La realtà della civiltà industriale italiana degli anni Cinquanta ne La speculazione edilizia e La nuvola di smog di Italo Calvino

واقعُ الحضارةِ الصناعيةِ في خمسينياتِ القرنِ العشرين في «سحابةُ الدُّخان» و«المُضارَبةُ العقاريةُ في البناء» لإيتالو كالفينو

La réalité de la civilisation industrielle dans les années cinquantes dans Le nuage de smog e La spéculation sur la construction di Italo Calvino

The reality of the italian industrial civilization in the 1950s in the cloud smog, the building speculation of Italo Calvino.

Hayet Djedaidi

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Référence électronique

Hayet Djedaidi, « La realtà della civiltà industriale italiana degli anni Cinquanta ne La speculazione edilizia e La nuvola di smog di Italo Calvino », Aleph [En ligne], mis en ligne le 21 décembre 2025, consulté le 22 décembre 2025. URL : https://aleph.edinum.org/15423

La nuvola di smog e La speculazione edilizia pubblicati rispettivamente nel 1957 e 1959, sono due racconti di Italo Calvino in cui si emerge l’interesse dell’autore per l’ambiente naturale, e soprattutto le sue inquiettanti preoccupazioni per la gravità del fenomeno della speculazione e dell’inquinamento atmosferico. Per di più, Calvino attraverso i suoi due racconti ha voluto storicizzare i suoi tentativi di rappresentazione realistica della vita degli italiani e della situazione della natura durante il boom economico, documentando i risvolti negativi del processo dell’industrializzazione e soprattutto sensibilizzare il lettore della gravità del fenomeno della speculazione edilizia e dell’inquinamento dell’aria. Il presente articolo propone di analizzare i due racconti già citati di Italo Calvino allo scopo di rilevare le tematiche in cui l’autore ha affrontato la questione ecologica e la crisi dell’ambiente causata soprattutto dalla nuova civiltà industriale italiana degli anni Cinquanta, mettendo in evidenza gli aspetti del processo d’industrializzazione e il suo impatto sull’ambiente e sulla vita degli italiani e come sono visti e narrati dal punto di vista di un’intelletuale.

سحابة الدخان و المضاربة على البناء, المنشورتان على التوالي خلال 1957, 1959, هما روايتان لايتالو كلفينو يظهر فيهما اهتمامه بالبييئة الطبيعية, و فوق كل ذلك مخاوفة المزعجة من خطورة ظاهرة المضاربة و تلوث الهواء. علاوة على ذلك, اراد كالفينومن خلال قصتيه, تأريخ محاولاته لتقديم تمثيل واقعي لحياة الايطاليين و حالة الطبيعة خلال فترة الازدهار الاقتصادي, و توثيق الأثار السلبية لعملية التصنيع و قبل كل شيء جعل القاريء يدرك خطورة انتشار ظاهرة المضاربة على المباني و تلوث الهواء. يقترح هذا المقال تحليل القصتين المذكورتين لإيطالو كالفينو مسلطين الضوء على المواضيع التي تناول فيها المؤلف الازمة البيئية التي سببتها قبل كل شيء الحضارة الصناعية الايطالية الجديدة في الخمسينات, مع تسليط الضوء على جوانب عملية التصنيع و تاثيرها على البيئة و على حياة الإيطاليين و كيفية روايتها من وجهة نظر المثقف.

Le nuage de smog et La spéculation sur la construction, publiés respectivement en 1957 et 1959, sont deux récits d’Italo Calvino dans les quels se manifeste l’intérêt du l’auteur pour l’environnement naturel, et surtout ses inquiétudes quant à la gravité du phénomène de spéculation et de pollution de l’air. De plus, à travers ses deux nouvelles, Calvino a voulu historiciser ses tentatives de représentation réaliste de la vie des italiens et de la situation de la nature pendant le boom économique, en documentant les conséquences négative du processus d’industrialisation et surtout en faisant prendre conscience au lecteur de la gravité du phénomène de la spéculation sur la construction et de la pollution de l’air. Cet article propose d’analyser les deux récits susmentionnés d’Italo Calvino afin de mettre en évidence les thèmes dans lesquels l’auteur a abordé la question écologique et la crise environnementale provoquée surtout par la nouvelle civilisation industrielle italienne des années 1950, en mettant en évidence les aspects du processus d’industrialisation et son impact sur l’environnement et sur la vie des italiens et comment ils sont vus et racontés du point de vue d’un intellectuel.

The Smog Cloud and building speculation published respectively in 1957 and 1959, are two stories by Italo Calvino in which the author’s interest in the natural environment emerges, and above all his disturbing concerns for the gravity of the phenomenon of speculation and air pollution. Furthermore, through his two stories, Calvino wanted to historicize his attempts at a realistic representation of the life of italians and the situation of nature during the economic boom, documenting the negative implications of the industrialization process and above all making the reader aware of the gravity of the phenomenon of building speculation and air pollution. This article proposes to analyze the two aforementioned stories by Italo Calvino in order to highlight the themes in which the author addressed the ecological question and the environmental crisis caused above all by the new italian industrial civilization of the 1950s, highlighting the aspects of the industrialization process and its impact on the environment and on the lives of italians and how they are seen and narrated from the point of view of an intellectual.

Introduzione

Alla fine degli anni ’60, l’Italia conosce un eccezionale incremento nella produzione industriale. Molti fattori contribuirono a questo sviluppo, che ha favorito la crescita urbana; le città diventarono metropoli come Milano, e contribuirono anche all’aumento del consumo che si estese divorando il suolo. Piano piano il rapporto uomo-natura si è rotto, anche si è rotto progressivamente il rappoto tra la società tradizionale contadina con quella nuova industriale. L’Italia in quel periodo si è rivelata impreprata a questo nuovo processo di industrializzazione e trasformazione da un paese agricolo o rurale ad un paese industriale e anche meno preparata ad accogliere la massa dei migranti che sono arrivati al NordEst per approfittare dal boom economico. Allora si è cominciato a costruire case, quartieri, zone di abitazione però senza controllo per lo più la costruzione legata a piani di espansione edilizia, ma talora abusiva o con fini speculativi, che comunque cambiano il paesaggio naturale, creando aree urbanizzate e abitazioni caotiche prive di mezzi di vivere come le scuole, le strade..ec. Non solo questo, il processo di urbanizzazione non prende in considerazione le conseguenze negative della cementificazione abusiva, come l’inquimanento atmosferico a causa della riduzione del tessuto verde che contribuisce al pulire dell’atmosfere e anche a causa della sovrappopolazione, la costruzione delle fabbriche. Insomma, il boom economico e la speculazione edilizia e le sue conseguenze negative come lo smog sono affrontate da Italo Calvino nei suoi due racconti intitolati; La speculazione edilizia e La nuvola di smog pubblicati rispettivamenti nel 1957 e 1959.

1.Italo Calvino

Italo Calvino nacque nel 1923 a Santiago de Las Vegas, nell’isola di Cuba, vicino all’ Avana, dove il padre Marco, di origine ligure, agronomo, e la madre Mameli- Calvino di origine sassarese, laureata in scienze naturali, si trovano per lavoro. Tornati in Italia, si stabilirono a San Remo, nel 1925. Lo scrittore morὶ a Torino nel 1985. Nel contesto del Neorealismo, in cui s’inquadrano le sue opere, Calvino occupa una posizione originale, perché il suo realismo s’intreccia di continuo con elementi surreali, simbolici e faibeschi o, nelle ultime opere, addirittura fantascientifiche. Insomma, le principali opere di Calvino si possono dividere in quattro gruppi: opere sulla Resistenza, opere che rappresentano allegoricamente la condizione dell’uomo contemporaneo alienato e robotizzato, opere di impegno sociologico, ed infine la raccolta di fiabe italiane (1956) e L’Orlando furioso raccontato da Italo Calvino 1963.

2. Le Opere di impegno sociologico

A dimostrazione che i romanzi della trilogia non erano opere di disimpegno e di evasione, come ritenevano gli scrittori neorealisti, ma erano, invece, il frutto di un modo diverso di rispecchiare la realtà, ricordiamo che Calvino scrisse negli stessi anni alcune opere di carattere sociologico, come i racconti La speculazione edilizia (1959), I giovani del Po (1958) e La nuvola di smog (1959), in cui denuncia i risvolti negativi della caotica ricostruzione del dopoguerra, fatta con scopi puramente speculativi, senza alcun rispetto per la vita umana, rovinando il paesaggio, distruggendo i boschi, sconvolgendo l’edilizia, asfissiando le città con lo smog. Altri temi realistici affrontati da Calvino come le vite degli operai che avevano preso il posto, dei racconti della Resistenza. Lui stesso spiega il suo orientamento verso il reale, dicendo: in fondo, la ragione per cui credo poco al realismo, è il mio grande rispetto per il reale, e per la sua assoluta priorità” (Carini, p. 02)

2.1 La Spedizione edilizia `

La Spedizione edilizia è un romanzo scritto tra l’aprile 1956 e il luglio 1957 pubblicato nel 1957, sulla rivista botteghe oscure, gestita da Giorgio Bassani, e poi si include nel libro Racconti (finito di stampare il 20 novembre 1958), però sono escluse alcune parti della versione originale. E dopo cinque anni viene pubblicata in volume a se, da Einaudi ma questa volta è pubblicato il testo originale con le parti già tagliate.

Il racconto di Calvino fa parte della produzione di Italo Calvino collocata nella prima fase della sua carriera letteraria, quella definita realistica, però si parla del realismo speculativo perché caratterizzata dai; temi, personaggi, dialoghi realistici, e anche il luogho in cui sono girate le vicende è realistico, è la città natale. In questo romanzo breve, Calvino affronta la tematica del rapporto del uomo con la natura e il suo territorio scegliendo di ambientare il suo romanzo in Liguria dalla zona della Riviera. Il racconto di Calvino ha trasmesso al lettore la società italiana del dopoguerra. Una società composta dalla gente originale, e da quella emigrata, anche composta da diverse classi sociali e da diverse ideologie politiche. Calvino non si tarda ad inserire il dialetto regionale nei dialoghi dei personaggi perché voleva dare un’impronta realistica al suo romanzo.

Dal titolo si può capire di che cosa si tratta, perché rimanda alla rapida e incontrollata costruzione, delle case e degli edifici, che consuma il tessuto verde e che ha modificato il paesaggio ligure anche descrive la vita della classe dei borghesi e degli operai e gli intellettuali durante il boom economico senza dimenticare il tema della natura che è centrale nel romanzo.

Inoltre, in questo romanzo si affronta il tema della trasformazione dell’Italia da un paese agricolo ad un paese industriale, mettendo in rilievo soprattutto gli aspetti negativi di questo cambiamento edilizio, come la cementificazione che ha danneggiato lo spazio verde. Come si capisce dal brano seguente:

nelle cittadine in salita, a ripiani, gli edifici nuovi facevano a chi monta sulle spalle dell’altro, e in mezzo i padroni delle case vecchie allungavano il collo nei sopraelevamenti. A ***, la città di Quinto, un tempo circondata da giardini ombrosi di eucalipti e magnolie dove tra siepe e siepe, vecchi colonelli inglesi e anziane miss si prestavano edizioni Tauchnitz e annaffiatoi, ora le scavatri riguardavano il terreno fatto morbido dalle foglie marcite o granuloso dalle ghiaie dei vialetti, e il piccone diroccava le villette a due piani, e le scure abbatteva in uno scroscio cartaceo i ventagli delle palme Washingtonia, dal cielo dove si sarebbero affacciate le future soleggiate tricamere servizi. (Calvino, 1958, p. 10)

Calvino racconta la storia di un giovane intellettuale borghese che da pochi anni si è trasferito in una grande città in Piemonte, e poi è tornato alla sua città originale in cui aveva la casa dei suoi genitori dove ha trascorso la sua infanzia. È una vecchia casa circondata da un giardino. Quinto Anfossi, e suo fratello Ampelio e la madre, a causa di una crisi economica (non possono pagare le alte tasse), vogliono vendere una parte del giardino, molto amato da sua madre, per costruire un edificio di quattro piani. Quinto crede di aver fatto la meglio, ignorando le conseguenze negative di questa trasformazione terrena. Ha trovato un cliente però disonesto ed imbroglione, è l’imprenditore Caisotti. Il suo interesse “è soltanto quello di costruire case, casermoni, alveari umani di una bruttezza programmatica, purché gli fruttino denaro”. (Bonura, 1974, p. 60)

Quindi, malagrado la sua brutta reputazione, Anfossi voleva vendergli il terreno perché secondo lui è il m omento economico che conta non altro”. (Calvino, 1991, p. 796).

Egli incarna la figura dell’imprenditore che si è trasferito dalla campagna alla città per avere una fetta della torta offerta dal boom edilizio. Caisotti, è “l’incarnazione di ogni peggiore sordidezza, antitetica fino al midollo rispetto ai costumi professionali emorali della famiglia Anfossi; col suo magnetico, prensile fascino di rapina animale che blandisce e ipnotizza Quinto facendo perno proprio sulla sua vergogna d’intellettuale” (Serra, 2006, p. 137) .

Quinto quando è tornato nel suo vecchio paese ha incontrato le vecchie conoscenze, amici, ex compagni di liceo, e non è riuscito ad diffendere la sua decisione di fronte loro e si mostra esitante, però Casiotti non l’ho lasciato in questa situazione al contrario l’ha incoraggiato a porre in atto la sua decisione. Come spiega Scarpa nel passo seguente:

ha o vuole avere molte facce, Quinto, e con lui tutti gli altri personaggi: dal fratello Ampelio agli ex compagni di liceo, dall’operaio Angerin al costruttore Caisotti che è il vero protagonista di questo racconto beffardo e feroce. L’affare immobiliare, l’entrata in società con Caisotti, si traduce per Quinto in una serie di disavventure, passi falsi e machiavellici raggiri da cui, con una segreta voluttà di fallire, esce sempre perdente, mentre sua madre spunta ansiosa da dietro le siepi con un annaffiatoio in mano. In questo racconto i ritratti di persone sono sempre basati su un’indagine fisiognomico-morale che procede per indizi (un abito, un gesto, una piega del viso, un’inflessione della voce) (Domenico Scarpa, 1999, p. 235).

Il protagonista sfruttando l’occasione del mercato immobiliare nella città che stava crescendo, e stavano cercando nuovi luoghi, e dopo un anno ha messo in vigore l’atto di vendità. L’imprenditore gli ha proposto di costruire edificio di quattro piani, sul terreno del giardino della madre, allo scopo di affittare gli appartamenti nel futuro. La madre si è apparsa inquietante e ha paura della perdità, però suo figlio Quinto è un uomo astuto e senza morale, materialista, si sente entusiasto, sogna di una nuova vita, e del suo progetto.

Nel corso della costruzione, hanno incontrato tante difficoltà che rendono il ritmo della costruzione lento a causa della mancanza dei materiali necessari per l’edificazione, e anche a causa dei litigi. il protagonista comincia la costruzione e alla fine avrà come uno squallido casone di cemento che piombava nel verde del giardino trasformandolo in un freddo fondo di cortile, in un pozzo senza luce (Calvino, 1991, p. 788).

Il protagonista Anfossi Quinto ha capito alla fine che il primo responsabile dei danni causati all’ambiente è l’uomo che ha sostituito lo spazio verde con il cemento. Anche un passo significativo spiega gli effetti negativi della cementificazione che danneggia il paesagio naturale e sconvolge l’equilibrio ecologico attraverso l’intervento dell’imprenditore Caisotti:

è la febbre del cemento che si è impadronita della Riviera, qua il caseggiato appenafinito, che attendeva le famigliole lombarde smaniose di bagni; più in là ancora un castello d’impalcature e, sotto, la betoniera che gira e il cartello dell’agenzia per l’acquisto dei locali (Calvino, 1958, p. 09).

Calvino non solo ha parlato del cambiamento del paesaggio ma anche della società e delle sue abitudini che sono cambiate seguendo il cambiamento economico, che ha portato il benessere al paese, un benessere basato sulla produzione industriale, e confuso e non è distribuito in modo corretto e uguale dul piano geografico nazionale.

Un’altra tematica affrontata da Calvino ne La speculazione edilizia è lo scarto generazionale tra i fervidi padri operanti e gli imbelli figli intellettuali. Nel senso i figli si rivelano incapaci nel vuoto lasciato dai genitori che sono assenti nel racconto, però la madre è presente si rivela un personaggio positivo, un personaggio degno, inquiettante dal cambiamento del tempo non pensando ai sentimenti di sua madre molto attaccata al suo orto divorato dal cemento.

Attraverso il figlio e sua madre Calvino trasmette l’immagine delboom edilizio degli anni Cinquanta e Sessanta che ha distrutto il tessuto naturale, per dare un nuova immagine di nuovi edifici, e costruzione incontrollati senza rendersi conto la protezione del propio ambiente.

La speculazione edilizia è un testo che ha lo scopo di sensibilizzare il lettore sui rischi della cementificazione incontrollata e al rispetto dell’ambiente anche vuole porre la luce sul dovere dell’intellettule di diffendere la coscienza e di contribuire alla tutela ambientale attraverso le sue opere letterarie.

Il protagonista quando era sul treno per tornare al suo paese osservava il cambiamento del paesaggio della Riviera Ligure a causa della cementificazione che ha consumato il terreno. Anfossi stimolante dalla vista ha detto che tutti costruiscono, perché non costruiamo anche noi?, attraverso le sue parole si capice che tutti vogliono approffitare da questo boom edilizio.

Il romanzo si conclude con la conclusione del progetto di Quinto quello di un casermone uniforme e griggio, nel senso il fallimento della speculazione di Quinto e più esatto di un intellettuale che si trasforma in un speculatore contro i suoi ideali e le sue propensioni. Calvino pone in luce l’immoralità molto diffusa in Italia del boom economico che ha coinvolto anche gli intellettuali. Anche i valori che avevano accompagnato il boom economico che erano relativamente nuovi per l’Italia come i tre ismi: individualismo, consumismo, materialismo.

2.2 La nuvola di smog

2.2.1 Inquadramento, pubblicazione e valore simbolico

La nuvola di smog è un racconto del grigio o, come si è detto, del grigiore (Belpoliti, 1996, p. 307). È uscito per la prima volta sulla rivista Nuovi Argomenti nel 1958, diretta da Alberto Moravia. Nello stesso anno è confluito nel volume antologico I racconti (nella sezione La vita difficile), e dopo sette anni è stato pubblicato, insieme al racconto La formica argentina, in un volume autonomo.

Il racconto, di impianto realistico, si presenta come una sorta di inchiesta sociologica ed è caratterizzato anche da una tensione saggistica, nonché dalla presenza di immagini dichiaratamente simboliche. Già il titolo possiede un significato profondo: rappresenta una metafora del disagio del vivere sulla terra; è inoltre una manifestazione emblematica del boom economico e un simbolo della realtà industriale che mira al guadagno a discapito della salute collettiva.

Calvino racconta l’arrivo di un protagonista di cui non sono dati né il nome né il passato né un ritratto fisico: un individuo abbastanza intelligente, scapolo, che decide di trasferirsi in una città in cerca di lavoro come redattore presso il quindicinale «La Purificazione», rivista dell’Ente per la Purificazione dell’Atmosfera Urbana dei Centri Industriali (EPAUCI). La rivista si occupa delle questioni ambientali, in particolare dell’inquinamento atmosferico, con l’obiettivo dichiarato di porre fine alla sua diffusione.

Il narratore-protagonista-giornalista, appena arrivato, affitta una stanza vicino alla casa di una signora che vive da sola con il suo gatto e trascorre le giornate a pulire le camere della casa, che si risporcano continuamente di polvere: una polvere che sembra conquistare l’intera città.

Accetta il lavoro perché ha bisogno di denaro, non perché sia ambientalista. Quando arriva in città resta a bocca aperta di fronte alla diffusione della polvere nerastra che domina lo spazio urbano, insudiciando ogni cosa, mentre Claudia — giovane borghese che frequenta — sembra non esserne toccata. Il giornalista comprende che la popolazione non può ignorare la situazione se non provvisoriamente: il problema è grave e coinvolge tutti; nel futuro sarà impossibile continuare a eluderlo, e l’evasione collettiva appare irresponsabile.

Nella nuova città il giornalista conosce solo Claudia, che lo invita a “vedere” la città portandolo su una collina: da un piazzale osservano l’insieme urbano disteso in basso. È allora che egli nota qualcosa di particolare: una strana nuvola sotto la città, diversa dalle altre soprattutto per il colore. La descrive così: «incerto, non so se più sul marrone o sul bituminoso o meglio: per un’ombra di questo riscoprendola, ma lasciandosi dietro uno strascio come di filacce un po’ sudice, che non finivano mai» (Calvino, 1958, p. 237).

Il protagonista indica a Claudia la nuvola, ma invano: lei è attratta da uno stormo di uccelli. Claudia è una ragazza borghese, di una bellezza “d’altro mondo”; non sembra toccata dall’inquinamento e non vede nemmeno la nuvola di smog che il protagonista vuole mostrarle. Da questo episodio emerge la contraddizione tra i due personaggi: il protagonista è spaventato e stupefatto, come chi abbia visto un mostro, e grida; la ragazza, invece, distoglie lo sguardo verso gli uccelli. Come si legge nel passo seguente:

Afferrai Claudia per il polso, stringendoglielo. — Guarda! Guarda laggiù!  Cosa? 
Laggiù! Guarda! Si muove!  Ma cos’è? Cos’hai visto? Come dirle? […]
 Lo smog! — gridai a Claudia. — Vedi quella? È una nuvola di smog!
Ma lei, senza ascoltarmi, era presa da qualcosa che aveva visto volare, uno stormo di uccelli. […] (Milanini, Barenghi, & Falcetto, 1991, p. 1926).

Quando vede la nuvola di smog sulla città, il protagonista intuisce che l’impresa del suo datore di lavoro, l’ingegner Cordà — attivo nel settore metalmeccanico — è una delle cause principali dell’inquinamento e comincia a cercare soluzioni a una contaminazione tanto diffusa. Si rivolge ad alcuni conoscenti, ma le reazioni sono divergenti: alcuni reagiscono con indifferenza (Claudia, Avandero, il responsabile dell’EPAUCI, il proprietario della fabbrica); altri fingono di affrontare il problema (l’industriale Cordà); altri, infine, pretendono di impegnarsi politicamente per frenarlo, ma ammettono l’assenza di una vera via d’uscita (il sindacalista comunista Basaluzzi). L’unico personaggio realmente inquietato dalla situazione resta il narratore, che continua a osservare la nuvola e la polvere come fenomeni capaci di invadere anche la sua dimensione esistenziale e sociale.

Al protagonista-narratore rimane soprattutto la penna, con cui scrive articoli contro l’inquinamento dell’aria e contro il pericolo delle attività industriali; tuttavia non ne trae beneficio, perché tali argomenti non suscitano l’interesse della gente. Il racconto si chiude con un barlume di speranza: l’immagine della purificazione dei panni stesi ad asciugare al sole suggerisce che la pulizia sia ancora possibile.

2.2.2 Le fasi del racconto

Per chiarire la progressione narrativa e la dinamica interpretativa del testo, si può articolare il racconto in quattro fasi, organizzate secondo un movimento che va dall’esperienza sensibile del sintomo alla sua intelligibilità sociale e politica, fino a una chiusa simbolica.

  • Sintomi dell’inquinamento atmosferico

L’autore insiste sulla descrizione dei sintomi della contaminazione, rappresentando in modo impietoso la polverosità attraverso il personaggio anonimo. Quando entra per la prima volta nella stanza affittata, è costretto a lavarsi le mani in modo sistematico e quasi compulsivo: un gesto che comunica la sporcizia, benché egli non sia ancora pienamente consapevole della causa.

Un’altra scena riguarda la prima visita del protagonista alla sede dell’EPAUCI: viene accolto dal responsabile, Avandero, che gli mostra atti di vecchi convegni e altre pubblicazioni e, nello stesso tempo, tenta di nascondere i segni evidenti della polvere per evitare che il protagonista li noti.

L’inquinamento viene inoltre fissato attraverso la scrittura del narratore, quando sta redigendo un articolo che alla fine non viene pubblicato e viene strappato dallo stesso autore:

«Mi venne da descrivere la nuvola di smog come l’avevo vista strusciarsi addosso alla città, e la vita come si svolgeva dentro questa nuvola […] e i colletti bianchi delle camicie del personale impiegatizio, che non duravano puliti mezza giornata.»(Calvino, 1958, p. 241)

  • La scoperta e la designazione della nuvola

Il protagonista desidera allontanarsi dalla città e dall’inquinamento salendo sulla collina con Claudia, la quale non sembra mai colpita dallo smog: in quanto borghese, appare schermata dalle ripercussioni del processo di industrializzazione.

La differenza percettiva tra i due raggiunge l’apice quando il protagonista vede la nuvola che copre la città e tenta di mostrarla a Claudia: lei, invece di vederla, osserva uno stormo di uccelli. Egli continua a contemplare la nuvola e comprende che la “polvere” che invade lo spazio urbano ha una causa precisa, non accidentale.

  • La determinazione della causa e la consapevolezza.

Dopo la scoperta della nuvola e dei suoi effetti negativi, il narratore comprende che le emissioni nocive delle industrie disseminate nella città sono la causa principale della sua formazione. Quando visita l’ufficio dell’ingegner Cordà, scopre che egli è anche il proprietario della fabbrica Wafd e che quest’ultima è all’origine della nuvola di smog.
Si configura così una contraddizione evidente: il direttore dell’Ente che pubblica la rivista «La Purificazione», deputata alla tutela dell’ambiente, coincide con il proprietario della fabbrica che produce l’inquinamento atmosferico, come il protagonista constata osservando gli scarichi prodotti dall’impianto.

Dalle sue scoperte nasce una presa di coscienza che segna una svolta decisiva: da giornalista indifferente alle emissioni nocive della fabbrica del proprio datore di lavoro, diventa un giornalista impegnato, consapevole della gravità dei processi industriali che alimentano la contaminazione atmosferica. Capisce che tali problemi riguardano anche lui; non può più restare passivo e conformista: al contrario, deve uscire dall’isolamento e affrontare la situazione per raggiungere il nucleo del problema e, se possibile, porre fine alla sua diffusione.

  • Il rifugiarsi in campagna e la purificazione


Nel corso del racconto, la rappresentazione del lavoro dello scrittore-redattore non entusiasma il protagonista, convinto che nessuno leggerà davvero la pubblicazione.
Il finale mostra i carri che trasportano la biancheria sporca fuori città; il protagonista li segue e giunge nei pressi di una cooperativa di lavanderia in campagna. L’immagine è emblematica: i carretti dei lavandai escono dalla città e dalla nuvola di smog e raggiungono una borgata rurale, dove si stende una distesa di panni bianchi ripuliti dalla polvere. Attraverso tale scena Calvino sembra suggerire che esistono ancora luoghi “sani”, non conquistati dalla polverosità: la campagna, capace di lavare la sporcizia della città e di liberarla, almeno simbolicamente, dall’inquinamento.

«Tra i prati e le siepi e i pioppi […] forse bastava.»
(Calvino, 1958, p. 262)

L’autore mette così in rilievo un contrasto tra il mondo moderno-industriale — rappresentato come un mondo sbagliato e distruttivo, che genera angoscia e mal di vivere — e il mondo naturale, vergine e non toccato dall’uomo, presentato come uno spazio di salvezza e serenità.

In questa sequenza, la narrazione organizza dunque un passaggio dalla percezione del “nero” come esperienza quotidiana alla sua intelligibilità sociale e politica, fino a una chiusa che, senza annullare la catastrofe, riapre un possibile orizzonte di purificazione.

Conclusione

La nuvola di smog si può considerarla un’indagine sociologica di una società che si è trasformata in un breve tempo da una cultura contadina tradizionale ad una cultura indutriale moderna, a causa di un grande sviluppo economico che ha portato vantaggi e benessere agli italiani ma anche aveva un impatto negativo sulla vita e la salute delle persone e soprattutto sulla natura perché in quel periodo negli anni Cinquinta, l’Italia si rivelava un paese fragile e non era ancora ben preparata ad accogliere la nuova civiltà e si trovava in una crisi soprattutto sociale. Un paese incapace di contenere i svantaggi di quel trasferimento economico.

Calvino narra la costruzione delle nuove case, dei quartieri senza prendere in considerazione il fornire dei mezzi di vita degnitosa, creando come una sorta di caos urbano non solo questo anche l’ambiente è danneggiato da questo trasferimento economico, si è visto grandi superficie terrene che prima sono spazi per la coltivazione o fanno parte del bosco nel senso del paesaggio naturale del paese sono trasformati in spazi di edilizia. La responsabilità di questo misfatto ecologico, non solo cadeva sotto le spalle dello stato però anche il cittadino italiano ha contribuito a peggiorare la situazione perché in quel periodo si ricorda molte persone che hanno preferito vendere le proprie terre e trasferirsi in città per lavorare nelle fabbriche, o diventano speculatori (come il protagonista del romanzo La speculazione edilizia) allo scopo di godere dei benefici senza prendere in considerazione i risvolti negativi dei loro ecocrimini, come l’inquinamento atmosferico che è il primo ed inevitabile risultato della distruzione del bosco e della cementificazione.

Per di più le imprese e le società industriali che svolgono attività industriali senza controllo contribuiscono all’inquinamento dell’aria. Tutto questo si è narrato nei due romanzi realistici di Italo Calvino rispettivamente intitolati La speculazione edilizia, e La nuvola di smog, in cui Calvino è riuscito a fotografare una città del Nord che rispecchia la situazione di tutto il Nord italiano, mettendo in rilievo la situazione della società italiana durante gli anni Cinquanta. Non solo questo, i suoi romanzi possiamo considerarli due documenti importanti per capire un periodo molto interessate nella storia dell’Italia che ha cambiato totalmente non solo la sua economia, il suo paesaggio ma anche la società italiana che conosceva un cambiamento dei consumi e degli stili di vita. Si tratta del boom economico che ha segnato una svolta decisiva nella vita degli italiano, però il vero scopo di Calvino non è fotografare l’Italia del boom economico ma è sensibilizzare il lettore della gravità della situazione ecologica soprattutto dell’inquinamento e della cementificazione perché è un problema che convolge tutte le persone e che devono subire le loro conseguenze e assumere le proprie responsabilità perché il tema dell’inquinamento e della speculazione edilizia è un tema attuale che riguarda tutto il mondo.

Bibliografia

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Pennacchio, F. (2019). I dintorni difficili. L’architettura paratestuale dei « Racconti » di Italo Calvino. Griseldaonline, 18(2), 149–162. https://doi.org/10.6092/issn.1721-4777/9842 griseldaonline.unibo.it

Scarpa, D. (1999). Italo Calvino. Bruno Mondadori. www.unilibro.it

Serra, F. (2006). Calvino. Salerno Editrice. salernoeditrice.it

Hayet Djedaidi

Université Alger 2

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