Italo Calvino : un intellettuale impegnato in politica, cultura e civiltà

إيتالو كالفينو: مثقّفٌ ملتزمٌ بالسياسة والثقافة والحضارة

Italo Calvino : un intellectuel engagé en politique, culture et civilisation

Italo Calvino: An Intellectual Engaged in Politics, Culture, and Civilization

Soumaya Bourougaaoui

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Soumaya Bourougaaoui, « Italo Calvino : un intellettuale impegnato in politica, cultura e civiltà », Aleph [En ligne],  | 2023, mis en ligne le 23 décembre 2025, consulté le 23 décembre 2025. URL : https://aleph.edinum.org/15585

Italo Calvino è considerato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento. I suoi testi, apprezzati da critica e pubblico, sono stati tradotti in numerose lingue e continuano a circolare su scala internazionale. Da sempre attento alla vita civile e culturale del suo Paese, Calvino elabora una narrativa spesso descritta come un processo combinatorio tra istanza neorealista e immaginario fiabesco. In Il sentiero dei nidi di ragno e in L’entrata in guerra, lo scrittore rielabora l’esperienza della Resistenza e del conflitto, mantenendo uno sguardo vigile sulle trasformazioni politiche e sociali. Nelle Lezioni americane, inoltre, egli definisce l’etica dello scrivere come capacità di comunicare con leggerezza, precisione e determinazione.
Questo contributo intende mostrare come la narrativa calviniana abbia orientato la letteratura del secondo dopoguerra verso forme di rinnovamento tematico e stilistico, coniugando neorealismo e fantastico e proponendo un modello di innovazione ancora attuale.

يُعَدّ إيتالو كالفينو واحدًا من أبرز كتّاب إيطاليا في النصف الثاني من القرن العشرين. وقد حظيت كتاباته باهتمام النقّاد والباحثين والقرّاء، وتُرجمت إلى لغات عديدة، مما أكسبها حضورًا دوليًّا متواصلًا. وبوصفه كاتبًا منشغلًا بالحياة المدنية والثقافية في بلده، طوّر كالفينو سردًا يُوصَف غالبًا بأنه بناءٌ تركيبيّ يجمع بين النزعة الواقعية الجديدة وخيال الحكاية. ففي درب أعشاش العناكب والدخول في الحرب يعيد الكاتب صياغة تجربة المقاومة والحرب، محافظًا على وعيٍ دقيق بالتحوّلات السياسية والاجتماعية. وفي محاضرات أمريكية يحدّد كذلك أخلاقيات الكتابة بوصفها قدرةً على التواصل بخفّة ودقّة وحزم.
يهدف هذا المقال إلى إبراز كيف أسهم السرد الكالفيني في توجيه أدب ما بعد الحرب نحو تجديدٍ موضوعيّ وأسلوبـي، عبر المزاوجة بين الواقعية الجديدة والسرد العجائبي، واقتراح نموذجٍ للابتكار ما يزال راهنًا.


Italo Calvino est considéré comme l’un des grands écrivains italiens de la seconde moitié du XXᵉ siècle. Ses œuvres, appréciées par la critique comme par le public, ont été traduites dans de nombreuses langues et connaissent une diffusion internationale durable. Attentif à la vie civile et culturelle de son pays, Calvino élabore une écriture souvent décrite comme un processus combinatoire entre l’élan néoréaliste et l’imaginaire du conte. Dans Le Sentier des nids d’araignée et L’Entrée en guerre, il réélabore l’expérience de la Résistance et du conflit, tout en demeurant sensible aux transformations politiques et sociales. Dans les Leçons américaines, il formule en outre une éthique de l’écriture fondée sur la capacité à communiquer avec légèreté, précision et détermination.
Cet article vise ainsi à montrer comment la narration calvinienne a contribué à orienter la littérature de l’après-guerre vers un renouvellement thématique et stylistique, en articulant néoréalisme et fantastique, et en proposant un modèle d’innovation toujours actuel.

Italo Calvino is widely regarded as one of the major Italian writers of the second half of the twentieth century. His works, praised by critics and embraced by readers, have been translated into numerous languages and continue to circulate internationally. Deeply engaged with the civic and cultural life of his country, Calvino develops a narrative practice often described as a combinatorial process that brings together neo-realist impulses and the imaginative resources of the fairy tale. In The Path to the Nest of Spiders and Entering the War, he reworks the experience of the Resistance and the conflict years, while remaining attentive to broader political and social transformations. In the Six Memos for the Next Millennium, he also formulates an ethics of writing grounded in the ability to communicate with lightness, precision, and determination.
This article therefore aims to show how Calvino’s fiction helped steer post-war literature toward thematic and stylistic renewal by articulating neo-realism and the fantastic, and by offering a model of innovation that remains relevant today.

Introduzione

Italo Calvino è stato considerato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento. I suoi scritti sono apprezzati da critici letterari, studiosi e lettori e tradotti in ogni angolo del mondo. È da sempre impegnato nella vita civile e culturale del suo paese, ha frequentato alcune principali tendenze letterarie, dal Neorealismo al Postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e realizzando un percorso di ricerca personale e coerente.

La sua produzione letteraria comprende diversi e numerosi generi accompagnata da un’immensa riflessione sulla letteratura e, particolarmente, sul legame tra il libro e il lettore.

L’obiettivo principale di questo lavoro è quello di mostrare il ruolo della narrativa calviniana nell’avviare il mondo della letteratura post-bellica verso l’innovazione e le tematiche, sempre attuali, abbracciando il neorealismo e la narrativa fantastica.

1. Obiettivi, corpus e metodologia

Sul piano metodologico, l’analisi adotta una lettura ravvicinata di sequenze e testi-chiave (narrativi e saggistici) per mettere in relazione l’idea di « impegno » con le scelte formali e con la riflessione meta-letteraria di Calvino. La prospettiva è storico-letteraria e testuale : considera il contesto del secondo dopoguerra, il rapporto con il Neorealismo e, al tempo stesso, le traiettorie di distanziamento e di sperimentazione che conducono alla scrittura combinatoria e al fantastico.

Il corpus comprende, oltre ai romanzi e ai racconti richiamati nel testo (in particolare « Il sentiero dei nidi di ragno », « L’entrata in guerra », « Le città invisibili », « Il castello dei destini incrociati », « Se una notte d’inverno un viaggiatore »), alcuni interventi critici e programmatici (ad es. in « Una pietra sopra » e nelle « Lezioni americane »). L’obiettivo è mostrare come la dimensione civile e politica non si opponga alla ricerca stilistica, ma si configuri come una modalità di interrogazione del reale e delle sue forme di rappresentazione.

1.1. Un viaggio nellopera e nella vita di Italo Calvino

Dopo aver partecipato alla Resistenza partigiana si trasferì a Torino, dove, sotto la guida di Pavese, divenne amico e collaboratore di Giulio Einaudi e degli altri più anziani di lui, che lavoravano con con la casa editrice. Italo Calvino da sempre è impegnato nella vita civile e culturale del suo paese. Ha permesso di trasmettere diverse correnti letterarie sviluppatesi in quegli anni : nei suoi scritti, comprendenti romanzi, racconti e saggi, compaiono infatti, numerose tendenze ideologiche e politiche dell’epoca, ma tenendo sempre una certa distanza da esse per svolgere anche un percorso più personale.

Presso Einaudi Calvino si occupa ora dell’ufficio stampa e di pubblicità. Nell’ambiente della casa editrice torinese, animato dalla continua discussione tra sostenitori di diverse tendenze politiche e ideologiche, stringe legami di amicizia e di fervido confronto intellettuale non solo con letterati (i già citati Pavese e Vittorini, Natalia Ginzburg), ma anche, con storici (Delio Cantimori, Franco Venturi) e filosofi, tra i quali Norberto Bobbio e Felice Balbo. Durante l’estate partecipa come delegato al Festival mondiale della gioventù che si svolge a Praga.1

Nel 1954, inizia a scrivere sul settimanale « Il Contemporaneo », diretto da Romano Bilenchi, Carlo Salinari e Antonello Trombadori ; la collaborazione durerà quasi tre anni.

Esce nei Gettoni « L’entrata in guerra ». Viene definito il progetto delle Fiabe italiane, scelta e trascrizione di duecento racconti popolari delle varie regioni d’Italia dalle raccolte folkloristiche ottocentesche, corredata da introduzione e note di commento. Durante il lavoro preparatorio, Calvino si avvale dell’assistenza dell’etnologo Giuseppe Cocchiara, ispiratore, per la collana dei Millenni, della collezione dei Classici della fiaba.

Comincia con una corrispondenza dalla XV Mostra cinematografica di Venezia una collaborazione con la rivista « Cinema Nuovo », che durerà alcuni anni. Si reca spesso a Roma, dove, a partire da quest’epoca, trascorre buona parte del suo tempo.

La sua prima opera risale al 1969 ed è « Il castello dei destini incrociati », è un romanzo breve fantastico si tratta di un gruppo di viaggiatori che, per un complesso di circostanze diverse, hanno perso la parola si ritrovano in un castello. L’unico mezzo che hanno per comunicare è rappresentato da un mazzo di tarocchi.

Nelle « città invisibili » (1972), si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Kan imperatore dei Tartari. A questo imperatore melanconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili …« Che cos’è oggi la città per noi ? Penso d’aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. » (Da una conferenza di Calvino tenuta a New York nel 1983). Città reali scomposte e trasformate in chiave onirica, e città diaboliche e surreali che diventano archetipi moderni di un testo narrativo altamente poetico.

Un altro importante romanzo « Se una notte d’inverno un viaggiatore » pubblicato nell’anno 1979, è un romanzo sul piacere di leggere romanzi : protagonista è il lettore, che per dieci volte cominica a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire.

Quando Calvino era impegnato a scrivere come giornalista sulle pagine dei quotidiani nazionali : scriveva ogni giorno, commentando crisi sociali, politiche, internazionali, e scoprendo via via di essere incapace di governare la materia magmatica del reale :

Smetti subito di fare il giornalista, mestiere incompatibile con quello dello scrittore », intimava nel ’53 Italo Calvino con una lettera indirizzata a Raffaello Brignetti, che si divideva equamente tra le due attività. « O meglio », aggiungeva forse pensando a Dino Buzzati, e trascurando le proprie collaborazioni con l’Unità e Rinascita, « in un giornale si può anche lavorare, ma a patto di non scriverci », perché il giornalismo è sì « un mestiere di enorme importanza sociale », ma « non può essere coltivato a fianco della letteratura, perché non puoi nello stesso tempo usare lo stesso strumento : il linguaggio, la scrittura, in due modi completamente diversi ».2

Quindi, Calvino rimase impegnato nella sua passione per la scrittura, tenendo un diario e scrivendo diverse poesie e racconti durante la Resistenza fino allo sperimentalismo letterario.

I comunisti italiani non dimenticano mai il contributo che, Italo Calvino ha dato, con la sua penna e, il suo concreto impegno di militante alle grandi lotte della classe operaia italiana, alla costruzione della democrazia nel loro amato paese. Nel tentativo di riprodurre la realtà in modo unico.

La specificità della sua scrittura sta nel fatto che essa mescola la fantasia e la realtà il rigore e la fantasia, il realismo e la fiaba. Calvino scrive :

« Noi crediamo che l’impegno politico, il parteggiare, il compromettersi sia, ancor più che dovere, necessità naturale dello scrittore d’oggi, e prima ancora che dello scrittore, dell’uomo moderno.
Ma non ci riconosciamo certo nel volontarismo espressionistico che inturgida le vene e il linguaggio in una spinta di lirismo irrazionale, quasi di mistica comunione con le forze collettive. Noi pure siamo tra quelli che credono in una letteratura che sia presenza attiva nella storia, in una letteratura come educazione, di grado e di qualità insostituibile [...] ; la letteratura può insegnare la durezza, la pietà, la tristezza, l’ironia, l’umorismo, e tante altre di queste cose necessarie e difficili.
Un rapporto affettivo con la realtà non ci interessa ; non ci interessa la commozione, la nostalgia, l’idillio, schermi pietosi, soluzioni ingannevoli per la difficoltà dell’oggi : meglio la bocca amara e un po’ storta di chi non vuole nascondersi nulla della realtà negativa del mondo. [...]

Siamo in un’epoca d’allarme. Non scambiamo la terribilità delle cose reali con la terribilità delle cose scritte, non dimentichiamo che è contro la realtà terribile che dobbiamo batterci ».3

1.2. « Il sentiero dei nidi di ragno » di Italo Calvino : la resistenza

Il suo romanzo « Il sentiero dei nidi di ragno », pubblicato nel 1947 da Einaudi, ambientato in Liguria durante la seconda guerra mondiale e della Resistenza partigiana sotto dominio nazifascista. Calvino scrive :

« L’esplosione letteraria di quegli anni in Italia fu, prima che un fatto d’arte, un fatto fisiologico, esistenziale, collettivo.
« Avevamo vissuto la guerra, e noi più giovani – che avevamo fatto appena in tempo a fare il partigiano – non ce ne sentivamo schiacciati, vinti, “bruciati”, ma vincitori, spinti dalla carica propulsiva della battaglia appena conclusa, depositari esclusivi d’una sua eredità.
« […] Molte cose nacquero da quel clima, e anche il piglio dei miei primi racconti e del primo romanzo.
« […] L’essere usciti da un’esperienza – guerra, guerra civile – che non aveva risparmiato nessuno, stabiliva un’immediatezza di comunicazione tra lo scrittore e il suo pubblico : si era faccia a faccia, alla pari, carichi di storie da raccontare, ognuno aveva avuto la sua, ognuno aveva vissuto vite irregolari drammatiche avventurose, ci si strappava la parola di bocca »4

Secondo il Dottor Antonio Catalfamo, un ricercatore italiano si è occupato di Letteratura italiana e Letteratura italiana contemporanea nelle Università : « Il sentiero dei nidi di ragno » (1947) di Italo Calvino. L’esperienza resistenziale, alla quale l’autore ha partecipato, è circondata da un alone di fiaba, in quanto filtrata attraverso gli occhi di un bambino, Pin. Ma lo scrittore evita, nel contempo, una lettura agiografica, pur riconoscendosi nei valori dei partigiani, contrapposti nettamente ai disvalori dell’avversario. La banda partigiana che sta al centro della narrazione è, difatti, formata dallo scarto di altre formazioni, da emarginati, da balordi. La presa di posizione netta di Calvino a favore degli ideali di libertà, impersonati dagli antifascisti, contro l’ideologia di morte, antidemocratica e antilibertaria, portata avanti dai fascisti, emerge chiaramente dalle parole ch’egli mette in bocca al partigiano Kim :

C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro […], va perduto, tutto servirà se non a liberare noi, a liberare i nostri figli […]. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio.5

3. Calvino, un intellettuale di grande impegno

Il suo maestro, Cesare Pavese, definì Calvino « scoiattolo della penna », perché è come se si arrampicasse sugli alberi e da lì osservasse « la vita partigiana come una favola di bosco, clamorosa, variopinta, “diversa” ». Egli, per l’appunto, guarda l’esperienza partigiana con il necessario distacco, pur condividendone le ragioni ideali, e questo osservare dall’alto gli consente di vederla nella sua multiformità, nel suo carattere poliedrico, nella sua complessità, che corrisponde a quella della realtà, dei « fatti ». Pavese, nella conclusione scrive6 :

Trasformare dei fatti in parole non vuol dire cedere alla retorica dei fatti, né cantare il bel canto. Vuol dire mettere nelle parole tutta la vita che si respira a questo mondo, comprimercela e martellarla. La pagina non dev’essere un doppione della vita, sarebbe per lo meno inutile ; deve valerla, questo sì. Dev’essere un fatto tra i fatti, una creazione in mezzo alle altre. Per questa prima volta, a noi pare, Calvino c’è abbondantemente riuscito.7

Lo scrittore tende ad affrontare temi e situazioni vicini alla sua realtà di tutti i giorni, sempre attento ai cambiamenti politici e sociali e alle proposte che sono venute dalla cultura europea, alla realtà molto complessa, somigliante a un intricato labirinto. Calvino scrive nel saggio “Sfida al labirinto” pubblicato nel 1962 sulla rivista letteraria Menabò, da lui fondata a Torino nel 1959 insieme a Vittorini :

Resta fuori chi crede di poter vincere labirinti sfuggendo alla loro difficoltà ; ed è dunque una richiesta poco pertinente quella che si fa alla letteratura, dato un labirinto, di fornire essa stessa la chiave per uscirne. Quel che la letteratura può fare è definire l’atteggiamento migliore per trovare la via d’uscita, anche se questa via d’uscita non sarà altro che il passaggio da un labirinto all’altro. È la sfida al labirinto che vogliamo salvare, è una letteratura della sfida al labirinto che vogliamo enucleare e distinguere dalla letteratura della resa al labirinto.8

4. Calvino, teorico della leggerezza

Secondo Calvino, lo scrittore deve essere in grado di comunicare con leggerezza, precisione e determinazione nelle sue “lezioni americane”. Parlando sull’importanza della « Leggerezza », egli afferma :

« Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro ; proporrei questa : la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso ; ho cercato di togliere peso alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alla città ; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e del linguaggio ».9

Il libro è stato tradotto dall’inglese all’arabo, non senza mistero. Anche, nella versione francese il mistero non è finito. Italo Calvino, nelle “Lezioni americane”, ha voluto presentare le sue scelte estetiche, artistiche e letterarie con uno sguardo che rimanda il suo passato letterario e la sua scrittura letteraria, e plasmare la sua percezione della cultura occidentale dall’antichità fino alla sua epoca, 1984-85. Questo lato soggettivo mostra le sue scelte estetiche e letterarie : i valori. Calvino usa il concetto “valore” ed i valori che hanno dominato il panorama letterario occidentale. È un lavoro enciclopedico : ci vuole anche molto impegno per giungere alla leggerezza. Negli scritti di Calvino questo potrebbe essere facile, ma cercare la leggerezza in tutto questo patrimonio d’Occidente, sarebbe complicato, ha commentato il Dottor Chokri Mabkhout autore del romanzo “L’italiano”, in occasione del Primo Incontro Letterario Di Calvino, tenuto a Tunisi nel 28 luglio 2023.

Citiamo il libro intitolato “L’innovatore rampante, l’ultima lezione di Italo Calvino” scritto da Andrea Prencipe insieme a Massimo Sideri. Prefazione di Luciano Floridi, un saggio edito da Luiss University Press. Secondo lo scrittore Prencipe :

« L’innovazione è contraddizione, l’innovazione è tensione tra leggerezza e pesantezza o gravità, tra esattezza e inesattezza, tra rapidità e lentezza. Ecco, tutte queste dimensioni contrarie o opposte si ritrovano quando si fa innovazione, non soltanto quando la si studia, ma soprattutto quando la si fa. Per questo nel libro riportiamo una serie di casi di storia dell’innovazione per far riflettere sia chi fa innovazione, sia chi dovrebbe creare le condizioni per l’innovazione ».Questa idea di dialogo tra opposti era presente in tutte le lezioni di Calvino : si tratta di una contrapposizione fruttuosa, che permette di superare gli steccati tra i diversi saperi.

Conclusione

Per concludere infine, Italo Calvino era un intellettuale di grande impegno culturale, politico e civile. Ha usato un linguaggio scorrevole, ricco e comprensibile. La sua letteratura come l’ha pensata e praticata tra gli anni quaranta e ottanta aveva come obiettivo tenere la mente aperta e critica per poter capire la complessità del mondo. Calvino era esponente del neorealismo, questo movimento che si suggeriva di usare l’arte per poter descrivere la società che era stata distrutta dal fascismo e dalla guerra. Anche il suo modo di raccontare era proprio diverso rispetto a quello dei suoi contemporanei, perché il compito della letteratura per lo scrittore non uno sguardo diretto, ma lo faceva quindi in modo indiretto.

Nelle sue “Lezioni americane” scriveva : “La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la Letteratura può dare coi suoi mezzi specifici”. Calvino li ha esplorati in maniera approfondita, quei mezzi, ha imparato a giocarci e ha lasciato che arricchissero la sua, di vita, proprio come le opere che ha lasciato arricchiscono quella di lettori e lettrici. Di certo, questo scrittore ha lasciato un impatto significativo nel panorama mondiale ; i suoi libri, che mescolano fantasia e realismo e riescono ad affascinare lettori di tutte le età.

1 Ved, Italo Calvino ultimo viene il corvo, Presentazione dell’autore con uno scritto di Geno Pampaloni: Cronologia, I edizione Oscar Opere di Italo

2 Mario Baudino, Calvino: cari romanzieri, non fate i giornalisti, in, La Stampa, 2017

3 Italo Calvino (1955), “Il midollo del leone”. In: Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società (1980), Milano, Mondadori, 2011, pp. 5-23

4 Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, in, www.mondadorieducation.it

5 Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Milano Oscar Mondadori, 2022, pag. 106

6 Antonio Catalfamo, op.cit

7 ved, Recensione al romanzo Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, Einaudi, Torino 1947. Scritta il 16 ottobre 1947; pubblicata su «L’Unità»

8 Italo Calvino, La sfida al labirinto, in Una pietra sopra, Einaudi, Torino, 1981, p. 96

9 Italo Calvino, Lezioni americane, Digitalizzazione a cura di Yorikarus @ forum.tntvillage.scambioetico.org

Riferimenti biblio-sitografici

Baudino, M. (2017). Calvino : cari romanzieri, non fate i giornalisti. La Stampa.

Bourougaaoui, S. (2023, 28 luglio). Primo incontro letterario di « Calvino a Tunisi » : La virtù della leggerezza. L’Altra Tunisia. laltratunisia.it.

Calvino, I. (1955/2011). Il midollo del leone. In Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società (pp. xx–xx). Milano : Mondadori.

Calvino, I. (1981). La sfida al labirinto. In Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società (pp. xx–xx). Torino : Einaudi.

Calvino, I. (1994). Il castello dei destini incrociati. Milano : Mondadori.

Calvino, I. (1994). Ultimo viene il corvo (Introduzione di G. Pampaloni). Milano : Mondadori.

Calvino, I. (2000). Se una notte d’inverno un viaggiatore. Milano : Mondadori.

Calvino, I. (2012). Le città invisibili (Oscar Opere di Italo Calvino, vol. 11). Milano : Mondadori.

Calvino, I. (2022). Il sentiero dei nidi di ragno. Milano : Oscar Mondadori.

Calvino, I. (s.d.). Lezioni americane [Digitalizzazione]. forum.tntvillage.scambioetico.org (consultato il 20 dicembre 2025).

Catalfamo, A. (2016). Letteratura e resistenza : Riflessioni critiche / Literature and Resistance : critical reflections [Articolo].

Conquiste del Lavoro. (2022, 20 maggio). Innovare oggi, dalle Lezioni americane di Calvino al futuro : a Torino il libro di Prencipe e Sideri, L’innovatore rampante. conquistedellavoro.it.

Internet Culturale. (s.d.). I partigiani che ispirarono Calvino per i personaggi di Il sentiero dei nidi di ragno (1947) [Immagine]. (consultato il 20 dicembre 2025).

Libro Parlato. (s.d.). Italo Calvino : vita, stile, opere e audiolibri. libroparlato.org.

Mondadori Education. (s.d.). Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino. mondadorieducation.it.

Prencipe, A., & Sideri, M. (2022). L’innovatore rampante : L’ultima lezione di Italo Calvino (Prefazione di L. Floridi). Roma : Luiss University Press.

Allegati (Foto)

Figura 1. I partigiani che ispirarono Calvino per i personaggi di « Il sentiero dei nidi di ragno » (1947) : Kim, Ferriera e Dritto. Fonte : Internet Culturale.

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Figura 2. Da sinistra : Vittorini, Ponchiroli, Calvino ed Einaudi, fotografati da Giulio Bollati a Dogliani (maggio 1965). Fonte : attribuzione in legenda (da verificare per l’archivio).

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1 Ved, Italo Calvino ultimo viene il corvo, Presentazione dell’autore con uno scritto di Geno Pampaloni: Cronologia, I edizione Oscar Opere di Italo Calvino febbraio 1994, pp. IX-XXXVII

2 Mario Baudino, Calvino: cari romanzieri, non fate i giornalisti, in, La Stampa, 2017

3 Italo Calvino (1955), “Il midollo del leone”. In: Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società (1980), Milano, Mondadori, 2011, pp. 5-23

4 Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, in, www.mondadorieducation.it

5 Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Milano Oscar Mondadori, 2022, pag. 106

6 Antonio Catalfamo, op.cit

7 ved, Recensione al romanzo Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, Einaudi, Torino 1947. Scritta il 16 ottobre 1947; pubblicata su «L’Unità» di Roma, 26 ottobre 1947. Una nota sullo stesso libro, firmata C. P., era apparsa su un «Bollettino d’informazioni culturali» ciclostilato, della Casa Einaudi (n.’ 9, 17 ottobre 1947), nota in (IL PIACERE DI LEGGERE, it).

8 Italo Calvino, La sfida al labirinto, in Una pietra sopra, Einaudi, Torino, 1981, p. 96

9 Italo Calvino, Lezioni americane, Digitalizzazione a cura di Yorikarus @ forum.tntvillage.scambioetico.org

Soumaya Bourougaaoui

Università di Kairouan-Tunisia

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