Introduzione
È assolutamente vero che ogni evento umano ha un impatto sulla lingua, e la pandemia Covid-19 ha influenzato la lingua in modi efficaci. Durante la crisi del Covid-19 e soprattutto all’inizio del 2020, L’invasione della pandemia provocando molti cambiamenti nella nostra vita sia sociali, economici, politici, linguistici e comunicativi come il detto di C.Marazzini1 (2020a ) : « ogni evento umano ha riflessi che toccano la lingua, perché attraverso la lingua gli uomini prendono coscienza dei fatti, li soppesano, li giudicano, ne traggono conseguenze. Le tracce dei fatti restano sempre appiccicate alle parole », vale a dire che l’epidemia ci ha influenzato non solo come un evento tragico ma anche come un fenomeno linguistico lasciando un impatto sulla lingua, perché essa è in continua evoluzione e si adatta a nuovi fatti e circostanze.
La stampa per la lingua è uno specchio a due raggi come gli atri mezzi di comunicazione di massa (Masini, 2003, p 11- 32). Il cambiamento della lingua di un gruppo è lento e graduale con i cambiamenti dell’uso che ne fanno e tal volta senza consapevolezza ma l’evoluzione linguistica rapida è allegata agli eventi storici e sociali. La nostra presente ricerca sarà sul vocabolario della pandemia Covid-19 e le contaminazione linguistiche nella stampa italiana tra il 2020 e il 2021, sia le parole nuove o le parole di medico o le parole inglese nel quotidiano italiano La Repubblica.
La stampa è uno specchio a due facce per la lingua, come gli altri mezzi di comunicazione di massa (Masini, 2003, p. 11-32). Il cambiamento della lingua di un gruppo è un processo graduale che avviene attraverso l'uso che ne viene fatto e talvolta senza consapevolezza, ma l'evoluzione linguistica può anche essere rapidamente influenzata da eventi storici e sociali. La nostra ricerca si concentra sul vocabolario della pandemia Covid-19 e sulle contaminazioni linguistiche presenti nella stampa italiana nel periodo 2020-2021, in particolare sulle nuove parole, i termini medici e l'utilizzo dell'inglese nella lingua quotidiana del quotidiano italiano La Repubblica.
Nella prima parte del nostro articolo, analizzeremo il linguaggio giornalistico utilizzato durante la pandemia Covid-19, concentrandoci sulla semantica e il lessico utilizzati. Successivamente, presenteremo i risultati della nostra ricerca sul campo, analizzandoli e discutendoli in dettaglio. I dati raccolti seguendo il quadro metodologico saranno ordinati e organizzati in tabelle per facilitare l'analisi dei seguenti punti: il lessico utilizzato durante lo stato di emergenza sanitaria del covid-19 nella Repubblica, i tecnicismi medici della pandemia nella Repubblica e gli anglicismi della pandemia nella Repubblica.
In questo articolo, ci proponiamo di condurre un'analisi semantico- lessicale delle parole più frequentemente utilizzate durante la pandemia nella stampa italiana, con particolare riferimento al quotidiano La Repubblica nel periodo 2020-2021. La nostra domanda di ricerca è se la lingua italiana sia stata influenzata dal Covid-19 nell'uso quotidiano del linguaggio. Dopo aver esaminato i dati raccolti dai nostri campioni di ricerca (gli articoli della Repubblica), cercheremo di dimostrare se effettivamente la lingua sia stata "contagiata" dalla pandemia o meno.
1. Il linguaggio giornalistico durante la pandemia Covid-19 : un’analisi semantico lessicale
La scelta dell’argomento è motivata dall’interesse di analizzare l’evoluzione del linguaggio giornalistico italiano durante la pandemia Covid-19. Questo evento ha richiesto l’affronto di un tema tanto delicato quanto complesso, mediante l’uso di atti linguistici chiari e precisi nel discorso giornalistico. In qualità di mass media, i giornali hanno svolto un ruolo fondamentale nella società, orientando e rappresentando la pandemia al pubblico. In questo contesto, la lingua si è evoluta per accompagnare rapidamente la diffusione della pandemia.
La lingua italiana può essere vista in diversi periodi come un sistema linguistico in forte movimento. In diversi secoli, l’influenza linguistica sulla lingua italiana è arrivata da diverse parti, con intensità variabile. (Coveri, Benucci, e Diadori 1998, p. 174 e Pulcini 1997, p. 79) ; questo perché secondo il linguista James Milroy vede che non esiste una lingua umana completamente stabile. ( Milroy, 1992. p. 1).
Durante la pandemia da COVID-19, la lingua italiana è stata definita da Daniela Pietrini come "la lingua infetta" poiché si è arricchita di nuove parole ed espressioni che hanno trovato largo uso nei discorsi giornalistici, politici e comuni. L’evoluzione del linguaggio durante la pandemia riflette l’evoluzione della società stessa e delle esperienze che abbiamo vissuto. L’utilizzo di questa nuova terminologia non solo ha permesso ai giornalisti di comunicare in modo più preciso ed efficace, ma anche alle persone comuni di comprendere meglio la complessità della situazione e di prendere le precauzioni necessarie per proteggere la propria salute e quella degli altri. Inoltre, la creazione di questa nuova terminologia ha rappresentato una sorta di « inventiva linguistica » in un momento di grande cambiamento e incertezza per la società.). Le nuove parole possono essere suddivise in tre categorie principali : i neologismi, ossia parole nuove create per indicare oggetti, concetti o fenomeni nuovi o che sono stati recentemente scoperti ; le parole tecniche o tecnicismi, che sono termini specializzati utilizzati in contesti professionali o tecnici ; e infine gli anglicismi, cioè parole di origine inglese che sono state introdotte nella lingua italiana.
La prima categoria è quella dei neologismi che sono le nuove parole più usate durante la pandemia. Questi neologismi sono stati introdotti per descrivere nuove situazioni o concetti che sono emersi a causa della pandemia e si sono diffusi rapidamente nella lingua quotidiana come : « confinamento», «DAD», «lockdown», «distanziamento sociale», «focolaio», «long Covid», «maskne», «paziente zero» ,«infodemia». Inoltre, la pandemia ha anche avuto un impatto sulle espressioni e metafore comuni. Ad esempio, l’uso di espressioni come »la lotta al nemico invisibile« o »medici in prima linea« si è diffuso a causa della pandemia, poiché la situazione sanitaria è stata spesso paragonata a una guerra, anche delle parole che sono già esistenti ma hanno cambiato il senso o hanno acquisito un contesto sanitario accordato alla pandemia come la parola «coprifuoco», che ha cambiato il suo campo d’uso prima ha avuto un significato di guerra ma durante la pandemia ha conquistato un contesto sanitario anche quando i medici definiscono «eroi», sono delle metafore compare alla guerra. Ci sono anche delle sigle come «Dpcm», e degli acronimi legati alla pandemia come «covid-19», . Questo dimostra come gli eventi significativi nella storia possono influenzare la lingua in modi profondi e duraturi.
La seconda categoria è quella del gergo medico o i tecnicismi (le parole del medico) sono parole utilizzate prevalentemente nel linguaggio medico-scientifico, ma che sono diventate parte del linguaggio comune durante la pandemia covid-19 che ha rafforzato l’utilizzo della terminologia scientifica a livello internazionale e quotidiano. Nelle prime pagine dei giornali leggiamo sul : «virus», «mascherina», «picco», «vaccino», «contagio», «immunità di gregge», «tampone», «letalità», «dispnea», «intubazione», «Anosmia E Ageusia», «negativo», «ansintomatico»,. Quindi è entrato anche l’aggettivo «pulito», nel gergo medico per distinguere i pazienti non contagiati dal coronavirus nelle emergenze o negli ospedali.
La terza categoria è quella degli anglicismi che è un fenomeno mostrato dal secolo dopoguerra in Italia. «Quello dei contatti fra lingue non è certo un argomento nuovo (…) ma ha il pregio della perenne attualità, perché tocca un fenomeno che costantemente si ripresenta nelle situazioni più varie …», (Gusmani 1981 : 1). Come il caso dei forestierismo o esotismo nella lingua italiana che è il modo, la parola o l’espressione di origine straniera. Col tempo e lo sviluppo dei mass media e alla diffusione dei mezzi di informazione i forestierismi in generale e gli anglicismi in particolare sono apparse e si sono diffuse ampiamente in tutta l’Italia. (Rogato, 2008. P. 30).
« Parola, locuzione o costrutto della lingua inglese, trasferito in forma alterata in altra lingua, o usato in un’altra lingua nella forma originaria » (Gabrielli, 2015. Anglicismo. P. 136). Secondo Gabrielli, l’anglicismo è una parola o un’espressione viene presa in prestito dalla lingua inglese verso la lingua italiana cioè la parola di origine inglese che è usata nel lessico italiano viene chiamata anglicismo. L’elenco degli anglicismi utilizzati nella stampa italiana durante la pandemia da COVID-19 è stato esteso e comprende numerose parole di origine inglese. Tra le parole più frequentemente adoperate si possono citare, ad esempio, «smartworking» , « contact tracer» , « hub» , « green pass» , « Covid hospital» , «rider », «delivery» «recovery fund» «webinar « , «task force» «cluster» «droplet» e «spillover».
La scelta di utilizzare la stampa come fonte di analisi linguistica è stata determinata dalla sua importanza come mezzo di comunicazione e di diffusione delle informazioni nella società. In particolare, il quotidiano La Repubblica è stato selezionato come fonte di dati per la sua ampio pubblico e per la sua ampia copertura della pandemia da COVID-19 . La stampa è stata sempre il mezzo che esprime il potere della parola come dice L. Pinnavaia : « la stampa è stata da sempre uno strumento potente e importante per ogni società e l’uso delle parole da parte dei giornalisti è indice della direzione in cui va e in cui vuole andare una comunità » (Pinnavaia. 2005, 43-56).
Come accennato nell'introduzione, il nostro articolo si concentrerà su alcuni neologismi, tecnicismi e anglicismi che sono stati ampiamente utilizzati durante la pandemia, in particolare dai media, e che hanno suscitato interesse anche in ambito linguistico. (L’Accademia Di Crusca, Corbolante 2018, 2019, 2020, 2021 ; Di Valvasone 2021 ; Paoli 2020 ; Marazzini 2020). I dati saranno ottenuti attraverso del sito del quotidiano La Repubblica2 su Google. L’utilizzo del software Iramuteq come strumento di analisi semantico-lessicale è un’ulteriore garanzia per la validità e l’affidabilità dei dati, in quanto consente di analizzare in modo efficiente e sistematico un grande numero di parole e di relazioni tra di esse. Il nostro obiettivo è quello di comprendere l’impatto della pandemia sulla lingua italiana attraverso l’analisi delle parole e delle espressioni utilizzate dalla stampa, con particolare attenzione ai neologismi, ai tecnicismi e agli anglicismi. il periodo è dal Gennnaio 2020 fino ad Ottobre 2021.
2. Analisi di alcuni neologismi, tecnicismi e anglicismi3
2.1. La prima categoria
Neologismi dell’emergenza sanitaria di covid-19 nella Repubblica |
L’etimologia |
Analisi semantico-lessicale |
Covid-19 |
Dall’acronimo formato dalle iniziali di Corona Virus Disease. Usato come s. f. e m. |
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Confinamento |
s. m. [der. di confinare]. |
È un termine che indica il blocco o l’isolamento temporaneo, vietata l’uscita e l’ingresso, si sospesi anche i trasporti e le attività di ogni genere durante l’emergenza da Sars-Cov-2. |
Coprifuoco |
s. m. (comp. di coprire e fuoco sul modello del fr. Couvre-feu) |
Con il termine coprifuoco oggi si intende un ordine generalmente imposto dalle autorità statali e/o militari a tutti i civili e a tutti coloro che non sono in possesso di uno specifico permesso rilasciato dalle autorità, consistente nell’obbligo di rimanere in casa durante la notte. Prima del COVID-19 cioè prima del anno 2020 il termine veniva utilizzato principalmente durante le guerre, ad esempio quando c’era il rischio di bombardamenti e non necessariamente di notte. Oggi, purtroppo, è utilizzato solo per motivi di ordine pubblico : le autorità hanno disposto che chiunque sia sprovvisto di permesso sia tenuto a restare in casa per non incorrere in sanzioni. |
DAD |
(sigla DAD) loc. s.le f : |
È un termine indica la didattica a distanza come una metodologia durante la pandemia covid-19 per non impedisce l’apprendimento/l’insegnamento. |
Lockdown |
Dalla combinazione dei due termini inglesi, «lock», e «down», nasce questa parola che per tutto il 2020 ci ha accompagnati nel bene e nel male. Dal punto di vista lessicale, la parola di origine americana |
È un termine Inserito dall’Accademia della Crusca nella lista dei neologismi, il termine lockdown è un termine inglese che può essere tradotto in italiano con le parole «blocco», o «isolamento»,. In tempi di coronavirus, si usa riferirsi alle misure di contenimento che l’Italia e altri Paesi del mondo stanno attuando per fronteggiare l’emergenza. Tale protocollo prevede infatti misure di isolamento, ovvero la limitazione di ingresso e uscita ad un’area circoscritta e la chiusura delle attività ritenute non essenziali. |
Distanziamento sociale |
Composto dal s. m. distanziamento e dall’agg. sociale. La locuzione traduce l’ingl. social distancing. |
«É un termine dell’epidemiologia che indica nel loro insieme i diversi tipi di intervento utili per evitare una grande ondata epidemica, l’isolamento dei pazienti, l’individuazione e la sorveglianza dei contatti, la quarantina per le persone esposte, la chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro o l’adozione di metodi per lezioni scolastiche/universitarie e lavoro a distanza. Inoltre vanno anche considerati i provvedimenti che limitano l’assembramento di persone, come le manifestazioni sportive, fino ad arrivare alla restrizione dei viaggi internazionali»,(ISS 2020)(Pietrini, 2021. P 56). Secondo Luisa Di Varvone il distanziamento sociale indica un insieme di misure che possono essere adottate per contenere un focolaio dell’epidemia del covid-19 .10 |
Focolaio |
s. m. attraverso l’ipotetica forma del latino parlato focularius, da foculus, diminutivo di focus ‘focolare’. |
Focolare ; centro di diffusione di un fenomeno negativo11 |
Nemico invisibile |
Nemico (ant. nimico) agg. e s. m. (f. -a) [lat. inimīcus, comp. di in-2 e amīcus « amico »] (pl. m. -ci). – Il contrario di amico |
È un’espressione diffusa nel linguaggio dell’informazione e della politica durante la pandemia di COVID-19, una metafora in cui la malattia coronavirus è stata trattata come una guerra ed è come il nemico invisibile perché è un’epidemia rapidamente contagiosa dove non può essere visto. |
Dpcm |
D.P.C.M., DPCM, dpcm) Sigla di decreto del presidente del consiglio dei ministri, usata anche come s. m. inv. Neologismi (2020)Treccani.it |
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Long Covid |
Prestito non adattato dall’inglese long Covid, formato dall’aggettivo long ‘lungo’ e da Covid. |
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Maskne |
Anglismo non adattato ; in inglese parola macedonia formata dalle parole mask ‘mascherina’ e acne ‘acne’. Accademia di crusca |
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Paziente zero |
Dall’espressione ingl. Patient Zero. loc. s.le m. e f. |
Si tratta del primo paziente nel campione di popolazione dell’indagine epidemiologica ad essere identificato, studiato e curato. |
Infodemia |
Dall’ingl. infodemic, a sua volta composto dai s. info(rmation) (’informazione’) ed (epi)demic (’epidemia’). |
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Commento : Attraverso l’analisi della prima categoria, è stato possibile constatare come i giornalisti abbiano adottato i neologismi per descrivere le nuove situazioni e i nuovi fenomeni legati alla pandemia, con l’obiettivo di comunicare in modo chiaro e preciso al pubblico. In sintesi, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla lingua italiana, generando nuovi neologismi e attribuendo nuovi significati a parole già esistenti. Grazie alla nostra ricerca, siamo stati in grado di suddividere i neologismi in tre categorie principali :
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Termini di ripetizione o i neologismi di frequenza, che non sono delle parole nuove ma hanno cambiato significato in alcune espressioni, cioè parole che hanno acquisito nuovi sensi o nuovi contesti durante il periodo epidemico, come la parola «coprifuoco»,.
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Termini nuovi, o possiamo dire parole nate durante la pandemia, come infodemia e anche il confinamento (proposto dall’Accademia della Crusca in alternativa al lockdown).
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Le nuove espressioni specifiche composte di vari elementi come il paziente zero e nemico invisibile.
2.2. La seconda categoria
Le parole di medico : i tecnicismi della pandemia nella Repubblica : |
L’etimologia |
Analisi semantico-lessicale |
Virus |
s. m. [dal lat. virus « veleno »] |
In biologia, termine con cui si designa un gruppo di organismi, di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata, costituiti da un acido nucleico (genoma) rivestito da un involucro proteico (capside).17 |
Mascherina |
s. f. [dim. di maschera] |
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Picco |
s. m. [da una radice onomatopeica *pikk- (v. picca1)] (pl. -chi) |
A esperti e virologi viene chiesto quando l’infezione da coronavirus raggiunge il picco per sapere quando il numero di infezioni diminuirà. |
Vaccino |
In origine, il termine designava il vaiolo dei bovini (o vaiolo vaccino) e il pus ricavato dalle pustole del vaiolo bovino (pus vaccinico), impiegato per praticare l’immunizzazione attiva contro il vaiolo umano. |
I vaccini sono preparazioni biologiche costituite da microrganismi uccisi o attenuati e alcuni dei loro antigeni o sostanze prodotte e fornite dal microrganismo e le rende secure. |
Contagio |
s. m. [dal lat. contagium, der. di contingĕre « toccare, essere a contatto, contaminare », comp. di con- e tangĕre « toccare »]. |
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Immunità di gregge |
s. f. [dal lat. immunĭtas -atis, der. di immunis : v. immune] e s. m. (ant. s. f ; letter. gréggia s. f.) [lat. grex grĕgis] (pl. le gréggi, meno com. i gréggi ; letter. le grégge). |
È un espressione usata quando persone che hanno già avuto il virus, o che sono già state vaccinate contro di esso, ne rendono difficile la diffusione. |
Tampone |
s. m. [dal fr. tampon, forma nasalizzata di tapon, affine all’ital. tappo]. |
È una procedura diagnostica utilizzata per prelevare materiale biologico per identificare la presenza o l’assenza di virus nelle persone. |
Letalità |
s. f. [der. di letale]. |
In medicina, la letalità si riferisce al numero di decessi rispetto al numero di persone affette da una particolare malattia in un determinato periodo di tempo. La letalità è una misura della gravità della malattia ed è particolarmente utilizzata per le malattie infettive acute. |
Dispnea |
s. f. [dal lat. tardo dyspnoea, gr. δύσπνοια]. |
Si riferisce al termine medico che corrisponde alla consapevolezza di una persona di respirare affannosamente ; è una mancanza di respiro che può essere un sintome del Coronavirus. |
Intubazione |
s. f. [der. di intubare]. |
In medicina, introduzione temporanea, più o meno prolungata nel tempo, di un tubo (di metallo, di plastica o di altro materiale) in un condotto anatomico (respiratorio, sanguifero, intestinale) per scopi diversi : i. endotracheale, diffusamente usata per l’anestesia generale."26 L’intubazione è una procedura che consente la respirazione meccanicamente assistita per i pazienti in anestesia meccanica ; Può avere una durata breve o lunga. |
Negativo |
agg. [dal lat. tardo negativus, der. di negare « negare, dire di no »]. |
Termine usato nel senso di ’negativo’ per chi è risultato negativo al coronavirus vuol dire che non ha contratto il virus. |
Anosmia E Ageusia |
s. f. [comp. di an- priv. e -osmia]. E |
Cioè della perdita dell’olfatto e del gusto, anch’esse considerate sintomi dell’infezione da coronavirus28 |
Asintomatico |
agg. [comp. di a- priv. e sintomatico] (pl. m. -ci). |
Un termine usato per riferirsi a una persona che non presenta sintomi del Coronavirus. |
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Commento : In effetti, durante la pandemia di COVID-19, molti termini medici e tecnicismi hanno trovato largo uso nella lingua quotidiana, diventando di fatto parte del nostro vocabolario comune. Questi termini, solitamente riservati ai professionisti del settore medico, sono stati adottati anche dai media e dal pubblico in generale, dimostrando come la pandemia abbia influenzato non solo la salute pubblica, ma anche la lingua italiana. Attraverso la nostra analisi della tabella dei tecnicismi, abbiamo potuto notare come alcuni di questi termini siano stati adottati in modo massiccio dai media, mentre altri siano rimasti di uso più limitato. La scelta delle parole e la loro rappresentazione nei media possono influenzare notevolmente la percezione del pubblico riguardo alla malattia e alle misure di prevenzione. Inoltre, l’utilizzo di parole precise e accurate può aiutare a ridurre la disinformazione e le teorie del complotto. La parola « mascherina » e « vaccino » sono due esempi di parole che sono state usate ampiamente durante la pandemia per informare e sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione e sulla lotta contro la malattia. La scelta di parole appropriate può quindi svolgere un ruolo critico nella comunicazione efficace durante una pandemia.
2.3. La terza categoria
Gli anglicismi della pandemia nella Repubblica |
L’etimologia |
Analisi semantico-lessicale |
Smartworking |
Pseudoanglicismo composto dall’agg. ingl. smart ‘intelligente’ e dal s. ingl. working ‘lavoro, occupazione’. |
È la misura che diverse aziende hanno adottato per garantire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare da casa, che in italiano significa «lavoro agile»,. |
Contact tracer |
Prestito integrale dall’inglese contact tracer formato da contact ‘contatto’ e tracer ‘colui (o colei) che rintraccia’. |
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Hub |
〈hḁb〉 s. ingl. (propr. « perno »; pl. hubs 〈hḁbs〉 |
In inglese, la parola si riferisce alla parte centrale di un oggetto circolare (come una ruota o un’elica), anche hub è un centro di attività o un aeroporto che in un determinato paese raccoglie la maggior parte del traffico.33 |
Greenpass |
Composta dal : ‹ġrìin› agg. e s. ingl. (propr. « verde »; pl. greens ‹ġrìin∫›) e ‹pàas› s. ingl. [propr., imperat. del v. (to) pass « passare »] (pl. passes ‹pàasi∫›) |
Il termine indica l’identificazione dei certificati sia italiane o quelle valide in tutta l’ Unione europea che attesstano di essere vaccinati contro il covid-19 o di essere guariti dal covid-19 o di aver ottenuto esito negativo dopo il tampone. |
Covid hospital |
Composto dalla sigla e s. f. o m. Covid(-19) e del n. Ingl. hospital «ospedale»,. |
l’espressione è composta dall’acronimo formato dalle iniziali di Corona Virus Disease e hospital che è una parola inglese indica in italiano la parola Ospedale dove si trovano i pazienti. Ospedale Covid, il composto più inquietante, come definito da (corbolante2020a). usato per denominare gli ospedale italiani destinati alla cura di persone contaminate da COVID-19. |
Rider |
Dall’ingl. rider (‘chi va a cavallo, in bicicletta, in motocicletta’)s. m. e f. |
Il termine nato con la diffusione dei servizi di consegna dei pasti a domicilio, gestiti tramite applicazioni e piattaforme digitali. |
Delivery |
Prestito integrale dall’inglese (consegna) s. f |
La parola indica in italiano l’espressione consegna a domicilio ( corbolante 2019). |
Recovery fund |
Espressione composta da due parole inglesi : recovery e fund corrisponde all’espressione |
Il termine indica in italiano «Fondo per la ripresa» :
L’espressione inglese è molto usata nei media italiani37 |
Webinar |
Prestito integrale dall’inglese, parola macedonia formata da web e (sem)inar ’seminario’.38 |
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Task force |
〈 tàask fòos〉 locuz. angloamer. [propr. « forza (destinata a un determinato) compito »] (pl. task forces 〈... fòosi∫〉) |
Come è successo in marzo 2020, dove è stata creata una task force formata da 74 esperti multidisciplinari selezionati dal Ministro per l’innovazione tecnologia e la transizione digitale in accordo con il Ministro della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato alla valutazione e alla proposta di soluzioni tecnologiche data-driven per la gestione delle emergenze sanitarie, economiche e sociali legate alla diffusione del Covid-19. |
Cluster |
‹klḁ′stë› s. ingl. (propr. « grappolo »; pl. clusters ‹klḁ′stë∫›) |
Quando si parla di cluster si intende la presenza di due o più casi di una stessa patologia (in questo caso Covid-19) legati a un determinato luogo e tempo. |
Droplet |
Prestito integrale dall’inglese droplet, composto da drop ‘goccia’ con l’aggiunta del suffisso diminutivo -let (mutuato dal francese -lette). |
Anche il termine indica «l’insieme delle goccioline di saliva emesse dalla bocca quando si parla, si starnutisce o si tossisce»,42. |
Spillover |
〈 spilóuvë〉 s. ingl. [propr. « traboccamento », comp. di (to) spill « versare, spandere » e over « sopra »] (pl. spillovers 〈spilóuvë∫〉) |
Un termine che indica un salto della specie. |
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Commento : Attraverso la nostra analisi della tabella degli anglicismi, abbiamo notato che l’impatto dell’epidemia la gravità della situazione hanno lasciato ai giornalisti poco tempo per pensare ad utilizzare parole italiane, ma piuttosto li ha spinti ad utilizzare termini in linea con quelli utilizzati dalla stampa internazionale. Poiché la lingua della scienza è principalmente l'inglese, troviamo spesso la sua impronta chiara anche nei media italiani. Come sottolineato da Giovannardi, Gualdo e Coco (2008), nel corso del Novecento il fulcro della ricerca scientifica si è progressivamente spostato negli Stati Uniti e di conseguenza l'inglese è diventata la lingua di riferimento nella produzione scientifica internazionale, rappresentando la lingua di oltre due terzi dei documenti scientifici pubblicati nel mondo partendo da questo punto di vista l’inglese è la lingua predominante nella comunicazione scientifica internazionale e questo potrebbe spiegare l’uso frequente di parole inglesi nella lingua italiana utilizzata dai giornalisti. Tuttavia, è importante notare che l’uso eccessivo di anglicismi può avere conseguenze negative sulla comprensione e l’accessibilità del testo per un pubblico più ampio. Inoltre, la lingua italiana ha una vasta gamma di parole e termini tecnici che possono essere utilizzati per descrivere gli stessi concetti, infatti le parole inglesi usate hanno l’equivalente di parole italiane con lo stesso significato come ad esempio «smartworking», significa in italiano «il lavoro agile», e quindi l’uso di anglicismi non è sempre necessario.44 Infine, è importante valutare il contesto e l’audience del testo prima di decidere l’uso di parole straniere.
Conclusioni
L’impatto della pandemia covid-19 sulla lingua è stato il punto di partenza delle riflessioni che ci hanno animato per questa ricerca ; attraverso il presente lavoro, abbiamo potuto condividere e categorizzare il vocabolario globale della pandemia in tre categorie, attraverso l'analisi lessico-semantica delle parole utilizzate nella stampa italiana, in particolare nel quotidiano "La Repubblica", utilizzando un campione realistico di articoli nel periodo compreso tra il 2020 e il 2021. La lingua cambia, sviluppa e si adatta alle nuove eventi, questo è ciò che abbiamo concluso nel nostro studio da parole nuove e parole preesistenti che hanno acquisito un significato diverso ( i neologismi) : «covid-19, confinamento, coprifuoco, DAD, lockdown,distanziamento sociale, focolaio, nemico invisibile, Dpcm, long Covid, maskne, paziente zero,infodemia« ; alle parole di medico che sono delle parole tecniche ( i tecnicismi) fanno parte del gergo medico : «virus, mascherina, picco, vaccino, contagio, immunità di gregge, tampone, letalità, dispnea, intubazione, Anosmia E Ageusia, negativo, ansintomatico», ; infine le parole inglesi (gli anglicismi) che hanno invaso la stampa italiana : smartworking, contact tracer, hub, green pass, Covid hospital, rider, delivery, recovery fund, webinar, task force, cluster, droplet, svillover»,. La creazione di un »covidizionario« è una prova tangibile di come la lingua italiana stia evolvendo per adeguarsi a questo nuovo evento globale.
Per concludere, nel contesto della pandemia, rispondiamo alla nostra problematica, la lingua italiana è diventa contagiata con una nuova varia panorama lessicale composta dagli acronimi, metafore, introducendo nuove parole e modificando il significato di altre preesistenti per poter così descrivere la malattia come un evento eccezionale. La lingua italiana è sicuramente cambiata a causa della pandemia, ma questa evoluzione linguistica è un riflesso delle sfide che la società ha dovuto affrontare durante questo periodo difficile. In generale, la lingua è un riflesso della società e dei cambiamenti che si verificano in essa, e la pandemia di Covid-19 ha dimostrato ancora una volta come la lingua sia in grado di adattarsi a eventi inaspettati e in continua evoluzione. Mi sentirei di dire che il Covid-19 è una malattia che ha scritto la sua storia.