso riconoscimenti letterari ufficiali, nonostante le polemiche legate al suo presunto impegno politico e legame con la realtà sociale ed economica della letteratura, anche all’interno del Partito Comunista.

Negli anni Cinquanta, Calvino occupava già un suo posto e aveva uno stile ben definito nella letteratura italiana. Si trasferiva sempre più spesso a Roma, che era diventata il centro della produzione letteraria. In quegli anni ha completato una raccolta di « Fiabe italiane » della tradizione popolare, prese da varie regioni e tradotte dai dialetti. Si è interessato sempre di più alla cultura settecentesca, da cui ha tratto ispirazione per uno dei suoi romanzi più impegnativi : « Il barone rampante » (1957).

Nel 1956, con l’emergere di molti irrigidimenti ideologici che hanno diviso il fronte antifascista, Calvino ha deciso di allontanarsi dal Partito Comunista. Nel 1959, Elio Vittorini lo ha invitato a occupare il posto di co-direttore nella sua nuova rivista letteraria « Il Menabò ». Negli anni successivi, i viaggi e i soggiorni all’estero sono diventati più frequenti, e nel 1964 si è trasferito a Parigi con la moglie, di origine russa.

Negli ultimi anni della sua vita, Calvino ha continuato la sua attività di saggista e scrittore, diventando un letterato di successo. Nel 1984, l’Università di Harvard lo ha invitato a tenere un ciclo di lezioni sull’importanza e il ruolo della letteratura alla fine del millennio. Purtroppo, nell’estate di quell’anno, Italo Calvino è morto improvvisamente a causa di un ictus, lasciando incompiute le sue famose « Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio ».

Il concetto di molteplicità in letteratura può assumere diverse forme e tipologie a seconda del contesto in cui viene utilizzato. In generale, il termine può riferirsi a diverse dimensioni o aspetti della produzione letteraria. Tra le molte interpretazioni, ne citiamo alcune :

  • Polifonia e variazione di voci narrative : la molteplicità può riflettere la presenza di voci narrative diverse all’interno di un’opera letteraria. Questa varietà di prospettive e voci può arricchire la trama e offrire una panoramica più completa delle esperienze e delle prospettive dei personaggi.

  • Stili e generi diversificati : nell’ambito della molteplicità, si possono considerare gli stili e i generi letterari diversificati presenti in un’opera o nel corpo di lavoro di un autore. L’abilità di un autore nel variare il proprio stile o nel sperimentare con generi differenti può essere interpretata come una manifestazione di molteplicità.

  • Rappresentazione di identità multiple : la molteplicità può anche riferirsi alla rappresentazione di identità multiple, come la presenza di molteplici voci culturali, linguistiche o sociali all’interno di un’opera. Questo può essere particolarmente evidente in opere che esplorano la complessità delle identità individuali o collettive.

  • Strutture narrative complesse : in alcuni casi, la molteplicità può essere associata a strutture narrative complesse, in cui diverse linee narrative coesistono o si intrecciano in modi intricati. Questa complessità può offrire al lettore un’esperienza più articolata e sfaccettata.

  • Sperimentazione linguistica e formale : la molteplicità può manifestarsi anche attraverso la sperimentazione linguistica e formale. Gli autori che esplorano diverse forme di espressione letteraria o che giocano con la struttura del testo possono essere considerati creatori di opere caratterizzate da molteplicità.

La molteplicità in letteratura può abbracciare diversi aspetti, dalla pluralità di voci narrative e stili a una rappresentazione complessa delle identità e delle strutture narrative. Ogni autore può interpretare e incorporare il concetto in modi unici, contribuendo così alla ricchezza e alla diversità della letteratura :

« Testi plurimi che mettono a confronto diverse voci e diversi sguardi sul mondo, opere che aspirano a contenere tutto il possibile e perciò sono destinate a rimanere incompiute, racconti o romanzi o iper-romanzi che si pongono come repertori di ipotesi, inventari mentali, ramificazioni di possibilità. » (Barenghi, 2005, p. 118).

2. La presentazione dell’opera

« Se una notte d’inverno un viaggiatore » è un romanzo pubblicato nel 1979 ed è uno degli esempi più illustri di iper-romanzo della letteratura italiana, un romanzo fatto da inizi senza fine. La storia è assai ambigua ; il personaggio principale del romanzo, a cui lo scrittore si rivolge sempre con la seconda persona singolare, è un giovane uomo appassionato di lettura, ma non è un esperto come lo è Ludmilla, la famosa lettrice. Quest’ultima è una donna misteriosa, molto intelligente e analitica, che si lascia attrarre dal Lettore. Entrambi sono persone molto determinate, che cercano a tutti costi di concludere la lettura di un libro, anche se durante questa vicenda non sono stati particolarmente fortunati in quest’intento. Durante tutta la storia, non viene mai dato il nome di questo personaggio, allo scopo di fare immedesimare il lettore in lui, perché se avesse avuto un nome, i lettori lo avrebbero associato a un personaggio, non più a una figura che sarebbero potuti essere. È affascinato dalla personalità di Ludmilla e tenta con tutti i mezzi di conquistarla. Il Lettore cresce di capitolo in capitolo, forse anche grazie all’aiuto e agli incoraggiamenti di Ludmilla. Il giovane inizia a leggere un romanzo intitolato « Se una notte d’inverno un viaggiatore », ma il libro si interrompe per un errore di impaginazione. Si reca quindi in libreria per cambiarlo, dove incontra un’altra appassionata di lettura che ha vissuto la stessa situazione. Si chiama Ludmilla, una giovane di cui il lettore si innamora subito. I due protagonisti intraprendono una ricerca sul finale del primo « vero » libro che hanno iniziato a leggere. Ogni volta però finiscono per trovare nuovi libri, sempre incompleti. Il romanzo si compone quindi di dieci inizi di dieci romanzi diversi.

2.1. Aspetti di molteplicità in « Se una notte d’inverno un viaggiatore »

Grazie al suo linguaggio lucido e pulito, Italo Calvino riesce a innovare in modo spettacolare la struttura dei suoi temi. Si occupa di racconti di viaggio, di racconti per bambini, di giornalismo ed è l’unico intellettuale italiano ad avere attraversato le tre grandi correnti del secondo Novecento : il Neorealismo, le Neoavanguardie e il postmodernismo.

Nel 1976, gli intellettuali si sentono più liberi ; non ci sono più i grandi schemi da seguire, non ci sono più le catene e le regole delle correnti forti, non c’è più l’esistenzialismo, né il marxismo. Calvino mette in luce il metaracconto, cioè il racconto nel racconto ; l’opera letteraria è sciolta, smembrata e ricomposta ; all’interno di uno stesso romanzo si nota la presenza di citazioni provenienti da altri libri, insomma, un libro dentro un libro.

Secondo Calvino, per comprendere appieno il principio di molteplicità, occorre osservare il mondo da una prospettiva completamente diversa, cioè considerare questo mondo come se fosse un intricato intreccio di reti, relazioni, legami e connessioni. È fondamentale abbandonare l’approccio frontale, diretto, all’oggetto che lascia l’individuo distante e passivo.

« La relazione tra il frammento e la molteplicità è duplice : il frammento è un elemento del complesso, è locale, offre una prospettiva limitata. Ma contemporaneamente racchiude al suo interno la molteplicità, in quanto è plurale nello stesso modo in cui ogni elemento di un frattale contiene l’intero pattern. La molteplicità del frammento è la sua pluralità di significati, la sua flessibilità, la sua poliedricità, la capacità di inserirsi in processi differenti, di accettare le regole di diversi giochi linguistici. » (Rossi, 2010, p. 50)

Lo scrittore considerava il romanzo come un’enciclopedia di mondi possibili, in cui ogni pagina apre una porta verso l’infinita varietà dell’esperienza umana. Ma bisogna chiarire che per enciclopedia, Calvino non intendeva racchiudere il sapere in un circolo chiuso ma come qualcosa che raccoglie nozioni infinite in tutti i campi della conoscenza e soprattutto come una rete che collega le persone e gli eventi :

« Qualcuno potrà obiettare che più l’opera tende alla moltiplicazione dei possibili, più si allontana da quell’unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario, rispondo, chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazione ? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. » (Calvino, 1988, p. 134)

Nel romanzo « Se una notte d’inverno un viaggiatore », il concetto di « molteplicità » si riflette in diversi aspetti. Il primo aspetto viene raffigurato nelle narrazioni frammentate e molteplici ; il lettore viene tuffato e coinvolto in una varietà di mondi e sfere narrative, ognuno con la sua storia unica.

« Sempre a Calvino si deve, qualche anno dopo, la pubblicazione di un romanzo sperimentale, tutto ipertestuale, ’Se una notte d’inverno un viaggiatore’, in cui si stravolge il tradizionale impianto narrativo a vantaggio di una narrazione frammentata e discontinua. Calvino si ispira alla tradizione francese, a Raymond Queneau e alle sperimentazioni del gruppo dell’Oulipo. È senz’altro oulipano, infatti, l’espediente utilizzato per legare i vari brani del romanzo : dieci inizi diversi che sviluppano un nucleo comune secondo prospettive differenti. » (Anichini, 2010, p. 129)

Altri aspetti significativi sono i personaggi molteplici ; il libro presenta una serie di personaggi, ciascuno con la propria voce e personalità. Questi personaggi, anche se sono diversi e indipendenti, sono collegati dalla loro comune esperienza di lettura. Si nota anche la presenza di parecchi generi letterari ; il romanzo raccoglie una vasta gamma di generi letterari come, per esempio, il fantastico, il giallo e il romanzo d’amore. Questo genera una molteplicità di toni, atmosfere e stili.

« Ogni minimo oggetto è visto come il centro d’una rete di relazioni che lo scrittore non sa trattenersi dal seguire, moltiplicando i dettagli in modo che le sue descrizioni e divagazioni diventano infinite. Da qualsiasi punto di partenza il discorso s’allarga a comprendere orizzonti sempre più vasti, e se potesse continuare a svilupparsi in ogni direzione arriverebbe ad abbracciare l’intero universo. » (Calvino, 1988, p. 117)

La struttura di quest’opera narrativa è innovativa, perché gioca con il concetto di molteplicità, ma l’aspetto su cui ci concentreremo in questo studio sarà quello delle identità plurali o molteplicate. Italo Calvino usa, spesso, identità ramificate per offrire diverse prospettive sugli stessi personaggi. Questo crea una sorta di specchio che si frantuma e ogni pezzo rispecchia le infinite varietà dell’universo e le diverse esperienze umane, che ognuno interpreta a modo suo.

2.2. Le identità moltiplicate di Ludmilla

I protagonisti del libro sono spesso privi di una chiara identità o hanno identità multiple. Il « lettore » si scontra con parecchi personaggi, tra cui Ludmilla, quell’essere misterioso e sfuggente. Questa mancanza di consistenza identitaria contribuisce alla sensazione di ambiguità che domina il romanzo. I protagonisti di Calvino subiscono un processo di amplificazione stregante che li rende esseri affascinanti e inaccessibili. Per esempio la Lettrice, ossia Ludmilla, durante tutto il romanzo viene presentata con caratteri di una donna misteriosa ma protettiva e rassicurante, è come una Matrioshka, la bambola russa che nasconde sempre altre bambole in sé. Lei riesce a spargersi in diverse immagini plurali e multiple, attraverso una miriade di altre donne e lettrici presenti nelle altre storie.

In questa opera, i dieci diversi libri e i diversi incipit giocano un ruolo cruciale, quello di strumenti di comunicazione, ma anche come luoghi di incontro per i due lettori che attraverso queste pagine vivono la loro storia d’amore. Il giorno del primo incontro la Lettrice viene descritta così :

« Occhi vasti e veloci, carnagione di buon tono e buon pigmento, capelli d’onda ricca e vaporosa (...) Lei sorride, ha fossette, ti piace ancora di più. Sei tu entrato in un campo magnetico di cui non puoi sfuggire l’attrazione » (Calvino, 2012, p. 24).

In quel momento inizia la loro storia, i due scoprono di avere un punto in comune : la lettura. La loro relazione è ambigua, particolare. Ludmilla è una donna riservata, prudente, quindi spontaneamente respinge il Lettore, considerato come un’invasione, una minaccia che turba la sua pace interiore. Per difendersi, lei sparge degli ostacoli di fronte al lettore : Lotaria, sua sorella. Lotaria è come la lupa, la creatura infernale che impedisce e vincola il cammino di Dante Alighieri nella Divina Commedia. Lotaria, in Se una notte d’inverno un viaggiatore, è feroce, è una giovane donna acerba, aspra, il suo obiettivo è vincolare gli uomini che si avvicinano da sua sorella. Lotaria e Ludmilla sono le due facce di una stessa medaglia : una è l’essere fragile, frale, l’altra invece potrebbe benissimo rappresentare l’immagine del nido pascoliano. Lotaria, anche se sembra aggressiva, rappresenterebbe il rifugio e la protezione.

Per i predatori, il personaggio di Lotaria è soffocante, addirittura petulante, sembrerebbe un polipo che si appiccica al lettore con i suoi tentacoli e spruzza il suo inchiostro per scoraggiare i predatori che si avvicinano da Ludmilla. L’immagine protettiva e rassicurante della Lettrice riesce a riflettersi lungo tutto il romanzo, nonostante le sue lunghe assenze da molti capitoli :

« Non è detto che un personaggio per adempiere alla funzione di protagonista d’un’opera deve necessariamente avere tanto spessore. La funzione del personaggio può paragonarsi a quella d’un operatore, nel senso che questo termine ha in matematica. Se la sua funzione è ben definita, egli può limitarsi a essere un nome, un profilo, un geroglifico, un segno » (Calvino, 1995, p. 385).

Infatti, questa inconsistenza fisica non fa che accentuare il suo lato sfuggente. Inoltre, è solo nel settimo capitolo che l’autore si rivolge alla Lettrice. La curiosità del Lettore lo spinge a vagare nello spazio di Ludmilla, analizza il suo entourage, si introduce nelle differenti stanze di casa sua :

« La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri. Per capire questo, il Lettore sa che la prima cosa da fare è visitare la cucina » (Calvino, 2012, p. 118).

E qui prova a fare un ritratto della lettrice attraverso i diversi generi di libri che legge, perché ovviamente la lettura occupa un posto rilevante nella sua vita. Il giovane continua la sua ricerca e si dirige verso un’altra stanza molto rilevante : la cucina. Lì, osserva tutti gli utensili e spezie che trova, perché quel posto è pieno di elementi, sentori e gusti che riguardano la personalità della ragazza :

« Osservando la tua cucina dunque si può ricavare una immagine di te come donna estroversa e lucida, sensuale e metodica, che mette il senso pratico al servizio della fantasia. Qualcuno si potrebbe innamorare di te solo a vedere la tua cucina ? Chissà : forse il Lettore, che già era favorevolmente predisposto » (Calvino, 2012, p. 120).

La Lettrice è un fiume che scorre e sparge la sua energia vitale ovunque vada e, come il fiume che si dirama dando nascita ad altri rami, pure Ludmilla si diffonde sotto i lineamenti e caratteri di altre giovani donne presenti nelle diverse storie. Lei è uno, nessuno e centomila, a volte è una lettrice di origine straniera : “nell’isola dell’Oceano Indiano, una bagnante vestita d’un paio d’occhialoni neri e d’uno strato d’olio di noce” (Calvino, 2012, p. 105). Altre volte è una giovane donna in montagna, sdraiata in una terrazza : “Su una sedia a sdraio, sul terrazzo d’uno chalet in fondo valle, c’è una giovane donna che legge” (Calvino, 2012, p. 142).

Ogni volta Calvino ci presenta una giovane donna che si dissipa a sua volta per lasciare spazio a un’altra immagine di Lettrice, ma alla fine tutte rimandano alla figura principale della donna tanto amata dall’autore : Ludmilla. « Non puoi fare a meno di dare alla lettrice senza volto evocata da Marana le sembianze della Lettrice che conosci, già vedi Ludmilla tra le zanzariere, sdraiata su un fianco, l’onda dei capelli che piove sul foglio » (Calvino, 2012, p. 108).

Nasce così una miriade di lettrici presenti nei dieci romanzi : quella materna e protettiva, quella sadica e vendicativa e anche quella innocente e angelica. In somma, un vero catalogo di caratteri che lo scrittore descrive offrendo ai lettori delle briciole sulla loro personalità e frammenti sul loro aspetto esteriore :

« Nell’impastare la carne tritata sulla farina intrisa d’uova, le braccia rosse e sode di Brigd picchiettate di lentiggini dorate si coprono d’una spolveratura bianca con appiccicati frammenti di carne cruda. A ogni su e giù del busto di Brigd sul tavolo di marmo, le sottane da dietro si sollevano di qualche centimetro e mostrano l’incavo tra polpaccio e bicipite femorale dove la pelle è più bianca, solcata da una sottile vena celeste » (Calvino, 2012, pp. 28–29).

Tutte le figure sono molto diverse l’una dall’altra, sia nella loro cultura sia nel loro fisico, ma c’è una cosa che le accomuna e le lega con un legame invisibile ma molto forte : è la lettura. Ogni figura di lettrice viene descritta mentre legge. Da tutte le pagine del libro emana l’amore che provano i personaggi per la lettura, è talmente grande che questi ultimi non si fermano davanti agli ostacoli che vincolano la loro ricerca e che gli hanno impedito di concludere la lettura dei libri.

Per attrarre i lettori, Calvino presenta anche alcune lettrici attraverso capi ed accessori che indossano : “Se non fosse per i capelli cortissimi e gli enormi occhiali, diresti che somiglia a Lotaria” (Calvino, 2012, p. 180). Oppure : “vestita d’un paio d’occhialoni neri e d’uno strato d’olio di noce, che frappone tra la sua persona e i raggi del sole canicolare l’esiguo scudo d’una popolare rivista newyorkese” (Calvino, 2012, p. 106).

Calvino fornisce tanti elementi su questi personaggi, sono come le sfaccettature di una pietra preziosa, ogni piccola superficie riverbera una figura femminile. Questa abbondanza di informazioni fornite in questa opera e grazie alle personalità machiavelliche di queste donne, i protagonisti maschi sono sconvolti e turbati, per loro è impossibile capire i meccanismi che una donna usa per sfuggirli : “Col fiato sospeso hai seguito da una lettera all’altra le trasformazioni della lettrice, come se si trattasse sempre della stessa persona... Ma anche se fossero molte persone, a tutte tu attribuisci l’aspetto di Ludmilla” (Calvino, 2012, p. 108).

Si nota la presenza di specchi, di moltiplicazione di oggetti e di immagini, tutti sono elementi che rinviano alla molteplicità. Magari l’autore vuole pure lui nascondersi o rendere la sua immagine inafferabile : “è la mia immagine che voglio moltiplicare, ma non per narcisismo o megalomania come si potrebbe troppo facilmente credere : al contrario, per nascondere, in mezzo a tanti fantasmi illusori di me stesso, il vero io che li fa muovere” (Calvino, 2012, p. 136), ma “per nascondere, in mezzo a tanti fantasmi illusori di me stesso, il vero io che li fa muovere” (Calvino, 2012, p. 136).

La costruzione del romanzo è assai elaborata e la rappresentazione di Ludmilla sembra corrispondere ad una fase finale di sviluppo di tutte le altre figure presenti nell’opera. Di volta in volta attrice, spettatrice e narratrice, Ludmilla, con la sua capacità di metamorfosi, la sua abilità a moltiplicarsi, a mettere in scena simultaneamente le diverse facce di un unico personaggio, è inafferrabile, inaccessibile. Lei occupa pienamente il racconto, smarrendo il lettore diventato, ormai, prigioniero di questo teatro di illusioni ottiche e speculari : “Chissà cosa legge. So che non è un mio libro e istintivamente ne soffro, sento la gelosia dei miei libri che vorrebbero essere letti come lei. Non mi stanco di guardarla : sembra abitare in una sfera sospesa in un altro tempo e in un altro spazio«  (Calvino, 2012, p. 106). Oppure :

 »Marana ammira l’imperturbabilità di una giovane che se ne sta accoccolata in disparte (...) Nella degradazione che la cattività prolungata e promiscua impone all’aspetto e al contegno di tutti noi, questa donna mi sembra protetta, isolata, avviluppata come in una luna lontana...«  (Calvino, 2012, p. 107).

Questi numerosi dettagli, queste molteplici sfaccettature, rivelano una donna capace di moltiplicare la sua immagine, rendendosi incomprensibile, sfuggente. Ludmilla, per esempio, è assente da molti capitoli, si rivela capace di trasformarsi come un camaleonte e di costituirsi diverse protezioni e armature grazie alle altre figure femminili che la circondano.

L’immagine della donna ha sempre creato confusione, perché l’autore costruisce dei personaggi che sembrano al lettore assai comuni, anche insignificanti, ma mano a mano che si va avanti nella lettura si rivela che queste figure sono, in realtà, il fulcro, il perno della storia. Sono figure di donne complesse capaci di sdoppiarsi, regalando ai lettori un ritratto di una donna  »molteplice« , come nel caso dei personaggi femminili in Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Nel romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino ci offre un gioco di illusioni speculari legato all’immagine della donna. Presenta diversi ritratti, spargendo briciole di elementi che si trasformano poi in una moltitudine di informazioni. Bisogna sottolineare in questa opera la permanenza della figura femminile, infatti, quest’ultima si manifesta in maniera costante con le caratteristiche della Lettrice  »Ludmilla«  e le altre figure di donne che occupano ciascuno dei dieci inizi dei romanzi.

Personaggio misterioso e molteplice, dissimulato sotto diverse maschere, riesce a regnare ed invadere tutto il romanzo con questa presenza ramificata. Infatti, il personaggio di Ludmilla, in Se una notte d’inverno un viaggiatore si costruisce una protezione o un rifugio in tutte le altre donne, che le permettono anche di proteggersi ed evitare tutti i pericoli che la circondano.

Conclusione

Italo Calvino spicca come un autore straordinariamente innovativo, non solo per i temi trattati nelle sue opere, ma soprattutto per la struttura narrativa che adotta. Egli introduce il concetto di « metaracconto, » cioè una storia all’interno di un’altra storia. Le sue opere letterarie vengono analizzate e ricomposte, spesso incorporando citazioni da altri romanzi, creando così un universo letterario in cui un libro può essere racchiuso dentro un altro. Per Calvino, la molteplicità è un principio vitale, un ideale che merita di essere preservato. Questa diversità permette di esaminare la realtà da molteplici prospettive, considerando la realtà come un ente con molti volti e lati. La molteplicità diventa un aspetto cruciale del lavoro dello scrittore poiché introduce dubbi, possibilità e allarga gli orizzonti, mettendo così i lettori di fronte a un’infinità di scelte, prospettive e soluzioni : « La letteratura è un inganno che genera realtà più vere del vero ; attraverso la letteratura uno scrittore può agire su di noi più profondamente di una persona in carne e ossa » (Segre. 1984. 155). Secondo Calvino, la società è un caos vasto e intricato, un vero e proprio labirinto. È, quindi, compito dell’intellettuale portare ordine in questo caos attraverso la scrittura, riflettendo la complessità della società e cercando di porre rimedio al disordine attraverso la narrazione.

Anichini, A. (2010). Il testo digitale. Leggere e scrivere nell’opera dei nuovi media. Milano: Apogeo.

Barenghi, M. (2005). Preliminari sull’identità di un Norton lecturer. In Chroniques italiennes, n. 75–76 (gennaio–febbraio), pp. 27–44.

Calvino, I. (1988). Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio. Milano: Garzanti.

Calvino, I. (1995). Una pietra sopra. Milano: Mondadori.

Calvino, I. (2012). Se una notte d’inverno un viaggiatore. Milano: Mondadori. (Opera originale pubblicata nel 1979).

Rossi, P. G. (2010). Tecnologia e costruzione di mondi. Roma: Armando.

Segre, C. (1984). Se una notte d’inverno un romanziere sognasse un aleph di dieci colori. In C. Segre, Teatro e romanzo: due tipi di comunicazione letteraria (pp. 135–173). Torino: Einaudi.

Segre, C. (1984). Se una notte d’inverno un romanziere sognasse un aleph di dieci colori. Torino : Einaudi.

Wahiba Boulkour

Université Badji Mokhtar – Annaba

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