Presa del turno e sovrapposizioni in una conversazione interculturale tra studenti algerini e italiani

تناوب الأدوار الكلامية والتداخلات في محادثة بين طلاب جزائريين وإيطاليين في سياق تفاعل بين الثقافات

Prise de tour de parole et chevauchements dans une conversation
Turn-taking and overlaps in an intercultural conversation between Algerian and Italian students

Ahlem Drouiche

p. 225-244

Ahlem Drouiche, « Presa del turno e sovrapposizioni in una conversazione interculturale tra studenti algerini e italiani », Aleph, 225-244.

Ahlem Drouiche, « Presa del turno e sovrapposizioni in una conversazione interculturale tra studenti algerini e italiani », Aleph [], 20 September 2025, 12 December 2025. URL : https://aleph.edinum.org/15158

Questo articolo analizza l’organizzazione della presa del turno e dei fenomeni di sovrapposizione in una conversazione interculturale in italiano tra studenti universitari algerini e italiani. Il quadro teorico è quello dell’Analisi della conversazione, in particolare il modello classico di Sacks, Schegloff e Jefferson sul sistema di turn-taking. Il corpus è costituito da una registrazione video di circa un’ora che documenta una discussione spontanea su temi legati all’immigrazione, alla legalità e alla rappresentazione mediatica, tra tre studenti italiani e tre studenti algerini. La conversazione è stata trascritta secondo convenzioni standard e analizzata mediante un approccio qualitativo micro-sequenziale, a partire da estratti esemplificativi. I risultati mostrano, da un lato, la presenza di un sistema di presa del turno ampiamente conforme al modello canonico (unità costitutive di turno, punti di rilevanza transizionale, coppie adiacenti, turni estesi) e, dall’altro, una forte ricorrenza di pause e sovrapposizioni localizzate in prossimità dei punti di possibile completezza. Vengono distinti diversi tipi di sovrapposizione (competitive, cooperative, di riparazione) e ne vengono messe in luce le funzioni pragmatiche. Dal punto di vista interculturale, l’interazione evidenzia sia convergenze stilistiche (coinvolgimento elevato, frequente autoselezione) sia asimmetrie legate alla competenza linguistica e alla posizione discorsiva dei partecipanti. Lo studio suggerisce infine alcune implicazioni per la didattica dell’italiano L2 e per la sensibilizzazione alla pragmatica interculturale.

يتناول هذا المقال دراسة تنظيم تناوب الأدوار الكلامية وظاهرة التداخلات في محادثة تفاعلية باللغة الإيطالية بين طلاب جامعيين جزائريين وإيطاليين. يعتمد البحث إطار تحليل المحادثة، ولا سيما النموذج الكلاسيكي لسكس وشِغلوف وجيفرسون حول نظام توزيع الأدوار الكلامية. يتكوَّن المتن من تسجيل مرئي مدته ساعة تقريبًا يوثِّق نقاشًا عفويًا حول قضايا الهجرة والشرعية القانونية وتمثيلهما في وسائل الإعلام، بين ثلاثة طلاب إيطاليين وثلاثة طلاب جزائريين. أُنجزت عملية التفريغ وفقًا لمجموعة من العلامات الاصطلاحية المعتمدة، ثم خضعت المحادثة لتحليل نوعي دقيق على مستوى التسلسل انطلاقًا من مقاطع ممثِّلة. تُظهر النتائج، من جهة، وجود نظام لتناوب الأدوار الكلامية ينسجم في خطوطه الكبرى مع النموذج المعياري (وحدات بناء الدور، نقاط الصلاحية الانتقالية، أزواج متجاورة، أدوار ممتدة)، ومن جهة أخرى، كثافة في لحظات الصمت والتداخلات المتمركزة حول نقاط الاكتمال المحتمل للدور. كما يميّز البحث بين أنواع مختلفة من التداخلات (تنافسية، تعاونية، مرتبطة بآليات الإصلاح) ويبيّن وظائفها التداولية. ومن منظور التفاعل بين الثقافات، تكشف المحادثة عن تقاربات في الأسلوب التفاعلي (درجة عالية من الانخراط، لجوء متكرر إلى الترشُّح الذاتي للكلام) إلى جانب لا تناظرات تعود إلى كفاءة المشاركين اللغوية ومواقعهم الخطابية. وتخلُص الدراسة إلى إبراز بعض النتائج البيداغوجية الممكنة في مجال تعليم الإيطالية كلغة أجنبية وتعزيز الوعي بالتداوليات والتفاعلات بين الثقافات.

Cet article étudie l’organisation de la prise de tour de parole et des phénomènes de chevauchement dans une conversation interculturelle en italien entre étudiants algériens et italiens. Le cadre théorique mobilisé est celui de l’Analyse de la conversation, en particulier le modèle classique de Sacks, Schegloff et Jefferson relatif au système de turn-taking. Le corpus se compose d’un enregistrement vidéo d’environ une heure documentant une discussion spontanée sur l’immigration, la légalité et leur traitement médiatique, entre trois étudiants italiens et trois étudiants algériens. La conversation a été transcrite selon des conventions standard, puis soumise à une analyse qualitative micro-séquentielle à partir d’extraits représentatifs. Les résultats montrent, d’une part, un système de prise de tour largement conforme au modèle canonique (unités constitutives de tour, points de pertinence transitionnelle, paires adjacentes, tours étendus) et, d’autre part, une forte récurrence de silences et de chevauchements localisés aux points de possible complétude. L’étude distingue plusieurs types de chevauchements (compétitifs, coopératifs, liés à la réparation) et en met au jour les fonctions pragmatiques. Du point de vue interculturel, l’interaction révèle à la fois des convergences de style (fort degré d’implication, autoselection fréquente) et des asymétries liées à la compétence linguistique et à la position discursive des participants. L’article conclut sur quelques implications pour l’enseignement de l’italien langue seconde et pour la formation à la communication et à la pragmatique interculturelles.

This article investigates the organization of turn-taking and overlapping talk in an intercultural Italian-language conversation between Algerian and Italian university students. The study is framed within Conversation Analysis, drawing in particular on Sacks, Schegloff and Jefferson’s classical model of the turn-taking system. The data consist of a one-hour video-recorded spontaneous discussion on immigration, legality and their media representation, involving three Italian and three Algerian students. The interaction was transcribed using standard conventions and examined through qualitative micro-sequential analysis based on selected excerpts. The findings show, on the one hand, a turn-taking system that broadly conforms to the canonical model (turn-constructional units, transition-relevance places, adjacency pairs, extended turns) and, on the other hand, a high frequency of silences and overlaps clustered around points of possible completion. Different types of overlap (competitive, cooperative and repair-related) are identified and their pragmatic functions are discussed. From an intercultural perspective, the conversation reveals both convergences in interactional style (high involvement, frequent self-selection) and asymmetries linked to participants’ linguistic competence and discursive positioning. The study concludes by outlining implications for the teaching of Italian as a second/foreign language and for raising learners’ awareness of intercultural pragmatics and interactional norms.

Introduzione

Uno dei temi principali della linguistica contrastiva è l’organizzazione e la gestione dei turni di parola nelle diverse lingue e culture. Le conversazioni spontanee costituiscono, infatti, dei veri e propri sistemi di scambio linguistico, governati da regole che permettono ai partecipanti di alternarsi, di interrompersi, di riprendere la parola o di sostenerla a vicenda.

L’organizzazione dei turni è considerata molto importante e significativa perché riflette non solo caratteristiche strettamente linguistiche (struttura sintattica, intonazione, lessico), ma anche fattori sociali e culturali : la gestione del turno è legata alle relazioni di potere, ai ruoli, alle norme di cortesia e, più in generale, ai modi di partecipare all’interazione in una determinata comunità linguistica.

Quando la conversazione coinvolge partecipanti appartenenti a lingue e culture diverse, queste regole possono entrare in tensione, generando fenomeni peculiari, come interruzioni, sovrapposizioni e silenzi interpretati diversamente dagli interlocutori.

Questo lavoro prende in esame proprio tali fenomeni, concentrandosi su una conversazione interculturale tra studenti algerini e italiani. L’analisi si colloca nel quadro dell’analisi della conversazione e della linguistica contrastiva e prende come riferimento il modello di Sacks, Schegloff e Jefferson per la descrizione dei sistemi di presa del turno.

L’obiettivo è offrire una caratterizzazione dell’organizzazione e della gestione della presa del turno, con particolare attenzione alle sovrapposizioni e ai momenti di silenzio, cercando di cogliere anche la dimensione interculturale che emerge dall’incontro tra due comunità linguistiche diverse.

In questa prospettiva, il lavoro si propone di rispondere alle seguenti domande di ricerca :

  • Come avviene che le persone, quando parlano, regolano chi deve parlare per primo e chi deve prendere la parola?

  • Che cosa regola lo scambio dei turni di parola?

  • In che cosa consiste l’organizzazione della presa dei turni?

  • Come possono essere definiti i casi di sovrapposizione e in quali punti della conversazione tendono a manifestarsi?

  • In che misura la gestione della presa del turno e delle sovrapposizioni riflette la dimensione interculturale dei partecipanti (studenti italiani e algerini)?

Per rispondere a questi interrogativi, presenteremo innanzitutto il corpus e la metodologia di analisi, per poi passare alla descrizione di alcuni fatti ricorrenti in qualsiasi conversazione, alle componenti e alle regole del sistema della presa del turno (con particolare attenzione al sistema di alternanza), ai turni estesi, alle coppie adiacenti, ai fenomeni di silenzio e di sovrapposizione, fino a giungere infine a una riflessione sulla dimensione interculturale della conversazione analizzata.

1. Metodologia

Il materiale di analisi consiste in una registrazione video di una conversazione spontanea della durata di circa un’ora. La conversazione è avvenuta in un contesto accademico informale e ha coinvolto sei studenti universitari :

  • tre studenti italiani, indicati con le iniziali E, P, X?tre studenti algerini, indicati con le iniziali A, M, L.

L’argomento principale della conversazione è l’immigrazione (i motivi e le conseguenze di questo fenomeno). Nel corso dell’interazione, tuttavia, i partecipanti affrontano anche altri temi collegati, come la differenza tra Nord e Sud in Italia, la situazione lavorativa, la religione e la rappresentazione dei migranti nei media.

La lingua principale della conversazione è l’italiano. Gli studenti italiani lo utilizzano come lingua materna, mentre gli studenti algerini lo usano come lingua straniera appresa in ambito accademico? ciononostante, nel corpus non compaiono segmenti in altre lingue e l’interazione si svolge interamente in italiano, con qualche esitazione tipica di parlanti non nativi.

La conversazione è stata trascritta secondo un insieme di convenzioni (pausa in secondi, parlato non chiaro, sovrapposizioni segnate con parentesi quadre, ecc.) riportate integralmente in coda all’articolo. La trascrizione è stata effettuata con un livello di dettaglio sufficiente a identificare?

  • i confini dei turni? le unità costitutive del turno;

  • i punti di possibile completamento (transition-relevance places);

  • le pause (brevi e lunghe);

  • le sovrapposizioni tra i turni.

Ai fini dell’analisi, sono stati selezionati diversi estratti esemplificativi, scelti perché contengono fenomeni particolarmente significativi di presa del turno, di sovrapposizione o di silenzio. Gli estratti riportati nel testo mantengono le iniziali originali dei partecipanti (E, P, X, A, M, L) al fine di preservarne l’anonimato e i ruoli interazionali, e sono accompagnati da brevi commenti interpretativi.

Dal punto di vista etico, i partecipanti sono stati informati della registrazione e dell’uso dei dati a scopo di ricerca. I nomi propri sono stati sostituiti da iniziali e gli elementi che potrebbero permettere un’identificazione diretta sono stati eliminati o resi irriconoscibili (ad esempio, tramite la notazione (xxxx) per il parlato non chiaro o potenzialmente sensibile).

L’analisi adotta i principi dell’analisi della conversazione? si descrivono le procedure attraverso le quali i partecipanti organizzano l’alternanza dei turni, gestiscono le sovrapposizioni, costruiscono le coppie adiacenti e interpretano i momenti di silenzio. Il corpus è considerato come studio di caso : l’obiettivo non è fornire dati statisticamente generalizzabili, bensì mettere in luce, attraverso esempi dettagliati, il funzionamento locale del sistema di presa del turno in una situazione interculturale concreta.

2. Fatti evidenti e ricorrenti in qualsiasi conversazione

In qualsiasi sistema di scambio linguistico è possibile individuare una serie di fatti evidenti e ricorrenti. Nel nostro corpus essi si manifestano in modo chiaro, confermando molte delle osservazioni classiche dell’analisi della conversazione.

1.1. Il cambiamento dei parlanti

Il cambiamento dei parlanti si ripete più volte o comunque avviene almeno una volta. La conversazione implica necessariamente l’alternanza di più parlanti. Anche in un breve frammento si osserva il passaggio da un parlante all’altro :

E : perché la legalità costa troppo?
P : costa troppo comunque.
M : è impossibile, la legalità è impossibile.

In questo breve scambio vediamo all’opera un’alternanza rapida e relativamente ordinata dei turni : E introduce il tema con una domanda, P risponde confermando e parafrasando il problema, mentre M interviene a sua volta per radicalizzare la posizione (“è impossibile”). Questo esempio mostra non solo il semplice succedersi di tre parlanti diversi, ma anche come il cambiamento di parlante coincida con un avanzamento dell’argomentazione: ogni nuovo turno aggiunge un tratto interpretativo alla questione della legalità. Il cambiamento dei parlanti non è dunque un semplice dato meccanico, ma contribuisce alla costruzione progressiva del significato.

2.2. Un parlante alla volta (ma non sempre)

In genere si parla uno alla volta, ma capita – anche se brevemente – che ci siano più parlanti alla volta. Nel nostro corpus, come nella conversazione ordinaria, la regola “un parlante alla volta” è spesso rispettata, ma non mancano i casi in cui due o più partecipanti parlano contemporaneamente, almeno per un tratto di turno :

M : [ non si può fare, non si può fare.
P : [ già in Italia (xxxx) di lavoro per arrivare qui.

In questo estratto, M e P parlano contemporaneamente per alcuni istanti. La sovrapposizione non annulla la regola di base “un parlante alla volta”, ma segnala un momento di concorrenza per la parola : entrambi i partecipanti ritengono di avere qualcosa di urgente o rilevante da dire. Dal punto di vista pragmatico, il fatto che nessuno dei due si ritiri immediatamente indica un alto livello di coinvolgimento e una certa tolleranza verso la sovrapposizione, tipica degli stili conversazionali fortemente interattivi. Solo dopo questa fase di concorrenza il sistema di alternanza tornerà a stabilizzarsi su un parlante alla volta.

2.3. Transizione senza pause né sovrapposizioni

Il passaggio da un turno al successivo può realizzarsi senza pausa o sovrapposizione :

P : Eh, perché non ne trovano altra, comunque.
E : Perché la legalità costa troppo?

Qui la transizione avviene in modo fluido : non vi è né una pausa percettibile né una sovrapposizione. Il turno di P si conclude su un punto di possibile completamento (dal punto di vista sintattico e semantico), e il turno successivo di E si inserisce immediatamente. Si tratta di un esempio di transizione “ideale”, che illustra come il sistema di presa del turno sia in grado di produrre un’alternanza regolare e coordinata, specialmente quando i partecipanti condividono la stessa comprensione del tema e dei confini dei turni.

2.4. Transizione con pausa o leggera sovrapposizione

Spesso l’alternanza dei turni non è “perfetta” : compaiono piccole esitazioni o sovrapposizioni :

(0,2)
X : [ Ma…
P : [ Quindi secondo me è piuttosto la disperazione che porta la gente a (xxxxxxxxx), loro pagano molti soldi comunque?

In questo caso la transizione è caratterizzata da una breve pausa (0,2 secondi), seguita da una sovrapposizione tra X e P. La pausa indica che il turno precedente è percepito come potenzialmente concluso e apre uno spazio di negoziazione : più partecipanti possono decidere di intervenire. Il fatto che X inizi con un “Ma…” suggerisce un tentativo di disaccordo o riformulazione; al tempo stesso, P avvia un turno argomentativo più articolato. La sovrapposizione mostra quindi un momento in cui due progetti conversazionali competono : la correzione, da parte di X, e la spiegazione, da parte di P. Il sistema dovrà poi risolvere questa concorrenza attraverso meccanismi di riparazione o resa.

2.5. Ordine variabile dei turni

L’ordine della successione dei turni non è fisso ma varia. Non esiste un ordine prefissato e immutabile : i partecipanti si alternano in maniera flessibile, a seconda del contenuto, delle domande, delle reazioni e delle iniziative individuali.

Questa variabilità si osserva in tutto il corpus : non c’è una sequenza rigida (ad esempio E–P–M–L…) ma una continua riorganizzazione dei ruoli conversazionali. A volte sono gli studenti italiani a occupare turni più frequenti e centrali, altre volte gli studenti algerini prendono l’iniziativa, soprattutto quando si parla di esperienze vissute nel proprio Paese. L’ordine dei turni è quindi il risultato di unorganizzazione locale e contingente, che dipende dai progetti d’azione dei partecipanti (fare una domanda, rispondere, raccontare, contestare) e non da una gerarchia prestabilita.

2.6. Dimensione variabile dei turni

La dimensione dei turni non è fissa ma varia. Alcuni turni possono consistere in una sola parola (“Sì.”), altri in un’intera frase, altri ancora in un racconto esteso.

Questa variabilità si riflette, ad esempio, nei frammenti in cui il turno è ridotto a una sola parola di risposta o di ratifica (“Sì.”, “Certo.”) e in quelli in cui un partecipante, come E, produce un turno esteso per spiegare la situazione dell’Italia meridionale o l’atteggiamento verso la legalità. I turni brevi funzionano spesso come risposte in coppie adiacenti o come segnali di ascolto, mentre i turni lunghi servono a sviluppare argomentazioni o narrazioni. Il sistema di presa del turno deve potersi adattare a entrambe le forme, garantendo al tempo stesso la possibilità per gli altri partecipanti di intervenire ai punti di possibile completamento.

2.7. Distribuzione non pre-specificata dei turni

La distribuzione dei turni non è specificata in anticipo. I partecipanti non sanno quante volte prenderanno la parola né quanto durerà ciascun turno : la distribuzione effettiva dipende dallo sviluppo dell’interazione.

Nel corpus analizzato, la distribuzione dei turni emerge progressivamente, momento per momento, in funzione delle domande poste, delle reazioni emotive, dell’esperienza personale di ciascuno. Alcuni partecipanti tendono a prendere la parola più spesso, altri intervengono in modo più sporadico, ma non esiste una ripartizione numerica decisa a priori. Questo carattere non pre-specificato distingue la conversazione spontanea da contesti istituzionali più rigidi (dibattiti moderati, turni di parola assegnati), in cui la quantità e l’ordine dei turni possono essere stabiliti in anticipo.

2.8. Differenze tra conversazione ordinaria e altre attività

Paragonando questi fatti della conversazione ordinaria con quelli di un’intervista, di un dibattito o di una cerimonia, notiamo che vi sono differenze (ad esempio nella dimensione e nell’ordine dei turni, che in questi casi sono spesso pre-specificati). Questo ci fa capire che in contesti diversi sono all’opera diversi sistemi di presa del turno, più o meno vincolati da norme istituzionali.

Nella conversazione interculturale qui analizzata, i turni non sono assegnati da un moderatore, né esistono vincoli formali sul numero di interventi : il sistema è auto-organizzato dai partecipanti. In un’intervista, al contrario, l’intervistatore dispone di un diritto preferenziale alla parola e il sistema di presa del turno è asimmetrico (domande da una parte, risposte dall’altra). In una cerimonia o in un dibattito formale, i turni sono spesso programmati e limitati nel tempo. Il confronto mette dunque in evidenza che il sistema di presa del turno non è unico : la conversazione spontanea interculturale si colloca all’estremo di un continuum in cui il controllo istituzionale sull’alternanza è minimo e le regole emergono dal coordinamento locale tra i partecipanti.

3. Componenti e regole del sistema della presa del turno

3.1. La componente del turno e le sue unità

Un turno potrebbe essere costituito da una sola parola, da un’intera frase o anche da un frammento sintatticamente incompleto ma intonativamente riconoscibile. Può perfino essere ridotto a un semplice segnale vocale (mhm) accompagnato da gesti (ad esempio, un cenno della testa).

Le unità costitutive di un turno sono quelle porzioni di parlato che, una volta completate, rendono pertinente il passaggio del turno (transition-relevance place). La conclusione di un’unità costitutiva segnala che il turno del parlante in corso potrebbe legittimamente cedere il posto a un altro parlante.

Nel corpus si osservano numerosi esempi di unità costitutive e di sovrapposizioni che si collocano esattamente in questi punti di possibile completamento :

L : Eh, se cresci in quell’ambiente, per te sembrerà sempre naturale, normale, una cosa ovvia, eh…
E : [ (xxx) fortuna di nascere in una famiglia dove il padre lavora…

La sovrapposizione si realizza qui dopo l’espressione “una cosa ovvia”, cioè nella zona in cui il turno di L può essere considerato semanticamente e prosodicamente completo.

Nel caso di errori o di violazioni nella presa del turno, esistono dei meccanismi di riparazione (repair). Ad esempio, se due persone si trovano a parlare nello stesso momento, uno di loro si ferma prima del termine, riparando in questo modo il problema :

E : [ è una cosa…
M : [ La maggior parte preferiscono, eh, il guadagno facile.

In questo caso E interrompe il proprio turno, lasciando la parola a M e riparando in questo modo la violazione del turno di M. La riparazione contribuisce a ristabilire l’ordine conversazionale.

3.2. La componente di passaggio o allocazione del turno

L’allocazione del turno avviene, secondo il modello classico, tramite due tipi principali di tecniche. In generale, un parlante può selezionare il parlante successivo oppure possono entrare in gioco meccanismi di autoselezione.

3.2.1.Selezione del parlante successivo da parte del parlante del momento

Questa selezione può avvenire in vari modi :

  • rivolgendosi all’interlocutore attraverso lo sguardo o un segnale non verbale;

  • pronunciando il suo nome;

  • formulando una domanda diretta.

E: E da voi queste cose sono documentate? La televisione ne parla, i giornali ne parlano? (rivolgendosi a L)
L : Noi proprio sì…

In questo caso è chiaro che il turno successivo spetta a L, che ha quindi il diritto (e, in certo senso, anche il dovere) di intervenire.

3.2.2. Autoselezione

Se il parlante del momento non ha selezionato esplicitamente il parlante successivo, il passaggio del turno può avvenire tramite autoselezione, vale a dire :

A : Sì, di integrarsi, cioè…
M : [ Non è facile.

Qui M si autoseleziona per prendere la parola, sovrapponendosi ad A. La competizione per il turno si risolve di solito attraverso meccanismi di riparazione o di resa da parte di uno dei parlanti.

Al primo punto di rilevanza transizionale di un turno possono dunque verificarsi tre possibilità :

  1. Il parlante del momento seleziona il parlante successivo.

  2. Il parlante del momento non seleziona nessuno e uno o più partecipanti si autoselezionano.

  3. Il parlante del momento non seleziona nessuno e nessun partecipante si autoseleziona.

In quest’ultimo caso si producono delle pause o il parlante in corso può prolungare il proprio turno.

3.3. Il sistema di alternanza dei turni

Secondo Sacks, Schegloff e Jefferson, è la completezza del turno che assicura l’alternanza dei turni in modo ordinato nella conversazione, senza lunghe pause né lunghe sovrapposizioni. Questo avviene grazie alle unità costitutive di turno, che spesso coincidono con unità lessicali, frasali o intonative. La conclusione di tali unità segnala un punto di rilevanza transizionale, cioè il punto in cui è possibile o opportuno passare la parola a un altro parlante.

3.3.1. Completezza del turno e punti di rilevanza transizionale

Esempio 1

E : Io mi sono sentita molto in imbarazzo, sinceramente.
L : [ Perché l’imbarazzo?
X : [ Ti sei vergognata di essere italiana?

Il turno di E potrebbe essere considerato completo dal punto di vista semantico (e anche sintattico) già dopo la parola “imbarazzo”. I parlanti successivi, tuttavia, iniziano a parlare dopo la parola “sinceramente”, stabilendo così, in modo pratico, che il turno precedente si conclude alla fine di questa unità lessicale e intonativa. L’episodio mostra come la percezione della completezza del turno non sia solo un fatto grammaticale, ma dipenda anche da sfumature pragmatiche e prosodiche : la presenza di “sinceramente” rafforza la presa di posizione di E e, una volta pronunciata, rende particolarmente pertinente l’intervento degli altri.

Esempio 2

X : No, no, con gli italiani no, con il meridionale sì, perché mhm da noi si pensa che [ a un certo punto…
L : [ Padana lavora e Roma vive di voi. (ridendo)

In questo caso il turno di X non è completo dal punto di vista sintattico e intonativo : la proposizione introdotta da “perché” non è stata portata a termine (“perché da noi si pensa che…”). Tuttavia L considera il turno sufficientemente completo sul piano semantico : ha già compreso l’orientamento dell’enunciato e interviene, sovrapponendosi, con una battuta (“Padana lavora e Roma vive di voi”). L’esempio illustra bene che i partecipanti possono trattare come “completo” un turno grammaticalmente incompiuto, purché il progetto pragmatico sia chiaro. La decisione di prendere la parola si fonda dunque su una valutazione locale del senso, più che su una chiusura “perfetta” della frase.

Questi esempi mostrano che il concetto di unità costitutiva è rilevante nell’analisi conversazionale proprio perché coincide con la conclusione del turno e costituisce il cosiddetto punto di rilevanza transizionale : il punto in cui i parlanti decidono, di fatto, che si può (o si deve) passare a un altro turno.

3.3.2. Meccanismi di selezione del parlante successivo

Secondo Sacks, Schegloff e Jefferson, la selezione del parlante successivo si realizza tramite diversi meccanismi, tra cui :

  • il rivolgersi a una persona pronunciando il suo nome;

  • la scelta di un argomento che esclude certi partecipanti dalla conversazione;

  • l’uso di segni prosodici e non verbali (sguardo, gesti, cambiamenti di intonazione, ecc.).

La scelta di un argomento come la differenza tra Sud e Nord in Italia, per esempio, può mettere in primo piano l’esperienza degli studenti italiani ed escludere parzialmente i partecipanti algerini, i quali non hanno la stessa conoscenza dell’argomento. In questo modo, l’argomento stesso contribuisce a distribuire i diritti di parola, rendendo più probabile l’intervento di alcuni parlanti rispetto ad altri.

L’uso di segni prosodici (intonazione, accentuazione) e di segnali non verbali (sguardo, gesti, postura) permette di indicare in modo sottile, ma efficace, chi è il destinatario “designato” del turno successivo. Lo sguardo diretto verso un partecipante, ad esempio, può fungere da segnale di selezione, anche in assenza di una domanda esplicita o della menzione del nome.

3.3.3. Autoselezione e risposta “non designata”

L’autoselezione, invece, si basa sul meccanismo dell’“iniziare a parlare per primi” : quando il parlante in corso non ha selezionato chiaramente il successivo, più partecipanti possono decidere di intervenire, e il primo che riesce a farlo “vince” il turno.

Esempio 3

E : [ Sì, ma perché cercano questa strada, perché cercano questa strada ? (rivolgendosi a M)
P : Eh, perché non ne trovano un’altra, comunque.

In questo estratto, E rivolge la domanda principalmente a M (attraverso lo sguardo o la prosodia), ma P interviene e risponde per primo. P si autoseleziona, appropriandosi del turno che sembrava destinato a M. Ciò mostra come la selezione del parlante successivo non sia mai totalmente garantita : anche quando il parlante in corso orienta il turno verso un interlocutore, altri partecipanti possono decidere di intervenire, attivando un meccanismo di concorrenza per la parola.

Questo meccanismo di autoselezione si manifesta chiaramente in due fenomeni ricorrenti nella conversazione :

  • Sovrapposizioni brevi fra la fine di un turno e l’inizio del turno successivo.

  • Inizi simultanei da parte di due o più partecipanti.

3.3.4. Sovrapposizioni brevi fra la fine di un turno e l’inizio del successivo

Esempio 4

L : Eh, se cresci in quell’ambiente, per te sembrerà sempre naturale, normale, [ una cosa ovvia…
E : [ Sembra essere fortuna nascere in una famiglia dove il padre lavora…

Qui la sovrapposizione avviene alla fine del turno di L, in prossimità di un punto di possibile completamento (“una cosa ovvia”). E entra in scena quasi anticipando la chiusura del turno di L, completandone in qualche modo il senso con un esempio concreto (“nascere in una famiglia dove il padre lavora”). La sovrapposizione è breve e segnala un alto coinvolgimento : E non contesta il contenuto di L, ma lo sviluppa ulteriormente. Siamo di fronte a una forma di sovrapposizione cooperativa, in cui due parlanti contribuiscono insieme alla costruzione di un’unica linea argomentativa.

3.3.5. Inizi simultanei da parte di due o più partecipanti

Esempio 5

P : …loro pagano molti soldi comunque?
L : [ Sì, sì, pagano un sacco di soldi.
M : [ Eh, tanti soldi.

In questo esempio, L e M si sovrappongono iniziando a parlare nello stesso momento, subito dopo il turno di P. Entrambi producono una risposta di accordo e di rinforzo (“pagano un sacco di soldi”, “tanti soldi”), senza entrare in conflitto sul contenuto. La sovrapposizione è il segnale di una convergenza valutativa : i due parlanti vogliono sottolineare simultaneamente la stessa idea. Qui la concorrenza sul piano formale (chi parla per primo) è compensata dalla forte convergenza sul piano semantico (che cosa dire).

Esempio 6

E : Io mi sono sentita molto in imbarazzo, sinceramente.
L : [ Perché l’imbarazzo?
X : [ Perché ti sei vergognata di essere italiana?

Anche in questo caso L e X si sovrappongono iniziando a parlare nello stesso tempo. Entrambi reagiscono al turno di E, ma con funzioni diverse : L apre uno spazio di esplicitazione (“Perché l’imbarazzo?”), mentre X formula una ipotesi interpretativa più diretta e potenzialmente delicata (“Perché ti sei vergognata di essere italiana?”). La sovrapposizione segnala quindi non solo l’urgenza di intervenire, ma anche la coesistenza di due progetti di azione diversi : da un lato la richiesta di spiegazione, dall’altro l’attribuzione di un motivo all’imbarazzo di E. La gestione successiva di questa sovrapposizione (chi continuerà, chi si ritirerà) permetterà di vedere quale dei due progetti conversazionali sarà privilegiato.

4.Strutture sequenziali dell’interazione conversazionale

4.1. I turni estesi

I turni estesi sono quelle sequenze in cui un parlante mantiene la parola per un tempo relativamente lungo, sospendendo temporaneamente il normale meccanismo di alternanza. Sono tipici, ad esempio, dei racconti, delle spiegazioni o delle giustificazioni elaborate.

Nel corpus analizziamo un estratto in cui E descrive la situazione dell’Italia meridionale :

E : Però, per quello che riguarda l’Italia meridionale, io ho sempre pensato che, più che altro, sia un modo di vivere. È come se l’illegalità fosse entrata in un modo di vivere quotidiano, come se fosse normale, eh… cioè, per tante persone… il modo di vivere e di affrontare la giornata comprende l’illegalità.

In questo esempio, E mantiene a lungo il turno, mentre gli altri partecipanti (P, M, L, X, A) accettano il ruolo di ascoltatori, limitandosi a segnali di ascolto o a brevi interventi di sostegno. Il lavoro di negoziazione dei ruoli (chi parla, chi ascolta, chi può interrompere) è essenziale per permettere lo svolgersi di turni estesi senza conflitti eccessivi.

4.2. Le coppie adiacenti e la rilevanza condizionale

Un altro meccanismo fondamentale dell’organizzazione conversazionale è quello delle coppie adiacenti, intese come coppie di turni in cui il primo turno viene costruito in modo da indicare o da far prevedere il tipo di turno successivo. Un esempio canonico è la coppia domanda/risposta : un turno costituito da una richiesta rende “attesa” una risposta come turno seguente.

Nel nostro corpus, le coppie adiacenti sono particolarmente frequenti e riguardano soprattutto sequenze domanda/risposta, che contribuiscono a strutturare l’interazione e a distribuire i turni in modo prevedibile.

4.2.1. Domanda/risposta come coppia adiacente

Esempio 1

X : Perché ? Ti sei vergognata di essere italiana ? (richiesta)
E : Un po’ sì. (risposta)

Qui X formula una domanda diretta che interpella E su un aspetto sensibile della propria identità nazionale. Il turno successivo di E è una risposta breve ma pertinente (“Un po’ sì”), che soddisfa l’aspettativa condizionale creata dalla domanda. La struttura domanda/risposta rende l’alternanza dei turni fortemente prevedibile : una volta prodotta la prima parte della coppia (la domanda), la seconda parte (la risposta) diventa rilevante e, in un certo senso, obbligata.

Esempio 2

E : Perché la legalità costa troppo? (domanda)
P : Eh, costa troppo, comunque. (risposta)

In questo scambio, E chiede a P di esplicitare un giudizio sulla legalità. P risponde riprendendo e confermando la premessa (“costa troppo”), aggiungendo un marcatore discorsivo (“comunque”) che chiude il turno. Anche qui la coppia domanda/risposta produce una progressione argomentativa : la risposta di P non solo soddisfa l’aspettativa generata dalla domanda, ma contribuisce a rafforzare la rappresentazione della legalità come qualcosa di costoso e difficile da praticare.

Esempio 3

E : E da voi queste cose sono documentate? Cioè, la televisione ne parla, i giornali ne parlano? (con “voi” E intende gli algerini)
L : Noi proprio sì, tipo abbiamo visto quando c’è stata quella invasione degli albanesi nel 1996, no…

In questo caso, la domanda di E chiama in causa l’esperienza dei partecipanti algerini, chiedendo informazioni sul modo in cui i media del loro Paese trattano il tema dell’immigrazione. L risponde con un turno più esteso che non solo conferma (“Noi proprio sì”), ma porta un esempio concreto (l’invasione degli albanesi nel 1996). La seconda parte della coppia va oltre la semplice risposta sì/no : amplia il tema, apportando elementi narrativi e contestuali.

4.2.2. La rilevanza condizionale

Queste coppie sono legate da un rapporto di rilevanza condizionale (conditional relevance) : la prima parte della coppia (il primo turno) rende rilevante la seconda parte (il turno successivo), nel senso che :

  • se dopo una domanda non arriva alcuna risposta, si crea un “vuoto” percepito come problematico;

  • se la risposta non è adeguata, i partecipanti possono intraprendere riparazioni o riformulazioni.

Nel nostro corpus, questa rilevanza condizionale è particolarmente evidente nelle sequenze in cui la domanda riguarda temi delicati (identità nazionale, atteggiamento verso l’illegalità, rappresentazione dell’immigrazione nei media). In tali casi, la responsabilità di fornire una risposta appropriata è ancora più forte, e l’eventuale assenza di risposta sarebbe interpretata come significativa (imbarazzo, disaccordo, rifiuto di rispondere).

Le coppie adiacenti, quindi, non solo organizzano l’alternanza dei turni, ma costituiscono anche un dispositivo fondamentale per la costruzione dell’azione sociale : chiedere, rispondere, giustificare, raccontare sono tutte azioni che si inscrivono in queste strutture dialogiche vincolate.

5. Pause e sovrapposizioni nell’organizzazione della presa del turno

I fenomeni di pause e di sovrapposizione si verificano nelle conversazioni in modo ricorrente, anche quando il sistema della presa del turno è ben regolato. Secondo Sacks, Schegloff e Jefferson (1974), questi fenomeni sono particolarmente interessanti perché costituiscono indizi diretti del funzionamento dei meccanismi di alternanza dei turni : mostrano dove i partecipanti collocano, in pratica, i punti di possibile completamento del turno e come gestiscono la distribuzione della parola.

5.1. I momenti di silenzio in una conversazione

I rallentamenti e i momenti di silenzio possono verificarsi in prossimità dei punti di rilevanza transizionale, quando nessun parlante è stato selezionato né si è autoselezionato per la successiva presa del turno. Nell’ambito del sistema della presa del turno, questi momenti di silenzio segnalano luoghi di possibile completezza che possono essere sfruttati dai partecipanti per passare al turno successivo.

Esempio 1

X : Deve avere tutta la strada beneficiata.
(0,3)
X : [ Ma…
P : [ Quindi, secondo me, è piuttosto la disperazione che porta la gente a immigrare, loro pagano tanti soldi…

In questo esempio, il momento di silenzio che segue il primo turno di X, collocato in prossimità di un punto di rilevanza transizionale, viene interpretato da P come opportunità di prendere la parola. P si autoseleziona e avvia un turno argomentativo più lungo. Il tentativo di X di continuare (“Ma…”) risulta insufficiente, perché P ha già sfruttato quel momento di silenzio per autoselezionarsi, imponendosi come nuovo parlante.

Esempio 2

L : Eh, non si può andare facilmente, imbarcarsi in un’imbarcazione (con un sorriso), passare, eh…
(0,2)
A : Sì, eh… (aprendo la bocca come segno di voler prendere la parola)
M : No, la maggior parte scappano dalla Tunisia.

Anche qui il silenzio breve (0,2) segna un punto di possibile passaggio del turno. Il gesto di A indica la volontà di intervenire, ma M si autoseleziona e occupa il turno. Il silenzio funziona come spazio di negoziazione tra più potenziali parlanti, all’interno del quale si definisce chi prenderà effettivamente la parola.

Possiamo distinguere, seguendo la letteratura, tre tipi principali di silenzio :

  • Pausa : silenzio intra-turno, che non si verifica in un luogo in cui la transizione è pertinente; in questo caso il parlante del momento non dovrebbe essere interrotto.

  • Buco : silenzio che si verifica dopo un punto di possibile completamento del turno; segnala un’occasione mancata o ritardata di cambio di parlante.

  • Intervallo : silenzio più esteso che si colloca in un luogo in cui la transizione è pertinente e che può dare luogo a un cambiamento di parlante.

Nel nostro corpus, le pause brevi tendono a essere trattate come risorse piuttosto che come “vuoti” : permettono di pianificare il turno successivo, di mostrare esitazione o di aprire la possibilità ad altri di intervenire.

5.2. Le sovrapposizioni

Un altro fenomeno molto significativo nella conversazione è quello delle sovrapposizioni. Le domande che si pongono sono : come e perché avvengono queste sovrapposizioni? Quali sono i diversi tipi di sovrapposizione?

Le sovrapposizioni non avvengono a caso : gli studiosi hanno osservato che si collocano spesso in prossimità di un punto di rilevanza transizionale, cioè nel momento di un possibile passaggio da un’unità costitutiva del turno all’altra. La realizzazione di una sovrapposizione indica che, in quel punto, l’interlocutore ha ipotizzato e interpretato il turno precedente come concluso, o comunque sufficientemente completo per poter intervenire.

Di solito la sovrapposizione avviene tra la fine di un’unità costitutiva e l’inizio di un’altra, ma esistono anche casi in cui essa si verifica prima di un vero punto di rilevanza transizionale, ad esempio in situazioni di disaccordo.

Esempio

L : Vuole dire che ci sono problemi e tutti sanno che dall’11 settembre fino a oggi problemi ce ne sono [ di questi tipi…
X : [ Sì, ma ci stavano anche prima.

Il disaccordo parziale di X con il punto di vista di L lo spinge ad autoselezionarsi e a prendere la parola in sovrapposizione. La sovrapposizione diventa qui il luogo in cui si manifesta una posizione divergente : X riconosce l’esistenza dei problemi dopo l’11 settembre, ma ricorda che “ci stavano anche prima”, riorientando così l’interpretazione storica proposta da L.

5.3. I tipi di sovrapposizione

In base alla loro funzione, possiamo distinguere diversi tipi di sovrapposizione : competitive, cooperative e di riparazione (self-repair), a cui si aggiungono i casi di autoselezioni multiple o inizi simultanei.

5.3.1. Sovrapposizioni competitive

La seconda regola del sistema della presa del turno (quella dell’autoselezione), secondo la quale “prende la parola chi inizia a parlare per primo”, incoraggia tutti i potenziali parlanti a cominciare il prima possibile. In questi casi, chi si autoseleziona si trova in una situazione di competizione per ottenere il turno successivo, e tale competizione si manifesta proprio attraverso la sovrapposizione.

Esempio 1

M : [ È impossibile, la legalità è impossibile.
P : [ (xxxx) di essere in Italia col permesso di soggiorno…
X : [ La realtà…

Qui tre partecipanti intervengono in sovrapposizione. Tutti e tre cercano di sviluppare il proprio punto di vista sulla legalità e sulla situazione degli immigrati, producendo una vera e propria congestione del canale : la sovrapposizione è il sintomo di una forte competizione per il turno successivo.

Esempio 2

L : [ Ho sentito dire che gli sfruttano anche i pochi soldi…
M : [ Rischiano la vita…
X : [ Ma, eh…

Anche in questo caso, più parlanti cercano di appropriarsi del turno per completare o commentare ciò che L sta dicendo. Il “Ma, eh…” di X suggerisce l’avvio di un potenziale disaccordo o di una precisazione, mentre L e M insistono su aspetti diversi (sfruttamento economico, rischio della vita). Qui la sovrapposizione è competitiva, perché i partecipanti non si coordinano per costruire un unico turno, ma cercano di imporre ciascuno il proprio.

Esempio 3

L : Eh, vanno dalla [ Tunisia ma da noi…
M : [ Dal nostro Paese è veramente difficile.

In questo scambio, M entra in sovrapposizione con L per precisare e riformulare il riferimento geografico (“dal nostro Paese” invece di un generico “da noi”). Anche se il contenuto non è conflittuale, la presa di parola è comunque competitiva sul piano formale : M si inserisce nel turno di L per guidare l’interpretazione.

5.3.2. Sovrapposizioni cooperative

In altri casi, non è la competizione a spingere i partecipanti ad autoselezionarsi, ma la cooperazione : la volontà di mostrare accordo, di sostenere ciò che ha detto il parlante precedente o di aiutarlo a trovare una parola che gli sfugge.

Esempio 1

L : Io sinceramente non mi sento… non sento che quelle persone fanno della mia… [ fanno parte della mia cultura.
M : [ Parte.

Qui M si sovrappone a L per fornire la parola che quest’ultimo non riesce a trovare immediatamente (“parte”). La sovrapposizione ha una funzione di aiuto lessicale : M completa l’enunciato di L, rafforzando l’idea espressa dal suo turno.

Esempio 2

M : La maggior parte preferiscono, mhm, la, la… [ il guadagno facile.
E : [ L’illegalità.

L è in difficoltà nel completare la sua frase (“la, la…”). E interviene in sovrapposizione proponendo “l’illegalità”, cioè un’interpretazione sintetica di ciò che M sta cercando di dire. Anche qui la sovrapposizione è cooperativa, perché contribuisce a chiarire e condensare il contenuto del turno di M.

Esempio 3

M : …tutti sperano di [ migliorare la situazione…
A : [ Migliorare il livello di vita.
P : [ Sì.

In questo caso le sovrapposizioni di A e P sono entrambe cooperative. A sostiene il turno di M attraverso una frase che riformula con parole simili (“migliorare il livello di vita”), mentre P manifesta accordo con un semplice “Sì”. Le sovrapposizioni non creano conflitto, ma funzionano come segnali di allineamento e di sostegno al parlante in corso.

5.3.3. Autoselezioni multiple e inizi simultanei

Nella conversazione si verificano anche inizi simultanei o autoselezioni multiple, in cui due partecipanti cominciano a parlare nello stesso momento.

Esempio 1

M : [ Non si può fare, non si può fare.
P : [ Già in Italia (xxxx) di lavoro per arrivare qui.

Esempio 2

L : [ Perché l’imbarazzo? (rivolgendosi a E)
X : [ Perché ti sei vergognata di essere italiana? (X si rivolge a E sorridendo)

In questi casi, i partecipanti avviano contemporaneamente il turno successivo, producendo una sovrapposizione all’inizio del loro intervento. Di solito questi inizi simultanei sono brevi : appena ci si rende conto della sovrapposizione, uno dei parlanti rinuncia e lascia il turno all’altro. La sovrapposizione funziona quindi come una prova di forza momentanea, rapidamente risolta dalla cooperazione dei partecipanti.

5.3.4. La riparazione nei casi di sovrapposizione

Lo strumento fondamentale per riparare il problema che si verifica quando ci sono “più parlanti alla volta” è la procedura di interrompere il proprio turno prima del possibile completamento, cedendo la parola all’altro.

Esempio 1

X : [ È proprio…
E : [ Cioè, per loro è una cosa naturale.

Qui X inizia un turno, ma, accorgendosi della sovrapposizione, lascia la parola a E, che completa l’idea in modo più esplicito. L’interruzione anticipata del proprio turno è un chiaro segnale di riparazione : X riconosce il diritto di E a proseguire.

Esempio 2

E : [ È una cosa…
M : [ La maggior parte preferiscono, mhm, la, la, il guadagno facile.

Anche in questo caso E interrompe il proprio turno per lasciare spazio a M. La riparazione permette di ripristinare l’ordine interazionale, evitando che la sovrapposizione si prolunghi.

Queste procedure di riparazione mostrano che i partecipanti non solo creano pause e sovrapposizioni, ma dispongono anche di meccanismi locali per limitarne gli effetti e ristabilire, rapidamente, una distribuzione più chiara dei turni di parola.

6. L’organizzazione della presa del turno e la dimensione interculturale

L’organizzazione della presa del turno è regolata da meccanismi che non mirano a eliminare del tutto pause e sovrapposizioni, ma a localizzarle in luoghi specifici della conversazione. Nel nostro corpus, formato da un gruppo misto italo-algerino, abbiamo rilevato alcune tendenze interessanti.

In primo luogo, emerge una somiglianza evidente tra gli studenti italiani e quelli algerini per quanto riguarda la forte volontà di intervenire e di esprimere il proprio punto di vista. Sia gli uni sia gli altri mostrano una notevole propensione all’autoselezione e non esitano a sovrapporsi, soprattutto quando si tratta di difendere una posizione o di contestare un’affermazione altrui.

Questo tratto sembra riflettere uno stile conversazionale fortemente coinvolto, spesso attribuito ai contesti mediterranei, in cui l’interruzione e la sovrapposizione non sono necessariamente percepite come segni di maleducazione, ma piuttosto come manifestazione di partecipazione attiva.

D’altra parte, la presenza di parlanti di competenza linguistica diversa (italiani nativi e algerini apprendenti di italiano) introduce anche alcuni squilibri nella distribuzione dei turni : gli studenti italiani tendono talvolta a occupare turni più lunghi e complessi, mentre gli studenti algerini, pur intervenendo spesso, manifestano esitazioni e pause più frequenti. Tuttavia questi squilibri non sfociano in esclusione : i partecipanti sembrano condividere un insieme di regole comuni che permette una negoziazione relativamente equilibrata dell’alternanza dei turni.

La dimensione interculturale si manifesta in modo particolare nei momenti di disaccordo : quando emergono punti di vista divergenti sull’immigrazione, sulla legalità o sulla situazione politica, le sovrapposizioni si moltiplicano e diventano lo spazio privilegiato in cui le differenze vengono discusse, contestate o rinegoziate.

Le sovrapposizioni, in questo senso, funzionano come luoghi di costruzione e di negoziazione dell’identità, in cui i partecipanti affermano o difendono la propria posizione, richiamandosi implicitamente a norme e valori culturali diversi.

Conclusione

Nel presente lavoro abbiamo analizzato la gestione della presa del turno e le sovrapposizioni in una conversazione interculturale tra studenti algerini e italiani, alla luce del modello dell’analisi della conversazione.

A partire dalla descrizione dei fatti ricorrenti in qualsiasi conversazione (alternanza dei parlanti, variabilità della dimensione dei turni, uso di tecniche di selezione e di autoselezione), abbiamo illustrato le componenti e le regole del sistema della presa del turno, mostrando come esso si basi su unità costitutive, punti di rilevanza transizionale e meccanismi di riparazione. Abbiamo poi esaminato i turni estesi e le coppie adiacenti, che organizzano la distribuzione dei ruoli tra parlanti e ascoltatori.

Un’attenzione particolare è stata riservata ai fenomeni di silenzio (pausa, buco, intervallo) e di sovrapposizione (competitive, cooperative, di auto-precisione), che non rappresentano semplici “incidenti” conversazionali, ma sono parte integrante del sistema di scambio linguistico. Nel corpus analizzato, tali fenomeni risultano localizzati soprattutto in prossimità dei punti di possibile completamento del turno, confermando le osservazioni della letteratura.

Dal punto di vista interculturale, la conversazione tra studenti italiani e algerini mostra sia somiglianze sia specificità. Da un lato, il comportamento conversazionale dei due gruppi appare relativamente vicino : forte coinvolgimento, frequenti sovrapposizioni, tendenza all’autoselezione. Dall’altro, le differenze di competenza linguistica e di esperienza sociale emergono nei turni estesi, nelle esitazioni e nei modi di esprimere il disaccordo, senza tuttavia impedire una negoziazione efficace dei turni.

In conclusione, lo studio di questo corpus mette in luce come la presa del turno e le sovrapposizioni costituiscano un luogo privilegiato per osservare l’intreccio tra fattori linguistici, sociali e culturali. L’analisi di conversazioni interculturali di questo tipo può contribuire non solo alla descrizione dei sistemi di scambio linguistico, ma anche alla riflessione didattica sulla comunicazione interculturale e sull’insegnamento/apprendimento delle lingue straniere, offrendo spunti per sensibilizzare gli studenti alle norme conversazionali proprie di altre comunità linguistiche.

Sacks, H. (1978). Some technical considerations of a dirty joke. In J. Schenkein (a cura di), Studies in the organization of conversational interaction (pp. 249–269). New York : Academic Press.

Sacks, H., Schegloff, E. A., & Jefferson, G. (1974). A simplest systematics for the organization of turn-taking for conversation. Language, 50(4), 696–735.

Convenzioni di trascrizione

Simbolo – Nome – Uso

(0,3) – Pausa in secondi
Un numero tra parentesi indica la durata della pausa espressa in secondi.

(xxxx) – Parlato non chiaro o dubbio nella trascrizione

[testo] – Parentesi quadre
Indicano l’inizio e la fine di parlato sovrapposto.

Ahlem Drouiche

Université Badji Mokhtar – Annaba

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