Introduzione
Amos Cassioli, uno dei massimi protagonisti della corrente dei pittori bilanciati fra impegno politico e raffigurazione storico-medievistica. Di modesta condizione nasce il 10 agosto del 1832, ad Asciano. Dopo gli studi, era costretto nel 1848 a tornare al suo paese dopo la morte di suo padre per necessità familiari ; nel 1850, l’artista frequenta l’Istituto di Belle Arti di Siena, con l’aiuto di una sovvenzione di un gruppo di nobili locali1. Nella carriera artistica del pittore, aveva anche l’occasione di conoscere altri pittori di schietta ispirazione purista o nazarena, citiamo alcuni come Pietro Tenerani, Tomasso Minardi, Federick Overbek ed altri.
1. Cassioli : pittore di storia
Alla caduta del granducato del governo provvisorio della Toscana, il pittore vince nel 1860 l’alunnato Biringucci, dipingendo un’opera di contenuto storico-letterario, intitolata La morte di Niccolò Macchiaveli (tav.1) riesce dopo a trasferirsi definitivamente a Firenze dove ha l’occasione di partecipare all’Esposizione Nazionale dell’anno successivo con tre ritratti.
Due anni dopo nel 1862, l’artista invia a Siena la stesura finale del Dante e Casella, poi, nel 1864 Cino e Selvaggia (tav.2), espone poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, precisamente nel 1866 una composizione di un grande successo, intitolata : Lorenzo dei Medici che mostra a Galeazzo Sforza le suppellettili artistiche da lui raccolte (tav.3).
Uno dei massimi esponenti della pittura di storia dopo il famoso Francesco Hayez, ciò appare in opere come il Giuramento di Pontida2 (tav.4) una composizione considerata come un evento importante nella storia medievale ma fa parte anche della pittura impegnata dell’Ottocento :
Il giuramento di Pontida, nei confronti del quale molti storici nutrono più di un dubbio, sarebbe avvenuto il 7 aprile 1167. Milano era appena stata distrutta cinque anni prima e a questa sconfitta seguirono una reazione e una spinta all’alleanza tra i Comuni lombardi, sancita a Pontida. La Lega lombarda, natta da quel patto, sconfisse il Barbarossa a Legnano nel 1176 e sette anni dopo la pace di Costanza segnò una trasformazione nelle relazione tra i Comuni e l’imperatore. (AIME, 2012 : 23)
La pittura impegnata del Risorgimento attinge ancora una volta a piene mani all’episodio del conflitto fra la città di Milano e Federico I, la battaglia di Legnano (tav.5) è stato un soggetto di due opere di Massimo d’Azeglio è così come due dipinti di analogo soggetto nella produzione di Cassioli ; il dipinto celebra la storica vittoria dei Comuni italiani contro il grande imperatore della casa di Hohenstaufen Federico I il Barbarossa, il dipinto interpreta la battaglia nei termini risorgimentali della guerra dei patrioti contro gli austriaci.
Secondo la nostra lettura dell’opera, il dipinto è diviso in due parti, in primo piano l’esercito della lega lombarda che sta combattendo contro l’esercito tedesco, e vediamo quasi un singolo eroe in una posizione molto coraggiosa, questo gesto che ci ha fatto ricordare il dipinto di Francesco Hayez : Pietro l’Eremita predica la crociata ; forse Cassioli ha preso l’idea come un riferimento per realizzare quest’opera, ricordando che, il primo pittore che ha creato il genere della pittura di storia è Francesco Hayez, e quindi Cassioli è diventato il successore della pittura di storia hayieziana accanto ad altri pittori-soldato. In secondo piano il carroccio e i suonatori di chiarine ci fanno ritornare agli affreschi di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina, dove i sette angeli avevano le sette trombe e si accinsero a suonarle (affresco. 6).
Cassioli entra fra il gruppo dei pittori-soldati, e ha continuato la sua attività artistica, mostrando i campi di battaglia, realizza sempre scene medievali, è come un ‘Retour’ alla pittura di Francesco Hayez. Il pittore storico non si interessava solamente alle vicende antiche, ma anche politiche per comunicare un particolare messaggio, perché la sua arte svolgeva un’alta funzione educativa.
L’artista approfondisse anche in più i suoi soggetti nella cultura letteraria, appare questo nel suo famoso dipinto ‘Paolo e Francesca’ (tav.6), un dipinto di contenuto letterario ; basta ritornare ai versi della Divina Commedia di Dante Alighieri, dove l’artista ha mostrato gli innamorati in posizione molto intima, si stanno baciando in maniera più forte, questo infatti, che ci ha lasciato capire che il contenuto dell’opera di Cassioli comprende elementi più belli, come l’amore, la passione, ma anche cattivi, perché i due amanti saranno condannati all’inferno da Dante.
2. Studio della bellezza nella pittura di Amos Cassioli
Cassioli aveva un gusto più alto nella sua arte, perché fu un eccellente ritrattista, e nella sua pittura riflette fondamentalmente la situazione politica e culturale in Italia risorgimentale. Il bello nel suo dipinto rappresenta sempre il vero o la realtà della società che viene realizzato nel suo quadro di contenuto storico-letterario. Il bello è sempre legato al gusto del pittore. Facciamo una piccola lettura nel libro di A. Tanfoglio, avendo definito il gusto con il concetto di bellezza:
Vale la pena chiarire anche che il gusto, cioè quell’impulso che ci fa esclamare : “che bello !”, non va confuso con il concetto di bello che invece, come detto, riguarda la complessità dei valori insiti nell’oggetto di riferimento. [...] Il gusto è un sentire personale che non tange necessariamente il concetto di bellezza, e che riguarda l’estetica. L’estetica è un valore di giudizio generale che comprende un ragionamento che si basa su un giudizio di logica formale e contenutistica nella quale c’è un’indubbia minima parte di espressione di piacere/dispiacere. [...] potremmo dire che col termine Estetica, in ambito artistico, ci si riferisce ad una sintesi che è comprensiva di conoscenze e intuizioni dell’artista. Così come la bellezza è determinata dal piacere [...]. (TANFOGLIO, 2015 : 89)
Torniamo al suo dipinto Paolo e Francesca, e proviamo di leggere il bello attraverso un confronto fra l’opera sopra citata e i dipinti di F. Hayez Ultimo bacio di Romeo e Giulietta ed Il Bacio.
3. Lo studio del bacio in ‘Paolo e Francesca’
Il tema dolce del bacio fra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, della Divina Commedia di Dante Alighieri ci ha dato l’occasione di studiare la bellezza e la verità dell’amore fra i due protagonisti, il dipinto raffigura diversi temi, possiamo leggere il tema letterario e soprattutto quello storico-politico, diceva Philippe Daverio, su quest’argumento :
“ La bellezza è verità, la verità bellezza, questo è tutto ciò che sapete in terra, ed è tutto ciò che vi serve di sapere”. La questione è evidentemente centrale per i romantici e per i loro discendenti. Viene ancora una volta portata al dibattito esatto a Parigi dove si annulla il dogma classico espresso da Boileau nel Seicento, quello secondo il quale “rien n’est beau que le vrai, seul le vrai est aimable” - “nulla è bello se non ciò che è vero, solo il vero è degno d’amore’, quando Alfred de Musset dichiara : “rien n’est vrai que le beau, rien n’est vrai sans beauté” – “nulla è vero se non ciò che è bello, nulla è vero senza bellezza”. (DAVERIO, 2012 : 203)
Nel senso letterario, la storia dei due giovani è realmente accaduta nel tredicesimo secolo nel Castello di Gradara. Una vicenda conosciuta grazie alla citazione che il sommo poeta Dante ne fa nell’Inferno. Basta tornare e leggere i versi del Canto V, dove i poeti, scesi nel secondo cerchio, e durante il loro cammino incontrano i lussuriosi che erano nell’immaginario di Dante in una perpetua bufera ; il poeta era molto curioso di conoscere la storia delle due anime che volano insieme in questa bufera, ascolta la vicenda dolorosa della colpa di Paolo Malatesta, dannato insieme con Francesca da Rimini (i due protagoniste nel dipinto di Cassioli) ; ricordiamo il verso seguendo il contenuto dell’opera perché si trovano nella schiera dei morti per amore :
Ma s’a conoscer la prima radice
Del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse ;
soli eravamo e senza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
Quella lettura, e scolorocci il viso ;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse :
quel giorno piú non vi leggemmo avante”.
(FALLANI, 2008 : 62-63).
Quando leggiamo i versi di Dante, possiamo capire il quadro di Amos Cassioli, ed esempio il verso : ‘la prima radice ...’ significa il primo attimo, l’origine della storia del bacio di Paolo e Francesca, mentre nel verso ‘dirò come colui ...’ vale a dire che la protagonista quando parla era forzato a piangere per l’accorata rievocazione della scena. Nel verso ‘di Lancialotto come amor lo strinse, soli eravamo e senza alcun sospetto ..’ qui Dante, ha indicato la storia del Lancillotto, uno dei cavalieri della tavola rotonda, amante della regina Ginevra.
La scena che spiega il contenuto del capolavoro di Cassioli, è nel verso ‘129’ quando Dante scrive : Per più fïate li occhi ci sospinse. Quella lettura, e scolorocci il viso ; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso, esser basciato da cotanto amante, questi’, vale a dire che un giorno leggevano, ella e Paolo, un qualsiasi giorno, non fissato né atteso, per diletto, con nessun altro proposito se non di passare il tempo lietamente, erano soli, e senza alcun sospetto d’essere sorpresi che al bisogno li rendesse più cauti e guardinghi.
Leggevano di Lancillotto come Amor lo strinse. Mentre il momento del bacio Dante descrive la scena ‘che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse : quel giorno piú non vi leggemmo avante’ : significa, il libro fu intermediato del loro amore, perché ne svelò l’origine, e fece perciò la parte di Galeotto, il personaggio del romanzo, che indusse la regina Ginevra a baciare Lancillotto. Ella riversa sul libro e sul suo autore la radice della colpa.
Quest’analisi letteraria, da l’occasione per capire il messaggio di Amos Cassioli, il contenuto dell’opera fa parte della pittura storica-letteraria, con brani di Realismo nella rappresentazione dei personaggi e il momento del bacio, in questo caso possiamo ricordare la stessa posizione teatrale di Romeo e Giulietta (tav.7), nel dipinto di Francesco Hayez. Un soggetto che rappresenta una delle bandiere del Romanticismo italiano ; basta dire che Hayez fu il primo pittore che aprì alle menti il mondo cavalleresco, perché con efficacia usa sempre un elemento che gioca un ruolo più importante nella sua pittura letteraria ‘la descrizione’. Una descrizione per certi aspetti, e argomenti che ha una grande relazione con questo mondo, perché Hayez è considerato il primo pittore a condurre i dotti, ma soprattutto il popolo in quel mondo. La produzione artistica di Hayez nella pittura storica-letteraria, è il bacio di Romeo e Giulietta, con un’anima alla Shakespeare : L’ultimo addio di Giulietta e Romeo 1823, perché questo dipinto ebbe una grande fortuna nella pittura di Hayez, e Cassioli, che aveva conosciuto una straordinaria e popolare diffusione a causa dell’espressione del sentimento ricco di affetti nella rappresentazione artistica.
Il dipinto è ispirato ad uno dei grandi miti letterari, la celebre tragedia shakesperiana dei due giovani e sfortunati amanti veronesi, tra le prime testimonianze figurative in Italia dell’enorme fortuna letteraria e drammatica, goduta dal tema nei primi decenni dell’Ottocento.
La scena è ambientata nella casa di Giulietta, ancora avvolta nel buio della notte, con la giovane, di spalle, che si protende per un ultimo bacio verso Romeo, ormai sul balcone inondato dalla rosea luce dell’alba, il tema è medievale. Nel dipinto, Hayez usa colori uniformi come appare nel rosso, e prevalentemente altri pigmenti, bianco, marrone e il blu. Il quadro fu dapprima celebrato da David Bertolotti che pose acutamente l’accento sulle diverse possibilità retoriche del linguaggio letterario e pittorico.
Il pittore ha saputo essere un poeta, perché il suo quadro rappresenta la traduzione dei versi di Shakespeare in un linguaggio più difficile da usare, ma efficace a contattare e parlare al cuore, l’artista dimostra anche una grande fedeltà nella ricostruzione ambientale, come appare nella « Gazzetta di Milano » del 1823 : « Pende alla parete un’antica immagine della Beata Vergine dipinta alla maniera Greca » (GOZZOLI, 1983 : 126), in effetti l’opera presenta brani di un realismo inconsueto a questa data, e nel dipinto, Hayez propone uno sfondo moderno nella sua pittura.
Mentre nel dipinto di Amos Cassioli, abbiamo notato che Francesca e Paolo (tav.8) sono ben descritti, ad esempio:
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La sua Francesca :
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Non è certamente una dea, ma una persona reale,
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è dolce, bella, ma di una bellezza nata dal suo amore,
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sempre di statura media, perché il modello in quel tempo era così.
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Il suo Paolo :
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Non è né l’Antinoo né l’Apollo, né Giove, ma un uomo bello,
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ha una fisionomia affettata,
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un giovane aristocratico.
Il dipinto è molto ricco di gesti teatrali, che attirano sempre il pubblico, (il gesto del bacio, i colori del dipinto di Amos Cassioli sorreggono la composizione un interessante impianto compositivo e una vigorosa resa cromatica, ispirata alla grande tradizione toscana).
Rappresenta un momento decisivo nell’affermazione della pittura storica romanzesca ; dunque il soggetto rappresenta il Romanticismo italiano (può essere considerato il come un modello della pittura romantica in Italia), l’architettura ricorda i tempi in cui vissero questi personaggi mentre il tema è chiaramente medievale.
4. Il bello nell’armonia cromatica colorista del pittore
A nostro avviso, questa composizione rappresenta una delle immagini più intense dell’amore nell’arte, soprattutto nell’uso dei colori. La decodificazione di questo quadro, appare in questi dettagli : i due giovani si amano di nascosto, la loro passione è scoppiata inaspettatamente e risulta purtroppo difficile da vivere come essi vorrebbero. L’artista coglie nell’immagine il gesto d’amore per eccellenza : il bacio, i colori usati ci fanno ricordare i colori del dipinto di Hayez Il Bacio (tav.9), ricordando che questo dipinto nasce dall’inserimento del tipo allegorico-politico delle Malinconie e delle Meditazioni nella tipologia pittorica di Hayez per eccellenza, del quadro storico, in questo caso spogliato da ogni descrittivismo : nella scena ritorna quindi la stessa atmosfera umbratile e sospesa, che, al di là dal successo popolare, dovuto anche alla sua facile retorica, rende il messaggio simbolico tutt’altro che glorioso.
Tornando al dipinto di Cassioli, la protagonista Francesca ha un atteggiamento composto e intimidito, Paolo è colui che per tradizione deve farsi avanti. Le labbra si sfiorano, il desiderio e la dolcezza tra i due si percepiscono pienamente. Tra non molto la tragedia li travolgerà ma per il momento essi vivono un momento sospeso nel tempo perché nel loro caso l’amore è totale abbandono.
I colori più chiari nel linguaggio visivo dell’opera sono ‘rosso, blu e bianco’, possiamo dire che il pittore ha seguito lo stile di Hayez, per riprendere la tradizione della pittura di storia, usando questi colori per manifestare un tradimento nella politica della Francia, quando ricordiamo il senso politico del Bacio di Hayez, il significato politico contenuto nel quadro va posto anche la relazione all’esposizione di questo dipinto, avvenuta a Brera il 9 settembre del 1859, pochi mesi dopo l’arrivo di Vittorio Emanuele II e Napoleone III nella città di Milano. Appare dunque chiaro che il Bacio assume nel contesto romantico-risorgimentale, un preciso significato politico : il sentimento dell’Amor patrio.
Conclusioni
Lo studio del bello ed il brutto attraverso il Verismo nella pittura popolare e militare di Amos Cassioli è stato molto utile, perché grazie alla sua attività artistica è possibile ricostruire idee estetiche ; quest’analisi ci ha dato l’occasione di conoscere l’abilità dell’artista nell’interpretazione dei temi dell’estetica che era legato strettamente alla storia nazionale ; da questo punto di vista, si può dire che la categoria estetica del XIX secolo è stata sempre legata al bello e al brutto, quindi, secondo il pittore-soldato, il bello è qualcosa che deve ispirare sensazioni estetiche piacevoli, che nasce dalla bellezza delle forme, comprende elementi come l’armonia, la regolarità, e anche l’equilibrio, mentre il brutto è stato il contrario, perché secondo l’analisi dei dipinti, abbiamo capito che l’artista dell’Ottocento è una persona pessimista e vive il proprio malessere psicologico con grande drammacità, il risultato di questo atteggiamento è il brutto che viene inserito dentro il contenuto della composizione.